L’analisi spietata di Wilander: “Alcaraz? Sarà sempre piuttosto incostante”

Carlos Alcaraz sta attraversando un periodo difficile nel 2025, tra risultati altalenanti e prestazioni al di sotto delle aspettative. A puntare il dito su un possibile problema cronico nella carriera dello spagnolo è l’ex numero uno Mats Wilander, che non ha usato mezzi termini nel suo commento su Eurosport: “Credo che Carlos Alcaraz stia passando attraverso quello che sarà il tema costante della sua carriera: l’incostanza.”

Un talento fuori dal comune, ma discontinuità preoccupante

L’inizio di stagione del giovane campione di Murcia ha destato più di una perplessità. Dopo aver raggiunto la semifinale a Indian Wells, la sua sconfitta contro Jack Draper ha fatto suonare un primo campanello d’allarme, ma è stata l’eliminazione prematura a Miami contro David Goffin a far esplodere le critiche. Il suo gioco, solitamente spettacolare e ricco di colpi imprevedibili, sembra inceppato: il servizio non convince, il dritto fatica a imporsi e persino la sua iconica palla corta ha perso efficacia.

Wilander vede in questa situazione qualcosa di più di un semplice momento di crisi. Secondo il sette volte campione Slam, l’incostanza sarà una caratteristica permanente del gioco di Alcaraz. “Farà miracoli a volte e quei miracoli gli permetteranno di vincere partite. In altre occasioni, invece, quei miracoli non basteranno.”

Un paragone scomodo: il caso Andre Agassi

Per spiegare questa discontinuità, Wilander ha tirato in ballo un grande nome del passato: Andre Agassi. Il campione statunitense, nonostante i suoi incredibili successi, ha avuto una carriera caratterizzata da momenti di gloria alternati a crolli inaspettati. “Bisogna tornare ai tempi di Agassi, quando vinceva tornei e Slam per poi perdere al primo turno in circostanze inspiegabili. Soprattutto quando arrivava in Europa, sull’indoor o sulla terra battuta.”

Se il parallelismo con Agassi può essere visto come un complimento, c’è un dettaglio che rende la valutazione più critica. Wilander ha infatti sottolineato che questo problema non sembra riguardare il suo grande rivale Jannik Sinner, evidenziando implicitamente una maggiore solidità dell’italiano.

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Il segnale per gli avversari: Alcaraz non è imbattibile

Uno degli effetti collaterali di questa incostanza è il modo in cui viene percepito dagli altri giocatori del circuito. Se in passato molti avversari scendevano in campo contro di lui con un senso di inferiorità, ora ogni sua sconfitta rappresenta una spinta per gli altri. “Ogni volta che perde, almeno cinque giocatori nel circuito si dicono: ‘Aspetta un attimo… se lui può perdere, allora posso batterlo anch’io.'”

In altre parole, Alcaraz non è più visto come un muro invalicabile. Questo potrebbe complicare ulteriormente il suo cammino, rendendo le partite più difficili già dalle fasi iniziali dei tornei.

Alcaraz saprà smentire le critiche?

A soli 21 anni, il talento dello spagnolo è fuori discussione, ma il rischio è che la sua carriera possa essere segnata da alti e bassi più di quanto ci si aspetti da un campione destinato al numero uno. La stagione su terra battuta, che sta per iniziare, rappresenterà un test decisivo per capire se si tratta solo di un momento negativo o se Wilander ha colto una verità più profonda.

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