[tps_title]COPPA DAVIS 2003 – Lleyton Hewitt: 5-7, 2-6, 7-6, 7-5, 6-1[/tps_title]
La Svizzera è in semifinale di Coppa Davis contro l’Australia di Lleyton Hewitt. Quarta partita dello scontro. Roger, che aveva già battuto Philippoussis due giorni prima, ha bisogno di vincere di nuovo se non vuole salutare il torneo. E la partita inizia nel miglior modo possibile: 7-5, 6-2 e 5-3 per lo svizzero. Sul 30-30 mancano solo due punti a Federer per costringere l’Australia a giocare la quinta partita, ma è allora che Lleyton si aggrappa al match. Non solo trascina il terzo set al tiebreak e lo vince, ma poi nel quarto, dopo essere stato di nuovo sotto per 5-2 ed aver raggiunto Federer sul 5-5, piazza il break decisivo e porta a casa il set per 7-5. Nel quinto set, un Federer 22enne cede sotto i colpi di un indiavolato Hewitt per 6-1. La Svizzera viene eliminata e l’Australia finirà per vincere la finale in Spagna.
[tps_title]MASTER CUP 2005 – David Nalbandian: 6-7, 6-7, 6-2, 6-1, 7-6[/tps_title]
Due anni dopo quella sconfitta in Coppa Davis, Roger è il numero 1 del mondo e sta giocando una delle sue migliori stagioni di sempre. Con 6 titoli del Grande Slam in bacheca ed avendo conquistato le ultime due edizioni della Masters Cup, Federer arriva al torneo di fine anno reduce da 35 vittorie consecutive nel circuito e con solo 3 sconfitte subite in stagione. Dopo 3 vittorie nel round robin (anche contro lo stesso Nalbandian) ed una facile semifinale contro Gaudio, Roger deve affrontare in finale ancora l’argentino, numero 12 del mondo, che non si era nemmeno qualificato per l’evento ma che ci arriva grazie all’infortunio di Roddick.
Nalbandian, conduceva 5-4 nei precedenti, ma Federer aveva vinto gli ultimi quattro match. Lo svizzero si porta a condurre grazie a due tie-break tirati, ma David non si arrende e conquista i due parziali successivi. Nel quinto set l’argentino domina fino al 4-0, quando arriva la reazione di Roger che pareggia i conti e si porta addirittura avanti fino al 6-5 e 30-0. Da lì in poi c’è solo David, che trascina il match al tie-break e con una prestazione memorabile diventa il primo argentino dai tempi di Vilas (1974) a vincere una Masters Cup.[tps_title]WIMBLEDON 2011 – Jo Wilfried Tsonga: 3-6, 6-7, 6-4, 6-4, 6-4[/tps_title]
Nel 2011 Federer è già molto vicino ad essere considerato il miglior tennista di tutti i tempi. Superato il record di Sampras nel 2009, ha al suo attivo 16 Grand Slam, compresi i 6 Wimbledon che hanno reso i Championships il suo torneo preferito. L’anno precedente, il 2010, un passo falso con Berdych nei quarti di finale gli aveva impedito di conquistare il settimo sigillo, quindi era tempo di riconquistare quello che era suo. Numero 3 al mondo, Roger arriva comodamente fino ai quarti, lasciando per strada solo un set contro Mikhail Youzhny agli ottavi. Nulla di cui preoccuparsi, ora c’è Tsonga, un rivale contro cui ha vinto 5 volte su 6 precedenti, con il francese capace di batterlo solo in Canada nel 2009. La partita inizia bene per un Federer che domina per due set a zero. Nadal, Djokovic e Murray sono già ad aspettarlo in semifinale, quindi non può fallire. Ma da quel momento Tsonga si scioglie ed inizia a giocare fluido, senza pressione, a tutto braccio senza nulla da perdere. Un triplo 6-4 condanna il basilese che, per la seconda stagione consecutiva, cede ai quarti del suo giardino prediletto.[tps_title]US OPEN 2011 – Novak Djokovic: 6-7, 4-6, 6-3, 6-2, 7-5[/tps_title]
È di pochi mesi più tardi quella che forse è la sconfitta più sanguinosa dell’intera carriera di Roger Federer. Dopo la delusione di Wimbledon, lo svizzero atterra New York sapendo di avere l’ultima opportunità dell’anno per vincere un Grande Slam. Un titolo che non è mai mancato dal 2003 al 2010 e che, questa volta, era stato ritardato. Semifinali in Australia, finale a Parigi e quarti a Londra. Non erano cattivi risultati, ma per uno come Federer il piazzamento non basta. La sorte gli ripropone Tsonga ai quarti di finale, ma Federer questa volta non si fa sorprendere e consuma la sua rivincita in tre set, battendolo facilmente per 6-4 6-3 6-3. In semifinale è il turno di Novak Djokovic, il numero 1 del momento, immerso in una stagione da sogno che lo aveva portato a raggiungere la vetta della classifica. Il duello parte bene per Federer che si porta avanti 2 set a zero grazie a un tiebreak da infarto, vinto per 9 punti a 7, ed un 6-4 molto più tranquillo. Ma Nole reagisce e tira fuori tutto quello che ha per vincere il terzo ed il quarto set per 6-3 6-2. Nel quinto parziale Roger riesce a piazzare quello che sembra il break definitivo, portandosi sul 5-3. Sul 40-15 Federer ha due match point per la finale, ma Nole le annulla e conquista il break che spezza le gambe dello svizzero. Dal 5-3 li serbo rimonta fino a vincere 5-7, lasciando Federer per la prima volta senza titoli major dal 2003.[tps_title]WIMBLEDON 2018 – Kevin Anderson: 2-6, 6-7, 7-5, 6-4, 13-11[/tps_title]
L’ultimo della lista ma non meno doloroso. Di nuovo a Wimbledon, e di nuovo ai quarti, come nel 2011 con Tsonga. Questa volta c’è il sudafricano Kevin Anderson sulla strada del Re, ma nel suo giardino privato, da campione uscente, Roger vince i primi due set. Con questi fanno ben 34 set vinti consecutivamente a Wimbledon, eguagliato il suo record precedente. Ne basterebbe un altro per migliorarlo e per staccare il biglietto per la semifinale. Tutto sembra andare per il verso giusto, nel terzo set siamo 5-4 Federer e servizio Anderson, 30-40. Da quel match point annullato Federer sparisce dal campo per due set, mentre Anderson non sbaglia più niente: 13-11 al quinto set il clamoroso risultato finale di una battagli durata più di quattro ore.
fonte: puntodebreak.com