CIRCUITO ATP

Daniil Medvedev: “Impazzirei se facessero un documentario su di me”

Daniil Medvedev ha superato brillantemente il terzo turno del Mutua Madrid Open 2025, battendo Juan Manuel Cerúndolo con un convincente 6-2 6-2. Il tennista russo, alla ricerca di un titolo ATP che gli manca da quasi due anni (Roma 2023), ha mostrato una solidità impressionante contro l’argentino, fratello di Francisco Cerúndolo, che aveva sorpreso tutti eliminando Felix Auger-Aliassime in due set nel turno precedente.

La prestazione e il rapporto con la terra battuta

Medvedev, che si presentava all’incontro senza alcun rodaggio a causa del forfait di Laslo Djere nel secondo turno, non ha mostrato esitazioni nel suo debutto madrileno. In conferenza stampa, il russo ha condiviso le sue sensazioni sulla superficie che storicamente non ama particolarmente:

“Ogni giorno mi sento meglio sulla terra battuta. La mia mentalità è quella di cercare di raggiungere qualcosa di grande. Ho vinto a Roma in passato e questo mi dà molta fiducia in me stesso. Ho ottenuto buoni risultati e in questa stagione ho già battuto giocatori forti su questa superficie.”

Il russo ha anche ammesso la sua delusione per la rapida eliminazione a Monte-Carlo contro De Minaur (6-2 6-2), ma ha mostrato fiducia nelle sue capacità: “Voglio giocare il mio miglior tennis perché penso di poter giocare in modo molto simile a come gioco sul cemento.”

L’importanza delle palle corte

Durante l’incontro con i giornalisti, Medvedev ha condiviso anche le sue riflessioni sulle palle corte nel tennis moderno, un elemento tecnico particolarmente rilevante sulla terra rossa:

“Sono importanti nel gioco, le uso a volte, e anche se non sono il migliore, le faccio. È qualcosa che ti viene dalla nascita, saperle fare bene o no. Le palle corte di Alcaraz o Musetti sembrano impossibili da riprendere. È in quel momento che sono più pericolose perché non te le aspetti, eppure le fanno alla perfezione.”

Il tennista ha anche offerto uno spunto interessante sull’evoluzione del tennis moderno: “Ora tutti possono difendersi con le proprie armi. Reilly Opelka corre peggio di Alcaraz e forse di me stesso, ma si difende bene. Può correre, sostenere scambi… 10 anni fa, giocatori come Zverev probabilmente avrebbero basato il loro gioco sul servizio e volée. Il gioco si evolve, come altri sport quali il calcio.”

Un secco “no” al documentario su Netflix

Con il recente lancio del documentario su Carlos Alcaraz, a Medvedev è stato chiesto se vedesse possibile un progetto simile sulla sua carriera. La risposta è stata decisamente schietta e divertente:

“Ho visto come hanno fatto il documentario su Alcaraz, e la verità è che sei circondato da un sacco di telecamere tutto il giorno. Non è una cosa che mi piace, non fa per me. Firmo autografi per chiunque me lo chieda quando sono in campo, e in hotel o in vacanza, ci sono molte persone che chiedono foto o autografi. Va bene, lo faccio, ma quando sono a cena con la mia famiglia o in un ambiente più privato, no.”

E ha concluso con decisione: “Posso essere piuttosto maleducato in questo senso. Impazzirei se facessero un documentario su di me, perché vogliono sempre qualcosa in più di quello che gli hai concesso. Vogliono filmare i tuoi figli, tua moglie, farti domande e scoprire di più sulla tua vita privata. So che i fan vorranno sapere tutto di me, ma bisogna mantenere un po’ di spazio personale. Quindi no, non credo che farò mai un documentario su me stesso, ma mai dire mai.”

Redazione Tennis Circus

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