Non è stata una finale da annali del tennis, ma ce la ricorderemo per essere stata quella del titolo numero 101 di Roger Federer e del grande cammino di John Isner, giunto qui vincendo tutte le partite in due tie-break, ad eccezione di una.
Torna a vincere a Miami e lo fa perdendo un solo set e alzando il livello sempre di più partita dopo partita, tutto questo a 37 anni: “Sono felice di aver giocato qui. L’anno scorso qualcosa non aveva funzionato, quest’anno sarebbe stato facile saltare Miami e aggiungere un torneo su terra. Ma ho deciso di giocare ancora sul cemento e volevo vedere il nuovo stadio. È qualcosa che mi emozionava, senza contare il fatto che mi sentivo in forma per venire qui. Mi sento molto fortunato per essere arrivato fino alla fine, poteva andare diversamente.”
In finale era molto importante essere al top in risposta: “Migliorare la risposta è un’arma che mi ha aiutato contro i grandi servitori della mia generazione, più che contro quelli di adesso. Loro sono capaci di farti male in qualunque modo. È tutto lì. Il mio colpo più naturale, in realtà, è sempre stato lo slice fin da quando sono giovane. È facile mantenere la palla bassa in questo modo. Oggi è stato un giorno ottimo in tutto il resto, ho giocato molte palle. Contro Anderson avevo già avuto una sensazione simile, sono riuscito a bloccarlo bene e a giocare al centro. Ritrovarla contro John è stato un bene, ma non sempre funziona.“
“Dopo che ha chiamato il fisioterapista e dopo aver visto la sua faccia avevo capito“, dice Roger Federer riguardo l’infortunio di John Isner, “Non era sicuro del suo stato di salute. L’ho visto molto stanco, a prescindere dal servizio. Ho iniziato a pensare come potevo metterlo alla prova, quanto poteva difendere, quanto correre e sono riuscito a costruire il mio gioco. Poi l’ho visto mettersi un analgesico, ma non serviva comunque oltre i 180 km/h. Spero non sia nulla di serio e che torni subito in campo.“
In qualche modo perdere ad Indian Wells contro Thiem è stato positivo per ritrovare motivazioni a Miami: “Credo che quest’anno sia stato molto più positivo perdere ad Indian Wells. Non dico che nel 2018 mi sentissi frustrato, ma non sono stato bene. Avevo perso un po’ di confidenza, avevo avuto un match point. Quest’anno non mi sono sentito così, ero molto più sollevato. Io e il mio team abbiamo pensato di venire qui e fare un buon torneo e così è stato. Quando vinci un titolo così pensi sempre a molte cose, spero di tornare l’anno prossimo, ma non so come sarà la situazione. Non lo sapevo prima di cominciare il torneo e non lo so ora. Però, se non tornerò, avrò chiuso bene qui.“
E finalmente la stagione sul rosso, in cui Federer tornerà a giocare dopo 3 anni: “Ho incominciato stagioni sulla terra con più confidenza che questa, non mi ricordo come riprendermi dal cemento. Mi sto muovendo a piccoli passi, lo scorso anno non ho giocato un solo punto sulla terra e due anni fa ho giocato solo qualche giorno. Ricordo di non essermi sentito mai al top, né a Monte Carlo, né a Roma, dovrò sperare. Questa vittoria mi aiuterà a togliermi pressione sulla terra, non l’avrei giocata se non mi sentissi rilassato, perciò la prepareremo al meglio nelle prossime quattro settimane. Se gioco come ho giocato qui a Miami non avrò problemi, ma bisognerà vedere il corpo come reagirà.“
Dall’altro lato, John Isner si è detto molto deluso dall’infortunio, ma felice del percorso fatto e della top 10 mantenuta: “Non so cosa mi è successo. Ho cominciato a sentir dolore nel primo set e non è mai passato fino alla fine. Anzi, è peggiorato. Una sensazione terribile, mi sentivo isolato, senza nessuno che potesse confortarmi, mentre davanti a me c’era il più forte giocatore di tutti i tempi. Non credo avrei vinto nemmeno al 100%, diciamolo chiaramente, ma sarebbe stata una finale più interessante e divertente“, afferma l’americano, che da stamattina è sceso alla posizione numero 9 in classifica.
“Non mi sono mai sentito così, devo dire, durante la mia carriera. Sono stato fortunato, ho avuto pochi infortuni. Non ricordo un momento esatto in cui ha cominciato a farmi male, solo che a un certo punto ha cominciato a peggiorare e ad aumentare il dolore. A un certo punto ho pensato perfino di essermi rotto un piede, anche se era impossibile. Comunque, Roger ha giocato benissimo, ha risposto alla grande. Sapevo avrebbe fatto così, che avrei visto di più la palla.”