Marco Cecchinato: “Mi piace far divertire: l’amore dà forza al mio tennis”

In una lunga intervista a Repubblica, Marco Cecchinato si racconta a fondo, forse per la prima volta. Il palermitano parla della sua ascesa e dell’amore

La sconfitta con David Goffin probabilmente si è trattato solo di un incidente di percorso:si è trattato del primo confronto sul cemento con il belga, dopo la sconfitta in tre set del Foro Italico e la rivincita al Roland Garros. Un’uscita al terzo turno che comunque resta un buon piazzamento per Marco Cecchinato, che di questi tempi, nel 2018, assaggiava i primi importanti palcoscenici. All’alba della nuova stagione sul rosso, Repubblica è riuscito ad intervistare il #1 italiano. Il classe ‘92 si è preso le copertine dopo la semifinale parigina, la prima Slam dopo 40 anni.

CECK E LA FRANCIA- Ceck ha conquistato il Roland Garros con grandi colpi di genio: “Il mio gioco è diverso, forse per questo faccio divertire il pubblico: si è visto al Roland Garros, e in generale nei tornei. E questo mi piace: cerco di prendermi il pubblico come fatto con Novak a Parigi. Ma anche in Argentina, contro Schwartzman: avere tutti contro mi ha caricato.” In Francia l’exploit del siciliano ha entusiasmato tutti, soprattutto perché si vede quanta passione inserisca nel suo tennis in cui il rovescio è il colpo più importante, mosso dall’amore: “Beh, è Gaia (detta anche “Peki”) che mi ha fatto diventare uomo: mi chiama a tutte le ore e ha fatto svoltare un ragazzo di 25 anni anche nel tennis.”

NORD E SUD UNITE DAL TENNIS- La grande maturità del tennista siciliano è avvenuta non ancora maggiorenne: avvicinatosi al tennis sin da piccolo, già a 7 anni giocava al TC Palermo, giocando tra Vucciria e Mondello, il momento che l’ha fatto svoltare è stato all’età di 17 anni, quando il cugino Francesco chiamò Massimo Sartori, coach di Andreas Seppi, che allenava a Caldaro in provincia di Bolzano. L’evento che gli ha permesso di cambiare, non solo dal punto di vista tennistico: “È stato difficile passare dalla vita di mare a quella di montagna. Il mio sogno di entrare nella Top100 ha mosso le mie speranze ed ambizioni: Sartori mi diceva sempre che ero uno stagista. I primi mesi furono difficili ma formativi: due anni molto belli, in cui mi cucinavo da solo, tutt’altra cosa rispetto all’accoglienza di mammà a casa.”

FORTIFICARE IL CARATTERE E I RAPPORTI: N°1 ITALIANO- Dopo la semifinale transalpina, Cecchinato ha continuato a sorprendere, mostrando sempre più consapevolezza dei propri mezzi, come dimostrato a febbraio vincendo il torneo di Buenos Aires, che gli ha permesso di raggiungere la 16esima piazza mondiale, diventando numero 1 d’Italia: ” Io numero uno d’Italia…lo dissi al Foro Italico un anno fa che c’era l’obiettivo, ma non avrei mai creduto di vederlo realizzare così velocemente. Comunque Fognini rimane un esempio: con tutto quello che ha fatto. Intanto mi godo il momento.” Ma Ceck è ancora ambizioso e non vuole smettere di sorprendere forte di un carattere che si è irrobustito grazie alla montagna: “Mi ha disciplinato e Seppi per me è davvero un esempio: lui era un idolo, infatti ancora oggi ho un certo rapporto con lui.”
Un carattere che si è fortificato a Bordighera dove ha conosciuto Umberto Ferrara, suo fisioterapista quasi paterno sin da 7 anni, e il coach Simone Vagnozzi che lo hanno aiutato molto ma bisogna sempre essere umili e forti, nella vita e nel tennis: “Il campo e la sua legge terribile: puoi avere i migliori psicologici e coach ma sei solo in campo e devi trovare una soluzione. Nella vita è così ed oggi sono ancora in contatto con gli amici d’infanzia con cui giocavamo a basket, tennis, calcio: sono sempre io.”
Ceck è in rampa di lancio, nel suo momento migliore, mostrando la sua semplicità: continuerà a stupire?

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