“La risposta è il mio punto forte, ma voglio un tennis più offensivo”: il viaggio di crescita di Matteo Arnaldi

Un talento in evoluzione

Matteo Arnaldi è tra i nomi più brillanti della nuova generazione del tennis italiano. A soli 23 anni, il sanremese ha già fatto parlare di sé per il suo stile di gioco spettacolare e imprevedibile, ma anche per una determinazione che traspare in ogni punto giocato. Lo si è visto in modo evidente nella storica cavalcata dell’Italia verso la conquista della Coppa Davis a Malaga nel 2023, dove Arnaldi ha recitato un ruolo da protagonista accanto a Jannik Sinner e compagni.

Arnaldi non è solo un difensore estremo capace di recuperi spettacolari: è un tennista in piena evoluzione. Da mesi sta lavorando per trasformarsi in un giocatore più offensivo, aggiungendo nuove soluzioni al suo repertorio. “Sicuramente sto cercando di lavorare sul mio gioco, di adattarlo e migliorarlo, quindi essere un pochino più offensivo. Il servizio è una delle cose principali su cui stiamo intervenendo”, ha spiegato in un’intervista esclusiva a LiveTennis.it.

La chiave della crescita: costanza e servizio

Attualmente al numero 35 del ranking ATP (con un best ranking di 30), Arnaldi sa bene cosa gli manca per entrare stabilmente nella top 15. “La differenza principale è la costanza. I top 15 riescono a ottenere risultati importanti con regolarità, mentre io alterno buone prestazioni a qualche passo falso”, ha ammesso con lucidità.

Nonostante ciò, alcuni numeri raccontano un talento già competitivo ai massimi livelli. Nelle statistiche ATP delle ultime 52 settimane, Arnaldi è 13° per rendimento complessivo in risposta e nono nei punti vinti rispondendo alla prima di servizio – davanti a nomi come Rublev, Zverev e Ruud. “La risposta è sempre stato uno dei miei colpi forti, ma serve anche un buon servizio per concretizzare. Stiamo lavorando su entrambi”, ha sottolineato.

Offensività, gioco al volo e visione a lungo termine

L’obiettivo, insomma, non è cambiare pelle, ma raffinare l’identità di gioco, senza snaturarla. “Non voglio snaturare del tutto il mio tennis. L’obiettivo è aggiungere armi e soluzioni, come essere più aggressivi durante lo scambio o cercare di andare più a rete”, ha spiegato.

Arnaldi si mostra consapevole del percorso che sta affrontando, fatto di successi e battute d’arresto. Ma è parte del viaggio. Lo testimoniano le recenti buone prestazioni nei tornei americani di Dallas e Delray Beach e, soprattutto, la prestigiosa vittoria su Andrey Rublev a Indian Wells, che conferma quanto il suo stile sia “scomodo” anche per i migliori.

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Il boom del tennis italiano e l’ispirazione da Sinner

Il momento d’oro del tennis azzurro, coronato dalla prima posizione mondiale di Jannik Sinner, è anche frutto di un sistema virtuoso. Arnaldi riconosce il merito della Federazione Italiana Tennis, che ha investito in tornei sul territorio e in un ambiente favorevole allo sviluppo dei giovani. “Avere tanti eventi in Italia permette ai giovani di ricevere wildcard e fare esperienza ad alto livello”, ha spiegato. Un circolo virtuoso che alimenta ambizione e mentalità vincente.

A proposito di Jannik Sinner, l’ammirazione è evidente: “Quando vedi giocatori italiani ottenere risultati importanti, ti convinci che anche tu puoi farcela. È un processo che cambia la mentalità e spinge tutto il movimento in alto”.

Tra glamour e voglia di viaggiare

Fuori dal campo, Arnaldi è un giovane moderno, attento allo stile e al lifestyle. Da quest’anno fa parte della famiglia Armani – EA7, dopo una prima esperienza con Golden Goose. “Mi sto appassionando al mondo della moda. Mi piace vestirmi bene anche fuori dal campo, per una cena o una serata con amici”, racconta con un sorriso.

Ama viaggiare, scoprire nuove città, ma riconosce anche il peso della vita da tennista globetrotter: “È stimolante ma alla fine della stagione si sente la fatica. Ogni cosa ha i suoi pro e contro”.

E se dovesse scegliere il match della vita? Nessun dubbio: “Campo centrale dello US Open. L’atmosfera è fantastica e giocare in America mi è sempre piaciuto”.

Uno sguardo al futuro

Matteo Arnaldi non ha fretta, ma ha le idee chiarissime. Sta lavorando con pazienza per costruire un tennis più completo, mantenendo ciò che lo rende unico: fantasia, imprevedibilità e una grande resilienza. La strada verso l’élite del tennis mondiale è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta. E, come ha dimostrato a più riprese, non parte mai battuto.

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