Novak Djokovic ed Andy Murray hanno dato luogo ad una delle rivalità piú significative degli ultimi due decenni che li ha visti confrontarsi ben 36 volte con 7 sfide in finali di tornei del Grande Slam.
Il fuoriclasse di Belgrado è uno dei piú grandi giocatori della storia del tennis con un palmares che include 21 vittorie nei majors, 6 ATP Finals, 373 settimane al n.1 della classifica mondiale e 91 titoli ATP. I suoi record sono destinati a migliorare nei prossimi anni dato che, alla soglia dei 36 anni, non sembra accusare un fisiologico calo di rendimento, oltre ad essere praticamente immune da infortuni significativi. Andy Murray può essere considerato il piú forte giocatore britannico dai tempi di Fred Perry ed i suoi risultati hanno fatto sognare milioni di suoi connazionali. Sir Andy ha infatti ottenuto 3 vittorie a livello Slam, 1 successo alle ATP Finals, 41 settimane sul trono del tennis mondiale, 2 ori olimpici in singolare ed un totale di 46 tornei ATP. I suoi trionfi potevano addirittura essere piú numerosi se non si fosse imbattuto nell’epoca dei Big 3 che lo hanno spesso battuto in molte occasioni importanti. A partire dal 2017, la performance dello scozzese è stata inoltre limitata da infortuni alle anche che non gli hanno permesso di competere ad alto livello.
I coetanei classe 1987 hanno uno stile di gioco molto simile e possono essere considerati due contrattaccanti che hanno basato gran parte dei loro successi su un gioco di difesa, regolarità e resistenza. Il Serbo è stato però capace di evolversi, migliorando il servizio e mettendo in scena una tattica piú offensiva rispetto ai primi anni nel circuito. La tenuta mentale è inoltre diventata probabilmente la sua arma principale che gli ha permesso di conquistare partite e tornei ribaltando situazioni di punteggio molto complicate. Il campione britannico, al contrario, è rimasto spesso ancorato a schemi tattici molti difensivi, giocando molto lontano dalla linea di fondo campo e non ha fatto il salto di qualità che gli avrebbe permesso di conquistare ulteriori majors.
La loro rivalità, ancora in corso, vede Novak in netto vantaggio con un bilancio di 25 vittorie e 11 sconfitte. A livello di confronti nei tornei del Grande Slam, quest’ultimo conduce per 8 a 2 e 5 a 2 nelle finali. Il trend a favore del 21 volte campione Slam continua nei loro match su terra battuta (5-1) e Hard Court (20-8), mentre il suo avversario è stato capace di infliggergli due dolorosissime sconfitte sull’erba nella finale di Wimbledon 2013 e nella semifinale delle Olimpiadi di Londra nel 2012. Un ulteriore successo importante del nativo di Dunblane è stato raggiunto nel Master di fine anno del 2016, quando è riuscito contemporaneamente a superare il proprio avversario ed ottenere per la prima volta la vetta del ranking ATP.
I numeri descritti confermano esattamente i valori in campo; Djokovic è stato per grande parte della sua carriera nettamente superiore al rivale pertanto è del tutto consueto che abbia un bilancio favorevole negli scontri diretti. Inoltre, il confronto tra giocatori con uno stile di gioco simile spesso avvantaggia il tennista piú solido e capace di mettere in atto qualche variazione tattica. La situazione descritta è accaduta in molte delle loro partite tra i quali le 4 finali agli Australian Open. I meriti di Murray, però, sono assolutamente indubbi in quanto è riuscito a superare il suo avversario in due finali di Slam, impresa non compiuta nemmeno da sua maestà Roger Federer.
Il confronto tra questi due giocatori non è stato sicuramente uno dei piú appassionanti della storia del nostro sport. Molto spesso è stata definito noioso per gli schemi di gioco messi in atto ed i loro atteggiamenti in campo, a volte molto negativi, hanno attirato critiche da parte del pubblico ed addetti ai lavori. Al di là degli aspetti emozionali e soggettivi, i numeri parlano chiaro e la loro rivalità deve essere considerata una delle piú importanti della storia del tennis.