Riflettori puntati; ci siamo, ci sono tutti, persino la rai, e questo è il classico momento in cui si affonda dolcemente nei ricordi di streaming pixelati e ballerini di Challenger improbabili in località mai sentite nominare che hanno ospitato l’ascesa prepotente di questo ragazzo; seguendolo a mo’ di stalker ne abbiamo viste e vissute tantissime, dal Next Gen dal vivo al Roland Garros in tv, dalle lezioni di Wawrinka e Medvedev alle scoppole rifilate a campioni come Goffin, Tsitsipas e Zverev. Ciò che ha sempre stupito è la sua capacità di crescere, di portarsi a casa ogni volta qualcosa di nuovo da usare nella prossima partita.Ok, pare che non ci sia tempo da perdere, perché Jannik non teme le cannonate del big server canadese, si fa avanti 40-15 e poi, ai vantaggi, punisce la discesa a rete di Pospi con un passante di rovescio di quelli che ti fanno dire va bene, andiamo a casa. Però non basta, perché Vasek con – anche – due ace si rimette in carreggiata. Le tre palle break certificano quanto detto ieri dal talento nostrano: amo giocare con quelli che tirano forte. In effetti l’insidiosa palla senza peso di Mannarino è un problema di ieri, oggi si tira a tutta. Anche il terzo game si trascina ai vantaggi con Pospisil che cerca di evitare il rovescio di Jannik e naturalmente chiede tutto alla prima di servizio. Sinner però gioca profondissimo e trova ritmo anche con il dritto, va ancora a palla break e si porta in vantaggio con uno scambio intelligente in cui spinge il canadese nell’angolo con lo sventaglio per poi infilarlo lungolinea. La reazione è immediata, con l’aiuto di un doppio fallo dell’azzurro arriva l’opportunità del controbreak, ma qui Jannik mostra i suoi progressi in battuta, annulla e scappa 3-1. Ora entrambi trovano continuità al servizio e il set scorre via tranquillo fino al 5-4. Sinner, che non vuole farci soffrire, chiude a zero con l’ace, che è sempre un bel modo di mettere in cascina il primo set.Comincia in risposta il secondo parziale e Jannik mette le cose in chiaro, brekkando nonostante il tentativo di Pospisil di confonderlo con il rovescio tagliato. Ma ecco il primo vero blackout sinneriano, un game orribile che ridà fiato al canadese ed equilibrio alla partita. La situazione si ripete nel sesto game e Jannik getta in terra la racchetta quasi per darsi una sossa – sì perché la sensazione è quella di una sonnolenza limacciosa sulla quale Pospi sta costruendo una nuova partita, ben diversa da quella vista nel primo set. Jannik prova a concedersi un’ultima chance in risposta, ma il canadese lo prende a pallate per il 6-3. Bisogna azzerare e ripartire.L’apatia però prosegue con l’italiano che scambia per ritrovarsi, ma finisce sotto 15/40 a suon di gratuiti. Adesso è la prima a salvarlo: 1-0 zoppo e faticoso, subito impattato. Sullo 0/15 nel terzo game è prodigioso il recupero di rovescio su una palla corta, ma il doppio fallo vanifica lo sforzo. Continuano gli alti e bassi, ma alla fine è 2-1, il problema è che in risposta non c’è trippa per gatti. Ancora una volta è fondamentale aggrapparsi al servizio aspettando che passi la tempesta. È qui però che Sinner pesca un dei quei Jolly che ti risvegliano, con un passante vincente sull’ottimo lob di Pospi: 3-2. L’entusiasmo è subito fiaccato dalle bordate di Vasek, ora efficace anche negli scambi. Regna l’equilibrio, mentre si entra nella zona rossa del match. Jannik serve bene e surfa a zero sull’insidioso settimo game. Bravissimo poi il canadese sul 15-15 con un dritto incrociato bello e decisivo che spiana la strada al 4-4. Pospi è più lucido nelle scelte, usa bene lo slice per spezzare il ritmo di Jannik e lo buca spesso e volentieri, ma tra righe, nastri e denti stretti il nostro eroe si porta 5-4 e si siede a mangiare un paio di datteri per ingannare l’attesa. Gratuito di Vasek per lo 0/15 che dà pepe al game, ma Jannik restituisce la cortesia con un rovescio fuori giri, poi un ace e un vincente fanno il resto: 5-5 e tensione immutata. Sinner tiene la testa avanti senza patire e si ritaglia un piccolo vantaggio psicologico. Pospi parte come un treno 30/0, poi si inguaia con un doppio fallo e un gratuito ma scende a rete con coraggio a prendersi il 40/30 e finisce con il serve and volley.Sarà un tiebreak severo ma giusto ad assegnare questo titolo. Per provarci ci vuole una seconda di Vasek, Jannik entra con il rovescio e gira in vantaggio 4-2, distanza subito accorciata a 4-3. Un gratuito del canadese dà una mano, poi è Jannik a prendersi i match point con un dritto angolatissimo dopo uno scambio teso. Pospi non mette la prima ed è un altro rovescio di Jannik a chiudere il torneo. Finalmente il ragazzo sorride (l’ho visto, giuro!) e sorridiamo anche noi per questo traguardo incredibile e per nulla scontato (sì, lo so, lo ammetto, io me lo vedevo campione Slam già quest’anno, ma realisticamente era difficile chiedere più di così).Ci godiamo ogni singolo coriandolo di questa premiazione bulgara e salutiamo il nuovo numero 37 al mondo (che sarebbe ventesimo senza il ranking biennale provvisorio). L’esultanza misurata racconta di un ragazzo convinto che questo sia soltanto l’inizio. La sensazione è che questa sua mentalità saprà difenderlo dalle pressioni mediatiche velenose che lo assedieranno sempre più. Ma ci penseremo al rientro, adesso è tempo di staccare la spina e ritemprarsi.