Un finale di stagione sorprendente e, per certi versi , esaltante quello cui stiamo assistendo in questo strano 2014.
Anno iniziato in modo un pò bizzarro quello in corso; prima l’inattesa vittoria di Wawrinka agli Australian Open su un Rafa però infortunato, poi l’apparente rientro sui binari della regolarità con Nadal che coglie il suo nono trionfo al Roland Garros e con Djokovic vincente su un grande Federer a Wimbledon; ancora con le nuove leve che sembrano sempre lì sul punto di esplodere…. ma nulla realmente accade , poi tutto cambia all’improvviso.
Rafa resta vittima dell’ennesimo infortunio nel mese di Luglio, stavolta al polso destro ; inizia il countdown per il rientro accompagnato al solito dall’ incertezza, dalle immancabili speculazioni sulla reale entità del problema, nonchè dai triti «sospetti» che da anni aleggiano intorno al campione spagnolo.
Stop di poche settimane si era detto all’indomani della diagnosi ma , alla vigilia della stagione sul cemento americano , il maiorchino annuncia il forfait e non solo per il Canada e Cincinnati , ma anche per l’ultimo Slam.
Tifosi di Nadal affranti , mentre ad altri la notizia reca un profondo sollievo; potenza del tifo si dirà!
Ma, al di là delle passioni di parte e dei «gusti» tennistici, il circuito senza Rafa è obbiettivamente più povero . Manca un protagonista importante col suo eccezionale corredo di agonismo e fisicità pura che molti detestano quanto altri esaltano.
Nadal ha risolto i suoi problemi e, per la felicità di tifosi ed appassionati, è ormai prossimo al ritorno, salvo ripensamenti dell’ultima ora.
Solo un’esibizione con Tsonga in Kazakistan il prossimo 25 Settembre e poi assisteremo al solito rito del rientro ufficiale al torneo di Pechino.
Che Nadal ritroveremo?
Bene prepararsi ad un Nadal in grande spolvero ; avremo di sicuro un Rafa fresco, riposato ed ancor più aggressivo , pronto a sbranare a suon di «vamos» gli avversari.
Lo spagnolo si è reso sempre protagonista di grandi rientri dopo gli stop forzati, tanto da far sorgere in molti il legittimo dubbio che il dilatarsi dei tempi di recupero altro non sia che un modo per prendersi il tempo giusto al fine di ricaricare le batterie dopo cavalcate trionfali, come quella culminata con la vittoria di Parigi, e prepararne di nuove.
Si sa che soprattutto lontano dalla terra rossa per il tennista di Manacore è indispensabile essere fisicamente al 100% onde poter anticipare i colpi , sprigionare la sua devastante potenza e provare, in ultima analisi, a ricreare i presupposti tecnici che lo rendono quasi imbattibile sul rosso.
Questi tentativi a volte sono andati in porto, ma molte altre volte non sono stati coronati da successo come dimostra la striscia negativa del finale di stagione 2013, stagione «salvata» dalle immancabili vittorie terraiole che, però, hanno sancito la temporanea riconsegna del gradino più alto del ranking allo spagnolo .
Programmazione oculata, dunque , per un fisico sempre tirato al massimo e quindi sempre più usurato. Si sa, il tempo passa per tutti, ed a ventotto anni suonati si può dire che non vi sia parte del corpo di Nadal che non si sia infortunata nel corso di dieci anni eccezionali e devastanti al tempo stesso.
I tempi di recupero così rischiano di allungarsi sempre di più.
Ma quale ATP attende il rientro di Rafa?
Il rientro di Nadal coincide infatti con il momento forse più strano di questo anno tennistico.
Una ATP certamente diversa attende il vincitore di ben quattordici Slam.
Gli dei del tennis, a New York sono caduti e due giocatori totalmente privi di credito alla vigilia hanno disputato una finale certamente non memorabile , che ha visto il redento croato Marin Cilic trionfare sul nipponico Nishikori in tre set segnati di fatto dal servizio terrificante dell’allievo di Goran Ivanisevic e da poco altro.
Dall’altra parte uno stralunato giapponese arrancava stanco per l’Arthur Ashe , e molti si chiedevano se fosse lo stesso giocatore giustiziere di Djokovic appena due giorni prima.
Non il massimo , in verità, al netto dei sicuri fattori emotivi che condizionano chiunque disputi una finale Slam.
Ma le «stranezze» certo non finiscono qui.
Niente fab four in finale dopo ben nove anni!!
Roger e Nole son sì caduti in semifinale in un caldissimo pomeriggio da ricordare, o
dimenticare, ma hanno comunque l’onore salvo e qualche giustificazione dalla loro, soprattutto Roger vista l’età ed il miracolo Slam quasi centrato a Wimbledon.
Il torneo londinese ci ha comunque dato la certezza di un Federer ancora in grado di sostenere uno Slam meglio di tanti colleghi più giovani, ma infinitamente meno talentuosi .
La novità è che accanto ai due finalisti di Londra non si intravede più Andy Murray!
Fuori dalla Top Ten ( attuale numero 11) , lo scozzese sembra in crisi profonda e soprattutto con le idee davvero poco chiare; un Andy ora bisognoso di wild cards per disputare i tornei dell’Asian Swing, tornei che soli possono portargli i punti indispensabili per provare a raggiungere la 02 Arena di Londra per le ATP Finals .
Finals che valgono una stagione, ma che il buon Murray in alcune dichiarazioni sembrava dapprima non considerare un obiettivo primario, tanto da non volersi dannare per raggiungerle, poi è arrivato un repentino cambio di rotta e il conseguente stravolgimento della programmazione con le wild cards richieste per Shenzen e Pechino , prima di disputare lo Shangai Rolex Master.
Difficile che lo scozzese centri l’obiettivo, visti i presupposti e la concorrenza molto agguerrita .
Niente Murray nei primi dieci, e questo è strano; ma , al tempo stesso, niente nuove leve al definitivo salto di qualità, come invece accade ormai da diversi anni.
Bocciati sia Raonic che Dimitrov alla prova Slam ; ma nel complesso stiamo assistendo ad una stagione discontinua e che sostanzialmente ancora non li vede competere al livello dei primi della classe ; sprazzi di luce alternati a prove inconsistenti per i due giovani che, sembra certo, dovranno attendere l’uscita di scena della generazione dei fenomeni per occupare i primi posti del ranking .
Dinanzi a loro non vi sono solo i fenomeni ma anche un gruppo di agguerriti giocatori di esperienza capeggiati da Wawrinka e da un ritrovatoTsonga che tengono altissima l’asticella ; inoltre i presunti ricambi dovranno iniziare a guardarsi le spalle , visto che i giovanissimi australiani Kyrgios e Kokkinakis ,affiancati dal talentuoso austriaco Thiem , avanzano ormai minacciosi.
L’ora della sveglia definitiva per loro è arrivata.
Così come è arrivata l’ora del rientro di Rafa per la gioia di tutti gli sportivi , e il manacorense tenterà ancora di apporre il suo sigillo su un anno di ATP atipico ma comunque affascinante, e le probabilità di successo, visti i precedenti, sembrano al momento davvero elevate.