Quella che segue è la nona parte del nostro lungo viaggio nella storia del Masters maschile, attualmente chiamato ATP Finals (a cui da quest’anno va aggiunto il nome dello sponsor, Nitto). Per farlo ci siamo documentati scorrendo le pagine del libro di Remo Borgatti “Il Masters – Storia del più atipico dei tornei” edito da Effepilibri, che ci ha gentilmente concesso di riportarne alcuni passaggi, che metteremo in grassetto e in corsivo. Per gli amanti di numeri e statistiche, a supporto e completamento del libro, l’autore tiene un blog all’indirizzo https://mastersatp.wordpress.com/ in cui potrete trovare tutto ciò che manca, per motivi di spazio, nel libro.
2000 – Il nuovo millennio porta in dote idee altrettanto nuove nel circuito ATP e una di queste è il ritorno al “nomadismo” per il torneo di chiusura della stagione, che adesso ha preso la denominazione di Masters Cup. La prima città designata è Lisbona e il magnifico Pavilhao Atlantico è il teatro in cui recitano gli otto maestri della stagione 2000.
“I magnifici otto di Lisbona sono il perfetto punto d’incontro tra la vecchia guardia e il nuovo corso. Gli statunitensi Agassi e Sampras, il russo Kafelnikov e lo spagnolo Corretja appartengono alla prima; Safin, Norman, Kuerten e Hewitt al secondo.” Nella stagione ci sono stati quattro diversi vincitori di slam e ben otto nei nove Masters Series e non è sorprendente che a Lisbona, oltre al titolo di maestro, ci sia in palio anche la prima posizione mondiale.
A contendersela sono Marat Safin e Gustavo Kuerten, ma per superare il rivale il brasiliano deve vincere il torneo senza che il russo vada oltre le semifinali. Il primo turno aiuta la causa del russo, che batte Corretja dopo che lo spagnolo ha servito per l’incontro sul 5-4 del secondo set, mentre Kuerten, alle prese con problemi alla schiena, perde al terzo con Agassi.
Safin batte anche Hewitt e, per come stanno le cose, gli basterà entrare in semifinale a punteggio pieno per rendersi irraggiungibile in vetta al ranking. Ma è più probabile che sia lo stesso Kuerten a consacrarlo sul trono; il ragazzo di Florianopolis decide di affrontare Norman solo dopo essere “stato anche parecchie ore dal fisioterapista” e le sue quotazioni sono in ribasso. Invece Guga serve benissimo e ottiene i primi due punti del suo torneo.
Agassi è un rullo compressore e prenota la semifinale con largo anticipo, lasciando che il secondo posto del gruppo se lo contendano Kafelnikov e Kuerten. Il russo è alla 101esima partita ufficiale in stagione e la stanchezza si fa sentire ma Kuerten ha dimostrato di aver superato i problemi fisici e gioca benissimo. Ci pensa poi Safin a dargli un’ulteriore iniezione di fiducia, perdendo seccamente l’ultimo incontro di round-robin con un Sampras pure lui in crescita.
Nel post-partita che gli ha consegnato le chiavi della semifinale, Kuerten è raggiante. “Questo pubblico è meraviglioso e mi aiuta nei momenti di difficoltà. La vita è piena di emozioni, belle e brutte, e io sono felice di poterle vivere. Sono in semifinale e questo è un grande risultato per me e per la mia nazione. Domani affronterò Sampras, a mio avviso il più grande tennista di sempre, e lo farò senza preoccupazioni. A mente libera. Non penso al numero uno, che è in buone mani, e solo un miracolo potrebbe cambiare lo stato delle cose.”
Invece il miracolo accade. Safin perde malamente da Agassi con un doppio 6-3, Kuerten recupera un set a Sampras e in finale si ripete con un triplo 6-4 ad Agassi che gli consegna torneo e primato mondiale. La nuova stagione del Masters non poteva iniziare meglio di così.
2001 – La nuova arena sportiva di San Paolo non viene completata nei tempi stabiliti e il Masters, che doveva svolgersi in Brasile, si trasferisce a Sydney. Il campione in carica Kuerten deve difendere il primato conquistato giusto un anno prima (ma per qualche settimana tra febbraio e aprile l’ha dovuto cedere a Safin) dagli assalti di Hewitt e Agassi. “La situazione di partenza è questa: Guga 771 punti, Lleyton 723, Andre 684. In palio ci sono venti punti per ogni vittoria nel round-robin, quaranta per la semifinale, cinquanta per la finale.”
I calcoli però diventano ben presto semplici. Kuerten non è in forma, perde tutti e tre i suoi incontri (con Ivanisevic, Kafelnikov e Ferrero) e scende dal podio su cui sale il beniamino di casa Hewitt che batte Rafter nel derby e si garantisce il primo posto nel gruppo. L’australiano diventa così, a soli 20 anni, il più giovane numero 1 della storia.
Le semifinali sono a senso unico e, se Hewitt rispetta in pieno il pronostico battendo Ferrero, nell’altra Kafelnikov racimola appena sei giochi con il sorprendente Grosjean. Non è una novità che la finale riproponga una sfida già vista nella fase a gironi e nemmeno che l’esito venga ribaltato ma stavolta Hewitt è troppo concentrato e per il francese non c’è scampo.
2002 – Al termine di una stagione strana, in cui ci sono stati ben otto diversi finalisti nei major e due nuovi vincitori (Thomas Johansson e Albert Costa), il Masters dovrebbe chiarire chi è il migliore di tutti anche se Sampras, dopo la vittoria agli US Open, ha annunciato che probabilmente appenderà la racchetta al chiodo. Si gioca a Shanghai; con Hewitt (1) ci sono Safin, Moya e Costa mentre Agassi (2) ha pescato Ferrero, Federer e Novak.
Carlos Moya si impone a Safin e Hewitt e conquista la semifinale con un turno di anticipo ma nell’ultima giornata affronta Albert Costa con la consapevolezza che, in caso di sconfitta per due set a zero, sarebbe il connazionale ad avanzare nel torneo a spese di Hewitt. I detrattori della formula tuonano perché ci sono i presupposti per il classico biscotto ma Lleyton non ha dubbi e dichiara: “Conosco Carlos molto bene e sono sicuro che questo pensiero non lo sfiora nemmeno”.
Il n°1 del mondo non ha sbagliato il suo giudizio; Moya resta sul campo quasi tre ore e alla fine batte Costa in tre set e chiude il girone al primo posto. L’altro gruppo invece è vinto a sorpresa da Federer mentre Agassi, dopo le sconfitte con Novak e Ferrero, si ritira e lascia il posto alla riserva Johansson. Sono le “semifinali più giovani nella storia del torneo: poco meno di 102 anni in tutto con Moya (26) contro Ferrero (22) e Federer (21) contro Hewitt (21).”
I vincitori dei due gruppi pagano dazio e in finale ci vanno Ferrero e Hewitt. L’australiano batte Federer al termine di una sfida quanto mai incerta (7-5, 5-7, 7-5 lo score) mentre Juan Carlos si aggiudica il derby con più facilità. “I circa diecimila cinesi che hanno pagato da 150 a 200 dollari per assistere alla finale vengono ripagati da quasi quattro ore di emozioni.”
Come al solito, la finale è al meglio delle cinque partite e Hewitt la ipoteca aggiudicandosi i primi due set per 7-5 ma Ferrero rinviene e pareggia con un doppio 6-2. Nel quinto lo spagnolo è due volte avanti di un break ma il primo ad arrivare al match-point è Hewitt; Rusty lo fallisce ma non il secondo e un lob millimetrico gli consentono di confermarsi maestro.
Nella prossima puntata, che uscirà sabato prossimo (11/11), parleremo del quadriennio 2003-2006.
Questi i capitoli precedenti:
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-gli-anni-di-nastase/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-connors-inaugura-lera-del-madison/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-le-doppiette-di-borg-e-lendl/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-il-tempo-di-john-mcenroe/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-lendl-ancora-sul-trono/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-in-germania-vincono-agassi-sampras-e-becker/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-anche-stich-tra-i-maestri/
http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/masters-story-sampras-re-di-hannover/