Reduce dalla sua migliore stagione nel circuito ATP, Matteo Berrettini punta ancora più in alto per il 2019. Ai microfoni della Federazione, il romano ha mostrato la sua gioia per la seconda vittoria consecutiva in serie A1: “È stato bello chiudere l’anno confermando la vittoria in serie A1, anche perché più che una squadra siamo quasi come una seconda famiglia.
Il 2018 per me è stato davvero positivo, sia in termini di risultati che di esperienze. È stato il mio primo anno a tempo pieno nel circuito ATP e ci sono stati tanti momenti importanti, come la vittoria contro Sock a Wimbledon. Se devo scegliere il momento più alto non posso che pensare al titolo a Gstaad, il primo per me nel circuito maggior, bella e inaspettata, per questo doppiamente gratificante. Da fuori può essere apparsa una vittoria semplice, ma è stata una settimana molto intensa e impegnativa.
Ho riguardato alcune repliche dei match su SuperTennis e mi emoziono sempre, fa un certo effetto riguardarmi perché in partita non riesco a cogliere tutti gli aspetti. Dalla TV si nota che mi sentivo bene in campo e che mi riusciva tutto abbastanza facilmente.”
Quest’anno è sicuramente servito a dare fiducia a Berrettini, consapevole dei suoi mezzi: “Ora so che in tutte le partite posso giocarmela, anche con avversari più quotati. Quando ho affrontato Top 10 come Zverev o Thiem ho perso ma in alcuni momenti ho capito che la distanza tra il nostro livello non è siderale. Si tratta di una consapevolezza importante per il futuro, so che devo avere più costanza non solo nella singola partita ma anche nel corso della stagione.”
“Dopo il torneo di Mosca mi sono concesso due settimane di vacanza perché avevo un problema alla gamba ed ero davvero stanco. Abbiamo lavorato sull’aspetto fisico in modo da prevenire infortuni, ma anche sul punto di vista tecnico. Stiamo curando il rovescio e il servizio, in modo da renderlo ancora più incisivo ed efficace, senza dimenticare gli spostamenti per poter trovare il giusto timing e comandare gli scambi. L’obiettivo è quello di diventare il più completo possibile per competere al massimo livello.”
Tra gli obiettivi del 2019 non c’è la scalata al ranking, ma un complessivo miglioramento nel suo gioco: “Parto il 27 dicembre per Doha, poi giocherò Auckland prima degli Australian Open, dove spero di poter ottenere un buon risultato. Subito dopo c’è la Coppa Davis: spero di essere convocato e di poter scendere in campo a Calcutta. L’esperienza a Genova contro la Francia è stata significativa, mi ha insegnato molto.
Cosa chiedo a Babbo Natale? Innanzitutto la salute, penso di aver già dato in quanto a problemi fisici. Per quanto riguarda il mio gioco sento di non aver ancora espresso il mio potenziale e di poter migliorare in vari aspetti, proprio per questo non mi pongo obiettivi nel ranking. Se i risultati non dovessero arrivare subito, saprò che stiamo investendo su un processo di crescita e maturazione a 360 gradi e a lungo termine.”