Mick Lescure. Quasi sicuramente sarà la prima volta che sentirete parlare di questo ragazzo classe ’93, professionista dal 2010, mai andato oltre la 487esima posizione a livello mondiale. In 8 anni di tennis a livello internazionale si è fatto notare solo a livello Futures, riuscendo a qualificarsi una sola volta per un torneo Challenger (a Segovia, dove ha perso al primo turno dallo spagnolo Carlos Taberner).
Tra il 2014 ed il 2018 ha collezionato 6 finali nei tornei Futures, vincendone quattro (di cui una nel 2015 contro Ilya Ivashka, attuale numero 84 del ranking) e perdendone due, entrambe per 6-3 6-2. In doppio è andato decisamente meglio, arrivando a disputare 24 finali (sempre a livello Futures) e vincendo due partite nei tornei Challenger (eliminando avversari come Jamie Cerretani, oggi numero 63 del ranking e Marin Draganja, ex numero 20 al mondo in doppio). Su 24 finali se n’è portate a casa 13, incontrando diversi avversari attualmente tra i primi 100 al mondo, come Matwe Middelkoop (numero 38 del ranking ATP), Kevin Krawietz (numero 70 al mondo), Maximilian Marterer (alla 71esima posizione in singolare), Marc Lopez (ex numero al mondo di doppio) e Jaume Munar (ad oggi numero 79 del mondo in singolo).
Nonostante abbia effettivamente avuto molto più successo nel doppio, in 8 anni di carriera professionistica il suo prize money ottenuto grazie ai match giocati in coppia è stato di circa 20 mila dollari, meno della metà di quello ottenuto nel singolare (poco più di 47 mila dollari). Un totale di 67 mila dollari, che, confrontato con il prize money di un giocatore stabilmente nei primi 200 del mondo per otto anni risulta assai inferiore. Disparità che segnano ormai inevitabilmente il mondo del tennis professionistico moderno se pensiamo ad esempio che in un qualsiasi torneo dello Slam solamente giocando il primo turno si finisce per guadagnare oltre 50 mila dollari.
Ed è qui che Mick Lescure, come molti altri tennisti prima di lui, è caduto nella tentazione di guadagnare dei soldi facili vendendo alcuni match. La prima volta nel 2015, in un Futures a Bangkok, per poi continuare per altri 30 match, arrivando ad intascare circa 30 mila euro (quasi la metà di quanto ha guadagnato giocando a tennis). Cifre che fanno decisamente comodo a tutti quei giocatori che non riescono a sfondare nel mondo del tennis che conta e che si lasciano dunque sopraffare dal possibile aumento di guadagni. Con buone probabilità, Lescure è solo uno dei nomi presenti in una lunga lista di tennisti finiti nella trappola delle scommesse, una trappola che al 99% chiuderà definitivamente la carriera professionistica del francese.
14 comments
Sempre dalla Francia e dai francesi i guai
Basterebbe anche dare più incentivi e montepremi più appropriati anche a livelli leggermente più bassi per evitare queste cose.
È ridicolo che (parlando dello sport individuale più seguito del mondo) solo i primi 100/120 campino in modo dignitoso…
Se fossi 300 del mondo (che comunque significa essere bravi) e mi accorgessi di non arrivare a fine mese li venderei anche io gli incontri, pochi cazzi…
Provate a dare compensi di merda nelle serie minori di calcio, poi vediamo che succede.
Se tu una categoria la affami poi non ti puoi lamentare che avvengano certe cose.
Poi ci si lamenta, “c’è poco ricambio generazione”, “il tennis non va avanti”, “ci son sempre i soliti noti”…
Grazie al cazzo, quanti ragazzi forti mollano ogni anno? Gente nei top 500 a 18/20 anni che non intasca una lira e giustamente si scoccia e va a fare il corso per diventare maestro, e tanti saluti, ed il tennis ci rimette.
Nel calcio ed in tanti altri sport guadagnano bene addirittura le pippe, a tennis il numero 200 campa come un operaio, fanno bene a vendere le partite, il sistema non mi fa guadagnare? E allora reagisco di conseguenza, punto.
Non gli si può dir nulla.
Antonio Sanna non sei comunque legittimato a vendere le partite o vogliamo credere che chi le vende non arrivi a fine mese? Chi lo fa non ama lo sport e a 18 /20 anni scegli di cercare un altro lavoro e pratichi il tennis come hobby. Il tuo ragionamento è lo specchio di una parte di italiani che non dovrebbero nemmeno seguirlo lo sport
Tutt’altro, il mio ragionamento è molto semplice : “Se il sistema mi dà ciò che merito bene, benissimo, diversamente ci penso da me”.
Stesso discorso per i commercianti e le varie evasioni fiscali.
Se lo stato chiede una percentuale equa uno giustamente da persona onesta paga le tasse, se lo stato chiede quasi la metà è normale che uno evada, perché la gente non è scema a spaccarsi il culo per un tozzo di pane alla fine del mese.
Uno deve essere onesto, quando l’onestà però è ripagata con la stessa moneta, se il sistema prova ad incularmi stai sicura che io mi difendo, ci mancherebbe altro.
Un numero 200/300 del mondo non dovrebbe mai guadagnare meno di 500 mila o un milione all’anno.
Il tennis non è burraco, è lo sport individuale più importante e prestigioso del mondo, giustamente chi occupa certe posizioni è incazzato ed arriva a vendere le partite per racimolare qualche soldo.
Roba da matti, 200 del mondo e guadagnano due lire, ed hai il coraggio di dire : “Giochino a tennis come hobby”, come fossero pippe.
Tu non hai idea di quanto sia difficile arrivare ad essere un top 500 atp.
Se guadagnassero ciò che meritano non venderebbero nessuna partita, siccome non è così, il fine giustifica i mezzi, punto.
Fallo tu un lavoro guadagnando un ventesimo di quanto dovresti, vediamo come ti comporti, ipocrita.
Antonio Sanna mi risulta che chi frequenta i circoli di tennis non sia certo un morto di fame e abbia la possibilità di pagare o far pagare tesseramento e lezioni attrezzatura etc. Fatto sta che lavorano divertendosi e seguendo una passione, tutti lavoriamo per lo stipendio ma se ciò non ci soddisfa dovremmo provare a cambiare non a truffare chi segue lo sport, ipocrisia è giustificare queste cose magari perché qualcuno che scommette ci lucra che dici?
No, qua non ci siamo capiti…
Ognuno sceglie di fare un lavoro che lo gratifichi, e va benissimo, non è però una scusa per far guadagnare una ciofeca a chi fa quel determinato lavoro.
Se no possiamo dare a tutti 1000 euro al mese e dirgli : “Ti piace il tuo lavoro? Allora sei a posto”.
Non è così che funziona.
E chi gioca a tennis a quei livelli per inciso non affronta mica le spese minime di un ragazzino che fa la scuola tennis.
Per essere un professionista pagano coach a tempo pieno, fisioterapisti, viaggi etc…
I montepremi dei vari challengers e futures dovrebbero essere più alti e nessuno venderebbe le partite, tutto qui.
Antonio Sanna ma chd cazzo stai dicendo il numero 200 al mondo paga coach e fisioterapista..non ha ne coach e ne fisioterapista..è poi dimmi tu quanti soldi devono dare a questi livelli dove giocano i challenger solo loro due e l arbitro..non c’è neanche il racchetta palle devo persino raccogliersi le palline..quanti soldi devono dare a questa gente fammi capire?
Antonio Sanna quindi sei convinto che se guadagnassero adeguatamente non venderebbero le partite? Ripeto se non hai la possibilità di affrontare determinate spese fai altre scelte e soprattutto non sei sta gran cima di giocatore, essere più consapevoli dei propri limiti sarebbe già un traguardo per alcuni.
Secondo me nei match di seconda fascia le combine sono di routine, i giocatori non riescono a fare fronte alle enormi spese che una attività agonistica professionistica comporta, prassi che avviene sia al livello maschile che femminile.
Continui a non capire…
Quello che è sbagliato è proprio che un numero 200/300/400 del mondo non riesca a far fronte a certe spese.
Non sono loro che son pippe, è il sistema legato ai guadagni di challenger e futures che fa ribrezzo.
C’è una forbice troppo ampia che separa un top 100 da un top 300/500, e questo non lo dico io, i giocatori si lamentano da anni di sta cosa…
E poi ci si sorprende del fatto che il tennis non vada avanti, che crescano meno campioni, meno comprimari etc…
Per forza, perché molti abbandonano prima di arrivare dove sarebbero potuti arrivare se solo avessero avuto più introiti, quello è il punto.
Non sono tutti Zverev che a 20 anni è già top 10…
Ci son tanti giocatori che abbandonano a 20/23 anni da numero 200 o 300 del mondo, giocatori che non sarebbero certo diventati Federer, ma magari un buon 25/30 del mondo sì…
E invece, con il modus operandi attuale questi giocatori li perdiamo prima che abbiano espresso appieno il loro potenziale, perché quando le federazioni avrebbero dovuto credere ed investire in challenger e futures invece li hanno mandati a fare in culo…
Così facendo lo ammazzi uno sport, e a quel punto non ti lamentare se uno pur di continuare a giocare si vende qualche partita per tirare avanti…
Antonio capisco e proprio per i motivi che esponi non possono far altro che combine. Solo di allenatori, staff, fisioterapista spese varie, devono macinare soldi,da qualche parte devono uscire.
Si si lo so, il mio commento precedente era rivolto ad Angela infatti non a te Andrea
Antonio Sanna scusa.
Antonio Sanna continuo a non capire e tu continui a legittimare un fenomeno mafioso non certo dovuto a condizioni di povertà. Un numero 200 se non è quantomeno bravo non diventerà mai un 30 e credo che chi sta dietro a questi atleti sappia bene fino a che punto possano arrivare. In altri sport come ad esempio l ‘atletica o la ginnastica o il nuoto la situazione è molto peggiore ma credo siano atleti, sportivi per passione in primis e spesso molto meno “fighetti” di giovani tennisti sopravvalutati che si sgonfiano col tempo. In ogni caso se non ci fossero scommettitori sarebbe meglio per qualsiasi sport. P. S. Capisco benissimo, non sono d’accordo semplicemente, forse sei tu a non aver capito.