Forse la sconfitta di ieri notte è la conseguenza della sconfitta di due settimane fa.
Tennys Sandgren sarà sempre ricordato per quella sconfitta nei quarti di finale all’Australian Open contro sua maestà Roger Federer. Forse la vittoria più incredibile della carriera dello svizzero che da acciaccato annulla 7 match point e vince al quinto : 63 26 26 76 63 il punteggio finale. Con Federer che a fine match molto onestamente dice : “sono stato fortunato, non meritavo di vincere”.
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma se Tennys avesse convertito uno di quei match point avrebbe giocato la sua prima semifinale slam in carriera, sarebbe arrivato attorno alla posizione numero 35. Questo gli avrebbe permesso di entrare in tutti i Masters 1000 e probabilmente giocare le Olimpiadi. Invece non li ha convertiti quei match point e quindi, oltre ad essere diventato il protagonista dalla parte sbagliata di una delle più incredibili vittorie di Federer, niente semifinale slam e ranking di numero 53. Niente master 1000 direttamente in tabellone, probabilmente niente olimpiadi, ma soprattutto il peso di ricominciare con un macigno addosso del genere. Tutti, forse lui per primo, pensano “ma una occasione così quando ricapita?”
Difficile immaginare cosa possa essere passato per la mente di Sandgren in quei momenti e nei giorni sucessivi, anche se l’americano ha cercato di prender il tutto con filosofia: “Non prendo bene le sconfitte, in generale, per me sono estremamente difficili. Continua a far male quella sconfitta, ma mi aggrappo alle cose importanti e mi rendo conto che è solo un gioco. Sì, sarebbe stato bello vincere e sarebbe stato fantastico raggiungere la mia prima semifinale, ma è comunque un grande torneo. Ho fatto il meglio che potevo. Non c’è molto altro che possa fare a parte questo.”
Tutto giusto, peccato che il suo meglio è mancato in quei 7 match point.
Uno giocato peggio dell’altro. Il manifesto di quello che nel tennis chiamano il braccino: il primo sprecato con un errore gratuito di rovescio al settimo colpo. Il secondo altro errore gratuito di dritto al nono colpo. Il terzo altro errore gratuito di dritto al terzo colpo. Il quarto errore gratuito di rovescio al diciannovesimo colpo. Il quinto servizio vincente di Federer, unico match point sprecato senza colpe. Il sesto scambio lungo dove Federer vince un corpo a corpo a rete. Il settimo errore gratuito di rovescio al diciannovesimo colpo. Un vero e proprio disastro. Cinque errori non forzati su sette.
Una situazione del genere abbatterebbe chiunque. Per uscirne è necessario pensare al passato, ai sacrifici fatti per arrivare lì. Sì perchè Sandgren è un tennista di quasi 29 anni che fino a 3 anni fa nessuno conosceva o quasi. Uno dei tanti americani che galleggiano nei challenger senza rubare l’occhio. Ne vince due nella primavera del 2017 (Savannah e Tempe) ed entra nei 100 giocando il primo tabellone slam al Roland Garros perdendo subito da Kukuskin. A Washington centra la prima vittoria contro Kyrgios che si ritira sotto un set e un break.
La vera “esplosione” arriverà agli Australian open 2018 dove sconfiggendo Wawrinka e Thiem approderà ai quarti di finale . Venne sconfitto da Chung in quattro set.
Insomma Tennys è uno che la gavetta l’ha fatta e solo grazie al duro lavoro è arrivato dove è ora :
“È stata un strada difficile. Ci sono molti giocatori davvero bravi. Devi passare molto tempo a migliorare e migliorare. A meno che tu non abbia questi grandi risultati all’inizio della carriera, devi lavorare e cercare di continuare a migliorare come giocatore; continua a migliorare e scopri dove puoi progredire. È così che ho trascorso quattro o cinque anni nel Challenger Tour”.
Anni nei quali Sandgren ha dovuto affrontare anche alcuni infortuni che lo hanno frenato e non poco. Uno molto serio all’anca nel 2014 che ha richiesto un intervento chirurgico. Ma Tennys non si è mai abbattuto ed anche se la classifica piangeva , uscito addirittura dai 700 ad inizio 2015, non ha mai mollato: “Mi sembra incredibile cosa può succedere se continui a lavorare sodo nel tempo, e chissà quanto tempo ti richiederà tutto quello che stai facendo, ma se pensi giorno per giorno, non hai idea di quanto lontano puoi arrivare. Devo mantenere quell’umile mentalità e continuare a lavorare sodo”.
Un Sandgren che a parole sembra aver superato la grossa delusione della partita contro Federer, ma nei fatti dovrà dimostrarlo nei prossimi tornei. Ieri a New York non ci è riuscito e, come detto sopra, ha perso una battaglia al tiebreak del terzo contro Steve Johnson.
Di occasioni in carriera forse ne arriveranno altre. Sandgren è un onesto giocatore, un gran lavoratore, ma non è un fenomeno. Però ha solo 28 anni e mezzo che nel tennis di oggi sono pochi. Inoltre è uno che tende ad esaltarsi negli slam. Infatti per un giocatore del genere due quarti di finale agli Australian Open e un ottavo a Wimbledon in poco più di un paio d’anni sono risultati da sottolineare.
Per adesso rimarrà conosciuto come “quello dei 7 match point sprecati contro Federer”, ma statene certi che Tennys non mollerà e ci riproverà. Mal che vada un piccolo posto nella storia del tennis lo ha già trovato.