Circa ventiquattro ore fa, mentre molti lo accusavano di aver finto ogni dolore pur di non ammettere la superiorità di Taylor Fritz nella finale di Indian Wells, Nadal ha fugato ogni dubbio sui propri social. L'”ago nel petto” che sentiva durante l’ultimo match non era una finzione, né una semplice contrattura, bensì una frattura da stress al terzo arco costale, che lo obbligherà a star fuori dalle quattro alle sei settimane. Così, dopo il forfait annunciato a Miami, è quasi certo che il numero 1 della Race si troverà a saltare anche i cari tornei di Monte-Carlo e Barcellona. E non ci possono essere certezze su un suo rientro neanche per il Masters 1000 di Madrid, in calendario dall’1 all’8 maggio.
“Non sono buone notizie e non me lo aspettavo“, ha commentato il nuovo numero 3 del mondo su Twitter. “Sono devastato e triste, perché nell’inizio di stagione mi sono divertito così tanto. Sono arrivato ad una parte di stagione molto importante con ottime sensazioni e buoni risultati. Però va bene, ho sempre avuto lo spirito combattivo, e quello che farò è avere pazienza e mettermi al lavoro duramente dopo il mio recupero“. Si era dato tre settimane per prepararsi alla terra Nadal, e invece il suo riposo sarà forzato. Aveva in programma una transizione morbida verso il suo terreno preferito, la terra battuta. Ora, però, salterà almeno due dei quattro appuntamenti canonici della sua primavera prima del Roland Garros.
Poco male, per la classifica. Le venti vittorie consecutive, un record per lui ad inizio stagione, l’hanno già riportato al terzo posto della classifica mondiale, seppur con soli 90 punti di vantaggio sul primo inseguitore, Alexander Zverev. Il campione dell’Australian Open però perderà i 180 punti del quarto di finale dello scorso anno nel Principato di Monaco, oltre ai 500 della dodicesima vittoria a Barcellona. È chiaro che l’infortunio lo costringerà anche a rinunciare, per ora, ad un eventuale assalto alle prime due posizioni del ranking.
Del resto, gli obiettivo ora potrebbero cambiare. Perché senza metà della programmazione abituale, ciò che più conta è capire se Nadal riuscirà davvero a rientrare per l’inizio di maggio. E anche nel caso vi riuscisse, bisognerebbe vedere in quale stato fisico (oltre che mentale). Perché senza una quanto meno discreta preparazione, anche le sue ambizioni per i Masters 1000 di Madrid e di Roma (8-15 maggio) andrebbero riviste. Questi ultimi diventerebbero, in questo caso più che mai, tornei quasi esclusivamente propedeutici a trovare una buona forma per l’Open di Francia, dove partirebbe la caccia al 14esimo titolo, il 22esimo Major in carriera.
Ma non è affatto detto che vada così. D’altronde ha parlato anche ai microfoni di Radiogaceta de los deportes il suo medico di fiducia, Miguel Ruiz Cotorro. Nadal comincerà a lavorare in campo il prima possibile: “Adatteremo il lavoro in funzione del dolore. Per ora, la priorità è rimuovere il dolore. Una volta che non ci sarà, lavoreremo il più possibile. Tenendo conto di questo e dell’evoluzione del problema, vedremo se potremo accorciare i tempi di recupero“. La logica e la prudenza suggerirebbero, come già detto, più di un mese di stop. Quindi soltanto a seconda di tutti questi fattori, e del giorno certo in cui il maiorchino potrà tornare ad allenarsi, potremo fare ipotesi su quali livelli di gioco sarà in grado di esprimere al rientro e quali saranno le chance a Madrid e Roma.
C’era curiosità per la sua stagione su terra, perché per la prima volta in carriera l’avrebbe affrontata senza la reale necessità di fare più punti possibili. Con tanta fiducia e meno pressione, perché spesso negli ultimi anni si è guardato alla terra battuta come l’unico suo eventuale terreno di conquista. Ed invece i punti nella Race sono già 3350. La sua stagione è, inoltre, già da incorniciare con uno Slam conquistato, che lo ha messo anche davanti ai due acerrimi rivali Roger Federer e Novak Djokovic nella fatidica corsa al maggior numero di successi nella categoria più prestigiosa.
Resta il dispiacere di non poter vedere da subito se il rendimento in questo inizio di stagione – e specialmente l’atteggiamento più aggressivo mostrato da subito sul cemento – avrebbe influito anche sul suo modo di stare in campo sul rosso. E tornano anche gli interrogativi, oltre che su quale sua versione si vedrà, sulla sua tenuta fisica e sulla gestione del calendario e delle energie. Ad Indian Wells, pur giocando sempre su ottimi livelli, la brillantezza mostrata dal re della terra battuta tra l’Australia ed il Messico si è affievolita.
Contro Sebastian Korda, in secondo turno, c’è voluta un’impresa per andare avanti. Nick Kyrgios e Carlos Alcaraz, dal canto loro, lo hanno affaticato con circa sei ore di gioco tra quarti di finale e semifinale. Durante l’ottavo di finale contro Reilly Opelka è ricomparso il fastidio al piede, mentre nel corso del terzo set della semifinale, dopo un’assurda tempesta di vento, Nadal ha cominciato a toccarsi nella zona del pettorale e delle costole. Ha vinto ogni match con un volto molto poco disteso, anzi visibilmente preoccupato. Ed in finale, non si sa se per elevata soglia di sopportazione del dolore o per una sottovalutazione di questo, Nadal si è comunque spremuto. Col suo agonismo ha regalato spettacolo a chi aveva pagato i biglietti, mettendosi in gioco e mettendo a rischio la propria imbattibilità nel 2022. Solo il tempo, però, ci dirà se ha commesso anche l’errore di spingersi troppo oltre, pregiudicando così parte della stagione a lui da sempre più cara.
Guardando l’altra faccia della medaglia, tuttavia, potrebbe essere interessante osservarlo in vista di Parigi. L’anno scorso il solito percorso dei quattro tornei è sembrato lasciarlo a corto di energie nelle fasi finali del torneo, surclassato dal Djokovic soprattutto fisicamente. Per varie ragioni, Nadal non ha mai potuto saltare nessuno degli appuntamenti della tournée primaverile europea, dunque quest’anno dovrà impostare diversamente la sua preparazione per il Roland Garros. Ed anche in vista di Wimbledon, le energie spese – al netto di un pieno recupero dall’infortunio – saranno certamente minori.