Non si ferma il calendario di Rafael Nadal. Lo spagnolo archiviato l’Australian Open con la sconfitta ai quarti rimediata da Dominic Thiem ora è nel continente africano dove ha inaugurato una sede della sua Academy in Kuwait e dove giocherà contro Federer il Match for Africa 6, a Città del Capo. Durante la sua permaneza in Kuwait ha rilasciato un’intervista a Marca, dove ha parlato di diversi aspetti della propria carriera e del recente passato.
In particolare si è soffermato sulla sua notorietà e se desiderasse in alcuni frangenti di non essere famoso: “Beh, è da quando sono piccolo che mi riconoscono e mi fermano per strda. E non credo di poter dire che mi piacerebbe l’opposto. Sono molto fortunato per tutte le cose che mi accadono e che mi sono successe. E sono fortunato ad avere persone che mi aiutano, a cominciare dalla mia famiglia e da tutta la mia squadra. Sono consapevole che con ciò devo convivere ma allo stesso tempo che non sarà eterno: il momento di vivere di nuovo una vita normale si sta avvicinando. Questo ovviamente a causa della mia età e perché la carriera ha un suo inizio e una sua fine naturale. Sono consapevole di avere 33 anni e non è lo stesso di quando ne hai 21 o 22 e sai di aver davanti l’intera carriera sportiva. Cercherò di prolungare il più possibile questi fantastici momenti e queste esperienze che ho potuto vivere grazie al tennis”.
Successivamente, l’attuale numero 2 del mondo ha parlato della vittoria di Djokovic a Melbourne. Una partita, la finale, in cui Nadal non nasconde che avrebbe preferito che a vincere fosse stato Dominic Thiem. “Sarebbe stato meglio per me personalmente se Thiem avesse vinto. Ma, onestamente, ho dormito esattamente nello stesso modo negli ultimi due giorni. Sotto questo aspetto non mi importa se Dominic o Novak avesse vinto. Fa parte del nostro sport. Novak è particolarmente ispirato in questo torneo. E adesso è il miglior giocatore del mondo. Questo dicono i numeri. E tutto ciò che posso fare è congratularmi con lui per questo altro grande successo”.
Alla fine dell’intervista è stato chiesto a Rafa di indicare i migliori momenti della sua carriera. “È difficile per me. La prima Coppa Davis, a Siviglia, contro gli Stati Uniti, è stata un trionfo molto emozionante. Anche il primo Roland Garros, nel 2005, perché è stato il mio primo Slam. Ma anche, per motivi diversi, Wimbledon 2008 è un momento fondamentale della mia carriera. E direi che l’Australian Open del 2009 è stato qualcosa arrivato in maniera inaspettata, come è stato, ma è stato molto eccitante. Aggungerei anche che gli US Open del 2013, che sono stati molto speciali, dato che tornavo da un infortunio al ginocchio molto importante, che mi ha tenuto lontano dal campo per sette mesi nel 2012″.