Il tennis non è mai prevedibile. Diceva bene Jimbo Connors quando sosteneva che a tennis si gioca ovunque, tranne che sulla carta. È infatti siamo stati felicemente smentiti quando, giusto domenica scorsa (8 marzo), scrivevamo da questa tribuna che il match di Coppa Davis tra Argentina e Brasile offriva tanti spunti di riflessione extrasportivi e pochi tennistici. Ebbene, cospargiamoci il capo di cenere e raccontiamo cosa è successo.
Leo Mayer, numero uno argentino per questo primo turno, opposto a Joao Sousa, che abbiamo visto sconfitto da Lucone Vanni qualche settimana fa, ha vinto il match più lungo della storia della Davis, con una durata di 6h e 42. Non solo, ma i due giocatori hanno messo a segno anche il secondo match più lungo della storia del nostro sport, ritoccando per 9 il precedente record di Santoro e Clement i quali al Rolando si sentivano giustamente a casa e non volevano darsela vinta per alcun motivo.
Un match allultimo respiro che ha protratto il confronto tra Brasile e Argentina alla giornata di oggi, quando Federico Delbonis ha completato la rimonta portando la sua squadra ai quarti di finale, superando Thomaz Bellucci in quattro set. Il vero eroe di questo primo turno però è sicuramente Leo Mayer che si è dimostrato più forte del suo coriaceo avversario, per altro molto in forma in questo inizio di stagione su terra rossa, non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale, visto che ha tenuto botta fino all11° match point.
Mayer è uscito dal campo disidratato e con un principio di insolazione, ma entra di diritto nella storia del tennis argentino e della Davis, insieme a Sousa, naturalmente, il quale purtroppo resterà luomo che ha perso il match più lungo della competizione.
di Alberto Maiale