Leo Borg: l’ultimo tennista figlio d’arte

Vincitore del campionato svedese u16, Leo Borg ha già richiamato gli occhi del grande pubblico, anche per aver recitato la parte del padre da piccolo nel film "Borg vs McEnroe". Ecco una carrellata dei tennisti figli d'arte

[tps_title]KRISHNAN[/tps_title]

10518007_10204559818625906_6288019779057947253_nI Krishnan sono di sicuro la coppia padre-figlio di maggior successo nella storia del tennis. Negli anni Sessanta, Ramanathan Krishnan era l’indiano più noto all’estero dopo il primo ministro Nehru, che l’ha invitato a colazione dopo averlo visto battere Drobny al primo turno a Wimbledon nel 1956. Il suo tennis è un misto di estetica e metodo, tra classicismo e barocco. Per Lance Tingey, del Telegraph, “il gioco è il massimo del fascino orientale”. A Wimbledon è stato fermato tre volte in semifinale, da Neale Fraser nel 1960 e da Rod Laver l’anno successivo. Nel 1960 ha anche rifiutato la proposta di Jack Kramer che gli ha offerto 150 mila dollari per passare professionista: è considerato tra i più forti giocatori del circuito pre-Era Open. Il momento più straordinario della sua vita è quando a nove anni, Krishnan si prostra e tocca i piedi del Mahatma Gandhi: “Non posso descrivere quella sensazione. È il mio eroe, penso che quel momento abbia influenzato e guidato tutta la mia vita.”
La carriera del figlio Ramesh segue la via tracciata dal padre. Anche lui vince il titolo junior a Wimbledon, nel 1979, dopo aver trionfato poche settimane prima al Roland Garros. Diventa così il numero 1 del mondo junior. Ai Championships arriva fino ai quarti di finale nel 1986, un traguardo che tocca per due volte agli Us Open, nel 1981 e nel 1987, ma al suo stile fatto di anticipo e tocco manca un servizio potente e un colpo “killer” per fare l’ulteriore salto di qualità e competere con i primissimi nel lungo periodo. Nel 1987 porta l’India in finale di Davis: è lui che apre e chiude la semifinale contro l’Australia. Batte Fitzgerald nel primo singolare e Wally Masur in tre set nel quinto. In finale, però, la Svezia di Wilander si impone 5-0. Ha lasciato il tennis nel 1993, con otto titoli ATP all’attivo e un best ranking di numero 23 del mondo raggiunto il 28 gennaio 1985: stabilmente tra i primi 30 al mondo, è considerato tra i migliori del panorama orientale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbero interessarti...