Matteo Berrettini: “Questo virus mi sta facendo riconsiderare le mie paure”

Il tennista romano, ospite del programma Casa Sky Sport, ha raccontato le sue sensazioni in merito all'emergenza coronavirus e al conseguente blocco delle competizioni ufficiali.

Nella giornata di ieri Matteo Berrettini è stato ospite del programma Casa Sky Sport, ecco le sue dichiarazioni: “Rispetto alla normalità le giornate sono sicuramente più strane e noiose, di solito succede quando siamo infortunati. Adesso la priorità è pensare alla salute e cercare di fermare questo virus. Bisogna aspettare e fare un passo indietro, riconsiderando le nostre paure. In questo momento non ho più paura di scendere dal n. 8, ho molta più paura del virus”.

Berrettini ha poi commentato l’annullamento dell’intera stagione sulla terra e la possibile cancellazione del torneo di Wimbledon: “È pazzesco pensare che Wimbledon possa essere annullato, ma è chiaro che sono questioni che passano in secondo piano rispetto a ciò che sta succedendo nel mondo. Ci sono tante persone senza un lavoro e tante altre che stanno soffrendo. Mi è dispiaciuto di pù per l’annullamento di Roma, è stato un colpo al cuore. Adesso dobbiamo solo avere pazienza e vedere cosa succederà. Contro Federer a Londra mi sono divertito; lui ha giocato in modo perfetto, io invece non ero pronto per quel tipo di palcoscenico. Ma ne ho fatto tesoro e mi è servito più avanti nel corso della stagione”.

Sui suoi idoli il tennista italiano non ha dubbi: “Il mio idolo tennistico è Federer, ho sempre avuto un’adorazione quasi divina. Vinceva tutto quando ero un ragazzino, poi è veramente elegante in campo. Da quando ci gioco contro ho smesso di tifare per lui. Se dovesse vincere l’oro olimpico a Tokyo sarebbe fantastico, sarebbe una cosa da Roger. Al di fuori del tennis, il mio idolo è LeBron James; se non avessi giocato a tennis mi sarebbe piaciuto provare con il basket, adoro il mondo NBA e tutto ciò che ruota intorno ad esso”.

“Ho avuto la fortuna di giocare contro i big 3 e anche contro Murray, che, nonostante non fosse al massimo in quel periodo, mica comunque battuto”, ha aggiunto Berrettini. “Quello che mi ha messo più in difficoltà dal punto di vista tecnico è stato Djokovic, da quello emotivo Federer e da quello fisico Nadal”.

Sulla sua maturazione tennistica: “Le cose sono cominciate a cambiare dopo la semifinale a New York. È stato un grande passo in avanti, non pensavo alla top 10, ma soltanto ad esprimere il mio miglior tennis. Non so nemmeno io come sia successo, ma credo che quegli Us Open siano stati il trampolino di lancio. Superficie preferita? Difficile da dire. Fino a 12 mesi fa avrei risposto terra, ma ho ottenuto buoni risultati ovunque. Forse il cemento outdoor è la superficie più congeniale per le mie caratteristiche tecniche. Ero pronto per Indian Wells, ora sto cercando di migliorare la mia condizione atletica. Al momento il tennis è in secondo piano, devo recuperare la forma fisica dopo lo stop di inizio anno. Cerco di non mollare mai, ma devo migliorare gli spostamento laterali e il gioco di volo”, ha concluso Berrettini.

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