La rinascita di Lorenzo Musetti passa dalla terra rossa
Al Rolex Monte-Carlo Masters, Lorenzo Musetti firma una vittoria densa di significato contro Jiri Lehecka, conquistata dopo quasi due ore e mezza di lotta sul Court des Princes. Il tennista di Carrara, classe 2002, ha dimostrato ancora una volta quanto sia cresciuto non solo sul piano tecnico, ma soprattutto mentale. Dopo aver raccolto appena un game nel primo set, ha saputo ribaltare la partita grazie a un mix di esperienza, determinazione e nuova consapevolezza nei propri mezzi.
A fine match, Musetti ha raccontato con ironia e lucidità il suo percorso emotivo durante l’incontro: “Per fortuna tra gli spalti c’era mio zio che è cardiologo, quello ha compensato con la sofferenza mia e del team”, ha scherzato, per poi aggiungere: “Quello che salta all’occhio è che inizio in un modo e finisco in un altro. Una volta partivo alla grande e finivo in discesa, oggi invece mi sento più solido, ci credo di più”.
Una vittoria “sporca”, ma essenziale
Musetti ha sottolineato come il match con Lehecka sia stato per lui una sorta di spartiacque mentale. Il break subito nel secondo game lo aveva inizialmente destabilizzato, ma è riuscito a rimettere insieme i pezzi: “Il fatto di voler dimostrare tanto a volte mi blocca. Ma da quel game del 5 pari nel secondo set, ho cambiato marcia. Ho capito che l’estetica del gioco conta relativamente poco”. Un’affermazione emblematica per un tennista da sempre legato alla bellezza del gesto tecnico, ma ora sempre più disposto a “sporcarsi le mani”, come ha detto lui stesso: “Sono sempre stato il bello talentuoso che gioca ‘champagne’. Oggi invece mi sono sporcato le mani e anche i piedi”.
Questa nuova attitudine gli ha permesso di completare una rimonta che sembrava complicata, contro un avversario in grande forma, e di guadagnarsi l’accesso agli ottavi, dove lo attende un duello tutto italiano.
Il derby tricolore con Berrettini: rispetto e rivalità
Ad attendere Musetti c’è Matteo Berrettini, in un derby che promette scintille ma anche emozioni sincere. Sarà la terza sfida tra i due, la prima però sulla terra battuta, superficie che entrambi conoscono bene. Nei precedenti confronti diretti, il bilancio è in parità: Musetti vinse la finale del torneo ATP 250 di Napoli sul cemento nel 2022, mentre Berrettini ebbe la meglio nella semifinale di Stoccarda, su erba, nel 2023.
A Monte-Carlo il contesto sarà diverso, e Musetti lo sa bene: “Giocheremo su una superficie dove non ci siamo mai affrontati, ma dove siamo entrambi abbastanza di casa. Non avremo più il tifo a nostro favore come in questi giorni”. Ma il rispetto tra i due è evidente. “Matteo ha detto una cosa giusta secondo me: ‘Mi piace giocare questo tipo di partite’. Credo che sia una bella occasione, con un amico che rispetto davvero tanto e che, come me, ha vissuto un periodo difficile. È una bella visibilità per noi e per il tennis italiano”.
Oltre Sinner: un movimento in salute
In un momento in cui Jannik Sinner è assente dal circuito, Musetti e Berrettini rappresentano con orgoglio il movimento azzurro: “Anche se non c’è Jannik, è bello far vedere che c’è un gruppo di giovani e non giovani che porta in alto i risultati dell’Italia”, ha sottolineato il carrarino, sottolineando l’importanza del collettivo.
La sfida tra Musetti e Berrettini va ben oltre il risultato sportivo: è il simbolo di una generazione che ha imparato a soffrire, che non si limita più a giocare bene, ma vuole vincere. Anche “sporcandosi le mani”.