McEnroe intervistato da El Mundo: Federer, Muguruza, Nadal e Kyrgios

SuperBrat ci offre diversi spunti interessanti su alcuni degli argomenti che sono emersi da questi Us Open: la situazione di Federer, il ranking WTA, il ritorno di Nadal e la Next Gen.

LA SCONFITTA DI FEDERER – Del primo argomento dell’intervista si è parlato tanto nell’ultima settimana. La sconfitta di Roger Federer, favorito all’inizio del torneo, per mano del redivivo Del Potro ha trasferito i favori del pronostico (e il suo peso) su Nadal, che stasera affronterà Kevin Anderson nella finale a Flushing Meadows, trasmessa da Eurosport stasera alle 22. “Ha 36 anni e nel tennis a quest’età si è vecchi. Quello che ha fatto quest’anno è incredibile, ma quando incontri Del Potro è molto pericoloso”. La partita, terminata 64 al quarto set dei quarti di finale, ha mostrato uno svizzero piuttosto falloso, e un Del Potro invece in ottima forma. “Federer è umano. Non ero molto sicuro di questo ma lo è” commenta McEnroe, con riferimento ai problemi alla schiena che potrebbero averne compromesso la partita, e che già si erano manifestati a Montreal.

GARBINE MUGURUZA – Parlando del recente avvento al trono WTA della Muguruza, dice “mi aspettavo che Garbine vincesse almeno 5 titoli del Grande Slam dopo aver vinto il suo primo”. In questa edizione dello slam statunitense la Muguruza ha perso in due set da Petra Kvitova, 13 del seeding, al quarto turno. La Pliskova, sua diretta concorrente per la vetta, ha invece perso dall’americana Vandeweghe al turno successivo, perdendo però punti importanti nel calcolo basato sul risultato dell’anno scorso. “Non so se rimarrà al numero 1 per molto tempo, dipenderà da quando e come tornerà Serena, ma la vedo nella top 5 almeno nei prossimi 5 anni”: come stiamo osservando da qualche mese a questa parte, infatti, con l’assenza della Williams il posto più alto del ranking femminile stenta a trovare una detentrice definitiva.

LA CONDIZIONE DI RAFA – Ricordando l’ottima partita giocata da Nadal a Melbourne all’inizio dell’anno, McEnroe dice che “già in Australia aveva dimostrato che stava bene fisicamente e che poteva battere chiunque. Non pensavo che potesse tornare in questo modo dopo così tanti infortuni e avevo dubbi sull’integrità delle sue ginocchia, soprattutto sulle superfici veloci. La finale in Australia è stata probabilmente la migliore partita dell’anno”. A giudicare dai risultati ottenuti quest’anno, si direbbe che alla fine il fisico del mancino di Manacor non abbia sofferto troppo i cambi di superficie. Questa stagione fa tornare alla memoria, infatti, le sue migliori: il 2010 e il 2013. Riferendosi a Murray e Djokovic, invece, il sette volte campione slam esprime dubbi sul tentativo di recupero che entrambi hanno messo in atto, ritirandosi fino a fine anno: “Non credo torneranno forti come Federer. Io ho fatto lo stesso quando avevo 27 anni, sono stato sei mesi fuori dal circuito. Volevo essere un giocatore migliore ma non sono mai tornato lo stesso.”

“NON È FACILE AVERE SUCCESSO” – Fra i giocatori della Next Gen i favori dell’americano vanno a Shapovalov, “poi anche Zverev (che, ricordiamo, ha perso al secondo turno da Borna Coric), ma non credo che quest’ultimo abbia ancora la costanza fisica sufficiente”. Su Kyrgios invece “dovrebbe essere top 5. Non sa competere, la competizione lo annoia ma dovrebbe allenarsi con Nadal, uno che sa cosa vuol dire lottare punto per punto”. Nel finale dell’intervista McEnroe ha parlato anche del momento in cui è diventato numero 1 del mondo a sua volta, affermando che “fu deludente, Borg aveva smesso di giocare. Avrei preferito essere secondo e che lui continuasse. Immaginate che Federer o Nadal non giochino più: sarebbe una grande perdita per il tennis. Il mio problema è stato che non ho continuato a lavorare per migliorare e altri giocatori mi hanno superato prima di quanto non mi aspettassi. In quel momento mi chiedevo se stessi facendo le cose giuste, ma ripensandoci ora dice che non è facile rimanere numero 1; c’è una grande differenza fra essere primo e secondo.”

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