Soltanto circa due mesi fa veniva da molti criticato per la scelta di non unirsi alla squadra nella fase a gironi di Bologna. Si è fatto perdonare Jannik Sinner. Sempre che ci fosse qualcosa per cui farsi perdonare. Una scelta di programmazione, una scelta orientata al futuro, un futuro prossimo, ovvero il finale di stagione. E che finale di 2023 che ha avuto Sinner. Un finale straripante, concluso riportando la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni. Perché con la formula attuale, con solo tre partite per ogni sfida, avere un giocatore così, che in questo momento parte favorito quasi contro chiunque, ti lancia ancora di più verso il successo. Se poi gli altri componenti della squadra sono giocatori da Top 20 come Lorenzo Musetti (e Matteo Berrettini, che aspettiamo), o da Top 50 come Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, o tennisti esperti e talentuosi, e doppisti, come Simone Bolelli (e Fabio Fognini, che non va dimenticato), la Coppa Davis è quasi una conseguenza. Tutti questi ragazzi che continuano ad emergere sono anche il frutto del lavoro della Federazione. Poi c’è la fortuna che quel ragazzo che ha annullato tre match point consecutivi a Novak Djokovic sia nato a San Candido.
Un percorso, quello che ha condotto la squadra di Filippo Volandri ad alzare l’Insalatiera, partito a metà Settembre all’Unipol Arena di Bologna, nella fase a gironi, contro Canada, Cile e Svezia. Una strada tortuosa, ed iniziata con il piede sbagliato, con una sconfitta per 3 a 0 con il Canada. Quel team, senza Sinner, ha rialzato la testa e si è conquistato le Final 8 di Malaga, con due 3-0 rifilati a Cile e Svezia, e questo rimane il più grande merito degli “altri”, Sonego e Arnaldi su tutti. A Malaga, poi, li ha raggiunti colui che gli avrebbe permesso di stringere la Coppa. Sinner ha rimontato l’Olanda nei quarti di finale, ha battuto due volte Djokovic, in singolare, con quei tre match point consecutivi salvati, ed in doppio, rimontando la Serbia in semifinale. Non dimenticando l’amico e compagno che l’ha affiancato nelle vittorie dei match di doppio, ovvero Sonego, rivelandoci un bellissimo rapporto tra i due. In finale con l’Australia il merito va invece diviso a metà con Arnaldi, bravo a vincere una partita sì giocata male, ma, appunto, vinta, che per una volta ha permesso a Jannik di entrare in campo a cuor leggero. E lui ha messo la parola “fine” sulla Coppa Davis 2023.