McEnroe: “Non potrei mai allenare uno come Murray”

L'ex numero uno del mondo si rivela in un'intervista al "The Guardian", raccontando perché non potrebbe mai diventare il coach di Andy Murray

Ultimamente gli angoli dei tennisti vedono protagoniste vecchie glorie del tennis mondiale, a cui si affidano per migliorare ulteriormente il loro gioco e apprendere dalla loro esperienza. Non ultimo John McEnroe, ex numero 1 del mondo, che allenerà nei prossimi mesi il gigante canadese Milos Raonic, reduce dalla sconfitta ai Queen’s da parte di Andy Murray.

QUESTIONE DI CARATTERE – Proprio il tennista scozzese, che anche lui ha ingaggiato una vecchia conoscenza del tennis, Ivan Lendl, è l’oggetto delle parole dell’americano, che spiega di non essere il tipo che potrebbe allenare il numero due del mondo per ragioni di carattere: “Non sarei riuscito a gestire le sue urla sul campo per troppo tempo. Sarebbe una relazione molto breve, posso comprendere che questo sia il suo modo di stare sul campo, alcune volte potrei tollerare, ma altre. . .andiamo!”

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO – Sotto questo punto di vista, la somiglianza tra i due caratteri sembra essere eccessiva e questo, come conferma McEnroe non è una buona cosa per l’allenatore: “Perché non sono stato chiamato da Kyrgios per allenarlo? Le persone pensano che si dovrebbe allenare qualcuno che ti somigli, può sembrare una combinazione perfetta ma in realtà è un perfetto disastro. Così sarebbe stato con Andy, abbiamo una parte di energia molto simile, si tratta di un lato del carattere di cui non andare fiero!”

LA STORIA INSEGNA – Gli eccessi di rabbia portano raramente a risultati positivi, e se lo dice uno come John McEnroe non si può fare altro che alzare le mani. “Posso dire dall’alto della mia esperienza personale che arrabbiarsi e dare di matto sul campo può farti distrarre. Mi è costato la finale del Roland Garros del 1984.” In quella occasione, lo ricordiamo, dopo aver vinto i primi due set, McEnroe fu battuto proprio da Ivan Lendl, attuale coach di Murray.

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