La delusione di Sinner è il segno che diventerà un campione

"Sono deluso e triste. Dovevo fare di più".

Ieri sera Jannik Sinner ha perso contro il re della terra battuta Rafael Nadal. Un Nadal che a tratti è parso il miglior Nadal, quello che arriva al top della forma a Parigi e si porta a casa il titolo, non il Nadal impacciato e passivo di Madrid per intenderci. Jannik ha avuto diverse occasioni essendo stato avanti di un break sia nel primo set che nel secondo, ha giocato una buonissima partita, ma ha perso come sempre gli sta capitando contro i top 5 (0 vittorie e 6 sconfitte in carriera e 13 set di fila persi).

Appena finito il match Jannik Sinner era nero di rabbia. Mai visto così abbattuto. La delusione era evidente nel volto e nelle parole. Ecco questo è quello che rende Jannik Sinner davvero speciale e un italiano che definire atipico è poco. Mai c’era stato un nostro connazionale che dopo aver perso contro il mostro della terra battuta, l’imbattibile o quasi Rafa Nadal dicesse: “Sono deluso e triste. Oggi avrei dovuto fare di più”. A Sinner dei complimenti, delle pacche sulle spalle e delle previsioni di un futuro radioso frega veramente poco, anzi diremmo zero. Lui vuole vincere e quando non vince si incazza. Non importa chi abbia davanti, può essere anche Nadal sulla terra o Djokovic o chi volete voi. Questa è la testa dei campioni e questo lo differenzia sicuramente da tutti i giocatori italiani che invece tendono a rincuorarsi, a vedere il bicchiere mezzo pieno e ad accontentarsi di “belle sconfitte” contro i campioni. Come dice il grande Rino Tommasi in una delle massime più riuscite: “Le carriere dei buoni giocatori sono piene di belle sconfitte”. Sinner non è un buon giocatore, nella sua testa è un futuro campione o forse un campione già ora e come tale pretende tantissimo da se stesso: “Oggi è una giornata che fa male e che non mi farà dormire la notte”. Pure questo ha dichiarato in conferenza stampa, manco avesse perso da un pinco pallino qualsiasi. Proprio questa mentalità e questo modo di approcciare il tennis devono farci ben sperare per il futuro.

Certo ora come ora Jannik è già un bel giocatore, numero 17 virtuale del mondo e senza questa classifica cervellotica sarebbe ancora più avanti, ma non è ancora al livello dei primissimi che è il livello che lui vuole raggiungere. Quelle 0 vittorie e 6 sconfitte contro i top 5 lo dimostrano bene ed ancora meglio lo dimostrano i 13 set persi di fila. Non lo è perchè mancano dei pezzi che se non metti assieme contro quelli lì non vinci e lui lo sa molto bene: “Il lavoro da fare è ancora tantissimo” ha detto ieri sera. Il fondamentale più carente, sempre considerando i livelli altissimi, è il servizio. Ci stanno lavorando, lo ha detto lo stesso Sinner che ci stanno lavorando tantissimo, ma al momento di miglioramenti se ne vedono pochi. Le percentuali di prime e la resa sulla prima sono insufficienti considerando che stiamo parlando di un giocatore di probabilmente 192 cm con le leve lunghe. Difficile battere i top 10 se ottieni pochi punti gratis al servizio. Difficile pensare di batterli se ogni game devi cosruirti tutti i punti da fondo. Poi ci sono le cosiddette variazioni che Sinner sta iniziando ad usare dignitosamente: palla corta e volè. Fino a qualche tempo fa queste erano sconosciute mentre ora qualcuna se ne vede ed anche ieri ne ha giocate di molto buone. Ecco qui i miglioramenti, a differenza del servizio, si stanno cominciando a vedere.

Ma cosa spettarci da Jannik Sinner ora? Bisogna pazientare e capire che adesso mancano ancora dei pezzi per arrivare ad alti livelli. Più che i risultati in sè ora contano i miglioramenti. Probabilmente il sudtirolese vale già un ranking attorno al numero 10, ma è lo scalino sucessivo quello più ripido. Quello che ti permette di giocare e ogni tanto vincere contro i primi 6-7. Al momento è eccessivo chiedergli di batterli, anche se la stampa e l’italiano medio vorrebbero che accadesse subito. Ci vuole pazienza, a 19 anni e 9 mesi si può e si deve essere pazienti. Il meglio deve ancora arrivare.

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