Nella notte di giovedì, Lleyton Hewitt, ha salutato per sempre il pubblico di Flushing Meadows, e lo ha fatto nel migliore dei modi, al di là della sconfitta, regalando agli spettatori, un match avvincente, conclusosi solo dopo 5 combattutissimi set. E ovviamente l’ ultimo match, non poteva essere un match qualunque, a cominciare dall’ avversario: quel Bernard Tomic, amico, compagno di Davis, erede, secondo molti.
L’ incontro, apparentemente, doveva avere un esito scontato. Il giovane e talentuoso numero 24 del mondo, contro il “vecchio” campione, al passo d’ addio, in tabellone solo grazie a una wild card, ormai stabilmente fuori dalla top 100 (166). I due set iniziali hanno rispettato il copione, Tomic se li è aggiudicati, e sembrava pronto a sbrigare la pratica Hewitt, con un secco 3 a 0, ma poi la reazione d’ orgoglio di Lleyton e il colpo di scena: 6-3 7-5 in suo favore, e il match che si decide al quinto set.
L’ ultimo parziale, è stato il più lungo, Hewitt ha allungato sul 5-3 e si avviava verso l’ impresa che lo avrebbe proiettato al terzo turno, ma l’ ennesimo colpo di scena era dietro l’ angolo, e Tomic, grazie anche a un vistoso calo fisico dell’ avversario, è riuscito a ribaltare il match per il 7-5 finale. Dopo il match point, Hewitt è andato verso il suo avversario con un espressione sorridente, quasi sollevata; qui, nel luogo dove nel 2001 ha vinto il suo primo Slam contro Sampras e ha raggiunto la prima posizione del ranking, Lleyton ha salutato il pubblico con una prestazione delle sue, mostrando ancora una volta quella grinta che lo ha sempre contraddistinto.
Hewitt spera di essere un esempio per quelli che potranno diventare i suoi eredi, Kyrgios, Kokkinakis, e lo stesso Tomic. “Con i mezzi tecnici e fisici di cui dispongono, se riusciranno a mettere in campo la grinta, che io ho sempre messo nei miei match, potranno togliersi delle soddisfazioni” ha aggiunto. La storia di Hewitt sui campi dello US Open è piena di momenti memorabili, 46 vittorie e 13 sconfitte, un trionfo, una finale persa contro Federer, e molte altre presenze in semifinale e quarti di finale, oltre a tante partite memorabili, come quella con Del Potro di due anni fa. “Venivo da un intervento al piede, e non sapevo se avrei mai più calpestato un campo da tennis, fu una battaglia interminabile, che riuscii a vincere dopo 5 lunghi set. È uno dei match che ricorderò sempre” ha aggiunto.
Roger Federer è stato il numero uno in assoluto, secondo Hewitt, ed è proprio lo svizzero a spendere parole di grande ammirazione: ” Lleyton è stato un grande esempio da seguire, un ragazzo che ha vinto il suo primo torneo Atp a 16 anni, e che a 20 anni era numero uno del ranking. Difficilissimo eguagliarlo, e capire la forza fisica, e soprattutto mentale che aveva”. Il leone dopo gli Australian Open appenderà la racchetta per sempre, speriamo dopo averci regalato un altra maratona di 5 set, come sa fare lui…
Andrea Mariotti