Mouratoglou: “Djokovic distratto da altre questioni in questi US Open”

L'ex coach di Serena Williams ha puntato il dito sulla questione della nuova associazione che si aggiunge a un periodo non proprio tranquillo per il serbo

Che il 2020 non fosse un anno “normale” lo avevamo capito da tempo: la pandemia, il circuito fermo, l’assenza di pubblico, tornei cancellati o spostati in periodi dell’anno inusuali. Quando sono stati organizzati gli US Open si sapeva che non sarebbe stata un’edizione come tutte le altre visto il clamoroso forfait di Nadal che si aggiungeva all’assenza di Federer per infortunio (prima volta dal 1999 senza i due campionissimi). Quello che non si sapeva era l’epilogo del torneo per il numero 1 del mondo Novak Djokovic, escluso dal torneo per squalifica dopo l’ormai famosa “pallata” alla giudice di linea sul 5-6 del match contro Carreno-Busta. L’episodio sta facendo parlare un po tutti, lo farà ancora a lungo e rimarrà probabilmente nella storia di questo sport.


Nei giorni scorsi un’analisi interessante su quanto accaduto è stat fatta da anche Patrick Mouratoglou, uno dei coach più famosi e vincenti di sempre. Mouratoglou, attraverso il suo profilo Twitter ha dichiarato di aver visto Djokovic un po’ distratto da questioni che poco si sposano con la partecipazione ad uno Slam: “Ho la sensazione che Djokovic avesse altro per la testa in questi US Open. Creare questa nuova associazione ed iniziare una campagna per convincere i giocatori ad unirsi ad essa è un lavoro a tempo pieno che comporta molto stress. Nessuno può permettersi di perdere la concentrazione in un torneo del Grand Slam”.
Il discorso “nuova associazione” si va ad aggiungere all’estate non certo rilassante del campione serbo dopo l’Adria Tour e il focolaio di Covid-19 che ne è scaturito, anche se va detto che ad inizio torneo Djokovic non aveva mostrato alcun segno di cedimento a livello nervoso. Al primo momento di difficoltà però è successo quanto sappiamo e al di la di come la si pensi sul regolamento rimane un gesto (o meglio un rischio) che il giocatore sapeva non sarebbe passato impunito. Se il 2020 non è stato un grande anno per nessuno, lo è stato ancor di meno per Novak Djokovic che dopo la vittoria in Australia e le lodevoli donazioni per la pandemia ne ha azzeccate davvero poche. Fuori e adesso anche dentro al campo da tennis.

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