Ha fatto discutere tantissimo negli ultimi giorni agli Us Open il caso Kyrgios-Lahyani, con il giudice di sedia che, con l’australiano sotto di un set e di un break contro il francese Herbert, è sceso dal proprio scranno per parlare con il talentuoso Nick (uscito poi ieri senza battere ciglio contro Federer) in una chiacchierata che è stata definita senza dubbio “insolita” da altri giocatori. Si era infatti in attesa di capire le eventuali sanzioni che avrebbero potuto colpire il famoso arbitro.
MONITORATO – La soluzione al caso, giunta ieri dall’USTA, ha alla fine stabilito che il giudice di sedia svedese potrà continuare ad arbitrare durante questi Us Open, ma che il suo comportamento verrà comunque “monitorato”, in quanto le sue azioni nell’incriminato match di secondo turno di Kyrgios sono comunque andate oltre quanto consentito dal protocollo. Tradotto, si potrebbe dire che alla fine a Layhani sarebbe stato mandato un messaggio d’avvertimento e che sarebbe stato “salvato” dalla sua popolarità nel circuito, dall’essere uno dei giudici di sedia più bravi in circolazione e dalle opinioni degli altri arbitri. Il portavoce dell’USTA, Chris Widmaier, ha infatti riferito che «Lahyani ora ha una maggior consapevolezza di quello che prevedono i nostri protocolli ed è stato informato della necessità di aderirvi pedissequamente».
RECIDIVO – Mohamed Layhani è, in ogni caso, uno dei più conosciuti e apprezzati giudici di sedia del circuito, conosciuto specialmente per il modo sorridente e cordiale con cui si rivolge ai giocatori in campo. Nei suoi vent’anni e oltre di lavoro nel Tour dell’ATP ha arbitrato la finale di Wimbledon 2013 (vinta da Murray su Djokovic), tre finali dele Atp’s World Tour Finals (2008, 2010 e 2013) e il match più lungo della storia tra Isner e Mahut a Wimbledon 2010. Va detto, in ogni caso, che l’estroso arbitro svedese di origini marocchine non è nuovo a questo genere di episodi, infatti nell’ATP 250 di Sydney del gennaio 2016, le telecamere avevano sorpreso Layhani intento a psicanalizzare Bernard Tomic durante un quarto di finale contro il russo Teymuraz Gabashvili. Layhani aveva provato a far desistere Tomic dal ritiro, non riuscendoci. Solo il primo capitolo di una storia chiamata “Layhani e i bad boys australiani”?
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Sarà bastata una lavata di testa…
Secondo me non avrebbe dovuto farlo, il tennis è un gioco individuale, ognuno faccia il suo!!!