La rivalità tra Roger Federer e Rafael Nadal non è stata un semplice confronto tennistico ma evento sportivo su scala mondiale. I loro incontri hanno attirato l’interesse al di fuori del nostro sport e fatto schierare a supporto dell’uno o dell’altro giocatore milioni di persone. Si potrebbe pensare alla Coppa del Mondo di calcio che, come per magia, catalizza l’attenzione del pubblico di ogni disciplina sportiva e così è stato per le molte sfide tra i due campioni.
Lo svizzero ha iniziato a dominare il tennis dalla sua prima vittoria a Wimbledon nel 2003 e per anni è rimasto il leader indiscusso del circuito. Al di la dei record inanellati nel corso della sua lunga carriera, Roger ha deliziato il pubblico con il suo stile classico di gioco, la perfezione di ogni colpo e le giocate impossibili (Federer moments) che hanno ispirato David Foster Wallace nell’articolo “Federer as Religious Experience”. Il suo amore per il gioco, la professionalità e fair play hanno inoltre contribuito alla crescita delle nuove generazioni di tennisti e del nostro sport in generale. Al di fuori dal rettangolo di gioco, la sua disponibilità, il carattere estroverso, la conoscenza perfetta di 3 lingue e le dichiarazioni sempre “politically correct” gli hanno consentito di conseguire la stima di colleghi ed addetti ai lavori, oltre a diventare il tennista piú amato del circuito.
Nadal si è affermato ai massimi livelli ad appena 19 anni nel 2005, dominando la stagione su terra battuta e sorprendendo i propri avversari con una grinta e determinazione degna del miglior Connors. Lo stile del maiorchino all’epoca era principalmente basato su forza fisica, schemi difensivi e recuperi impossibili, ai quali alternava delle accelerazioni di diritto mancino difficili da contenere per i propri rivali. Esattamente come il campione di Basilea, ha sempre tenuto un comportamento esemplare in campo e fuori che gli ha permesso di essere uno dei giocatori piú supportati in ogni angolo del globo.
Le carriere delle due leggende si possono ritenere equivalenti, nel corso delle quali hanno ottenuto molteplici successi e stabilito molti record tuttora imbattuti. Federer ha conquistato 20 tornei del Grande Slams, 6 ATP Finals, 103 titoli ATP ed è stato al vertice della classifica mondiale per 310 settimane. Nadal ha vinto 22 Majors, 2 ori olimpici in singolare e doppio, 92 tornei ATP e mantenuto il n.1 del Ranking per 209 settimane. Al di la delle simpatie personali, i numeri descritti non permettono di giudicare chi sia stato piú vincente e certificano senza dubbio l’immensa grandezza di questi due atleti.
Il bilancio dei 40 scontri diretti tra i due, disputati tra il 2004 e 2019, si è concluso con il classe 1986 in vantaggio per 24 a 16 con il seguente dettaglio:
Head to Head | Federer | Nadal |
Grand Slam | 4 | 10 |
Grand Slam Finals | 3 | 6 |
ATP Finals | 4 | 1 |
Clay Court | 2 | 14 |
Hard Court | 11 | 9 |
Grass | 3 | 1 |
Prior 2015 | 10 | 23 |
After 2015 | 6 | 1 |
Analizzando le statistiche è possibile concludere che lo spagnolo è stato capace di superare il proprio avversario in molte occasioni importanti, tra le quali ben 6 finali del Grande Slam che includono 4 Roland Garros, torneo disputato sulla sua superficie preferita dove ha praticamente sempre dominato lo svizzero. Federer conduce, invece, 3 a 2 nelle finali slams giocate al di fuori della terra battuta. Lo score decisamente negativo su terra rossa (14-2) può essere spiegato sia da ragioni tecniche sia tattiche. Il gioco aggressivo a tutto campo del 20 volte campione slam è ovviamente meno efficace su campi lenti che favoriscono gli schemi difensivi messi in atto da Nadal, inducendo il suo avversario a commettere molti errori. Il diritto mancino con rotazioni estreme di quest’ultimo, inoltre, genera un rimbalzo della palla sopra la spalla del proprio avversario e rende la replica con il rovescio ad una mano molto difficile. A complicare la situazione ulteriormente per l’elvetico è stato il suo rovescio tagliato in risposta, normalmente molto efficace contro qualsiasi giocatore, ma che non dava alcun fastidio a Nadal e contribuiva ulteriormente a spingere l’inerzia degli scambi dalla sua parte. Il maiorchino, in questo modo, è riuscito a togliere la sicurezza e l’aurea di invincibilità al suo rivale, creando una sudditanza psicologica che ha compromesso alcune delle loro sfide anche su superfici piú favorevoli a quest’ultimo. Lo score di 14 a 10 in favore dello svizzero al di fuori dei campi in terra non rispecchia completamente la sua superiorità di rendimento ed avrebbe dovuto essere piú evidente come dimostrano i loro risultati complessivi (19 vs 8 vittorie negli slams e 92 vs 29 titoli totali). Il rallentamento delle condizioni di gioco, avvenuto a partire da inizio anni 2000, ha ulteriormente avvantaggiato Nadal che, con le sue caratteristiche di gioco, avrebbe fatto piú fatica nel loro confronto su campi rapidi.
A partire dal 2014, l’8 volte campione di Wimbledon è stato capace di evolversi e da quel momento ha surclassato il proprio rivale con un parziale di 6 – 1, dove l’unica sconfitta è arrivata al Major Parigino. Il passaggio ad una racchetta con un ovale piú grande ha reso piú efficace il suo rovescio, con il quale è stato capace di contenere il diritto mancino del nativo di Manacor che gli aveva creato tanti problemi per lunghi tratti della carriera. Inoltre dal punto di vista tecnico – tattico, Re Roger ha iniziato a giocare frequentemente questo fondamentale in top spin ed essere estremamente aggressivo con i colpi di inizio gioco. Questo cambiamento gli ha permesso di mettere in seria difficoltà il primatista slam ed invertire il trend negativo negli head to head.
Questa lunga analisi non vuole togliere alcun merito al fuoriclasse spagnolo, ma cerca di mettere in evidenza le motivazioni che hanno portato a tale bilancio nei scontri diretti tra due giocatori che possono considerarsi di pari livello.
Al di la dei numeri menzionati sui quali tanto si è dibattuto ed espresso opinioni diverse, questa è stata la piú grande rivalità della storia del tennis. I loro stili di gioco contrapposti, la sfida tra attacco e difesa, il confronto tra personalità differenti, hanno generato un interesse per il nostro sport mai vissuto in precedenza e trasformato questi due campioni in vere e proprie icone planetarie. A rendere ancora di piú affascinante questa rivalità, è stata l’amicizia ed il rispetto reciproco che si è creato tra i due nel corso degli anni. La scintilla tra loro è nata proprio dopo il primo match vinto sorprendentemente nel 2004 da un allora 17 enne Nadal all’ATP di Miami; dopo l’incontro ci furono dichiarazioni di stima reciproca e Federer, allora n.1 al mondo, invitò la giovane promessa a seguirlo nel proprio team nei tornei successivi. Il loro buon rapporto personale è continuato negli anni e ha raggiunto l’apice durante la scorsa Laver Cup, occasione del ritiro del campione di Basilea. Le due superstar erano visibilmente commosse ed emozionate e hanno mostrato al mondo la loro sincera amicizia.
Le loro sfide, ormai giunte alla conclusione, continueranno ad essere ricordate come le piú affascinanti di sempre, ispirando le generazioni future di tennisti di qualsiasi livello ed appassionati del nostro sport.