Nadal e Parigi, il Torneo della Vita e della Morte

Madrid e Roma, l'avvicinamento di Rafa Nadal al Roland Garros 2024

Rafa Nadal, il Toro di Manacor, il più forte tennista sul rosso di tutti i tempi, è tornato in campo in quel Barcellona, torneo che lo ha visto protagonista e vincitore nel corso di innumerevoli edizioni.

Per la gioia delle sterminate legioni di fan nadaliani e degli appassionati di tennis tout court, il 37enne maiorchino ha disputato finalmente una competizione ufficiale dai tempi di Brisbane, nel Gennaio di quest’anno, dopo che ogni genere di tribolazione fisica lo ha frenato, fino a bloccarlo, nell’ultima fase della sua gloriosa carriera sportiva.

Il campione iberico era dubbioso se giocare o meno il torneo di casa, perfettamente conscio delle sua condizione atletica non sufficiente a competere ad altissimi livelli, tant’è che aveva già rinunciato al 1000 di Montecarlo. Alla fine, ha giustamente optato per il sì, ben consapevole di quanto gli serva mettere nelle gambe match ufficiali.

E Come è andata? Grazie al carisma ha battuto al primo turno il nostro Flavio Cobolli, grazie sempre al suo carisma ed al suo tennis, ha combattuto alla pari per un set con Alex De Minaur, il fortissimo Demone della Tasmania, perdendo poi l’incontro per manifesta superiorità fisica dell’avversario.

Anche i sassi, tuttavia, sanno qual è il vero ed unico obiettivo del mancino iberico: il Roland Garros, lo Slam parigino che lo ha visto trionfare per ben 14 volte, un’impresa tennistica che va ben oltre i confini territoriali del nostro sport. E non lo dico io, bensì Rafa stesso in persona:

Proverò a fare un altro step a Madrid, poi a Roma. Se c’è un torneo per cui vale la pena dare tutto e morire quello è il Roland Garros”.

In questa significativa e forte dichiarazione, troviamo l’essenza del Nadal-pensiero tennistico: Parigi è il Torneo con la T più maiuscola che maiuscola non si può, quel torneo per il quale vale la pena andare al di là di ogni ragionevoli limite pur di poterlo disputare e magari vincerlo, come accadde nell’edizione 2022 quando gioco’ due settimane infiltrato per problemi al piede, pratica medica che suscitato’ un vespaio di polemiche nell’opinione pubblica una volta che si seppe quanto accaduto.

Anzi, le sue parole sono così cariche ed evocative che ci svelano quello che passa nella mente e nel cuore di campioni di tale levatura, ciò che brucia nel loro animo, oltre la comprensione di noi semplici esseri umani.

Rafa, e quei pochissimi eletti come lui, fanno quello che fanno non per denaro, non per dimostrare quanto sono forti a se stessi ed al mondo intero, e neppure per amore dello sport, ma semplicemente per Gloria, per il piacere di assaporare il dolce gusto del Trionfo. A tal punto si spinge il desiderio di vittoria, che Rafa, ammesso che non l’abbia già fatto, venderebbe l’anima al diavolo come un novello Faust in scarpe da tennis, pur di realizzare i suoi desideri e le sue aspirazioni di successo. Noi comuni mortali non siamo in grado di comprendere in pieno la mentalità estrema di atleti di questa caratura, ma non possiamo che ammirarli e trarne ispirazione, con le dovute e necessarie cautele del caso.

Credit: https://www.rafanadalacademy.com/

Per quanto riguarda l’aspetto puramente sportivo, quello che Rafa riuscirà a combinare nel suo amatissimo torneo, dipenderà almeno da tre fattori fondamentali:

1 – condizione atletica: Nadal deve assolutamente crescere a livello atletico, perché lo Slam parigino è forse il torneo più duro dell’anno e lui ha spesso vinto i suoi match anche in virtù dello strapotere fisico manifestato nei confronti degli avversari. I Master 1000 di Madrid e di Roma saranno banchi di prova essenziali nel cammino di avvicinamento verso Parigi. Il livello di Barcellona non basta.

2 – infortuni: il 22 volte campione Slam da qui a Parigi dovrà trovare il giusto equilibrio tra carichi di lavoro crescenti ed esigenze di integrità fisica, perché qualsiasi infortunio da ora in poi pregiudicherebbe in maniera irrimediabile la partecipazione dell’iberico al prossimo Roland Garros.

3 – sorteggio: lo spagnolo deve sperare in primi turni abbordabili, che gli consentano di risparmiare energie per quando le sfide necessariamente diverranno più impegnative. Il pubblico sarà tutto per lui ad ogni quindici di ogni game, ma un paio di avversari facili facili tanto per cominciare sarebbero letteralmente manna dal cielo.

Personalmente non credo che l’ex numero 1 al mondo possa aspirare a sollevare al cielo il 15° trofeo parigino, ma sicuramente Nadal darà l’anima per spingersi il più avanti possibile nel torneo della vita, dato che sa perfettamente che questo sarà il suo ultimo Roland Garros, il canto del cigno del più grande tennista che abbia mai calpestato un campo da tennis in terra rossa. Ora o mai più.

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