Andy Murray, tre volte campione Slam ed ex n. 1 del mondo, racconta come sia stato difficile allenarsi durante la pandemia da Covid-19 e rivela alcuni interessanti dettagli circa la sua vita dopo il ritiro.
Intervistato dal magazine britannico The Gentleman’s Journal, il 33enne scozzese ha evidenziato le grandi problematiche legate agli allenamenti di un atleta nel corso di una situazione sanitaria così complessa e particolare: “Cercare di bilanciare la vita professionale e quella familiare è stato complicato: le prime settimane mi alzavo alle 5:30 per fare le mie sessioni in palestra prima che i bambini si svegliassero. Ma dopo alcune settimane ho pensato che non ne valesse la pena. Ho pensato che avrei fatto i miei allenamenti quando tutti gli altri stavano dormendo. Ma ho subito capito che non posso farlo tutte le mattine. La maggior parte dei genitori non ha mai sperimentato di avere un figlio o di lavorare con un giocare potenzialmente di livello mondiale, quindi ti affidi agli esperti per aiutarti, ma non credo che tutte le società di gestione abbiano sempre a cuore gli interessi degli atleti“.
E sul possibile ritiro, l’attuale n. 119 del ranking puntualizza: “Ho un’associazione, che lavora anche con alcuni atleti più giovani, che si spera continuerà a vivere dopo la mia carriera da giocatore perché sento di aver fatto molti errori su quel fronte all’inizio della mia vita tennistica“.