Nadal nella storia, Medvedev battuto e ventunesimo Slam in carriera

Ci aspettavamo una grande finale a coronamento di una delle edizioni più emozionanti di sempre degli Australian Open, ma quella andata in scena tra Daniil Medvedev e Rafa Nadal è andata oltre ogni aspettativa, facendoci vedere cose che poco hanno a che fare con un semplice evento sportivo.
Nadal entra di diritto nella storia del tennis e dello sport in generale e la la cosa più bella ed assurda allo stesso tempo è che lo ha fatto proprio con il suo inconfondibile stile: cuore, lavoro, sacrificio. Sotto due set a zero, nessuno dei diecimila spettatori della Rod Lever Arena e dei milioni di appassionati davanti alla tv avrebbe scommesso un centesimo sulla rimonta del maiorchino, arrivata invece dopo cinque ore e ventiquattro minuti di gioco.

Rafael Nadal Australian Open 2022

Se guardiamo la cronaca del match, come detto è stata una finale a senso unico almeno nel primo set, con Medvedev avanti 6-2 quasi mai in difficoltà e sempre in controllo. I primi segnali di risveglio di Nadal arrivano nel secondo set ma sono tante le occasioni non sfruttate dallo spagnolo che alla fine cede il set al russo sempre in rincorsa e alla prima occasione: 7-5 al tie-break e 2-0.  Medvedev è in controllo totale anche perché il suo livello di gioco è altissimo, a testimonianza che adesso è lui il tennista da battere.
A questo punto succede qualcosa, il momento della vera svolta è il settimo gioco del terzo set. Tre pari, servizio Nadal sotto 0-40. Un break di Medevdev può chiudere match e torneo. Invece il break non arriva e piano piano Nadal torna in partita, non tanto a livello di gioco, ma è centrato mentalmente, è sul pezzo come solo lui sa stare. Alla fine nel nono game arriva il break dello spagnolo che poi chiude 6-4 e quindi 2-1.
Il quarto set è ancora combattuto ma ormai la tattica di Nadal sta dando i suoi frutti. Punto dopo punto c’è sempre più coraggio nei suoi colpi, sorretto anche da un pubblico tutto schierato al suo fianco. Ci sono due break per parte in avvio e poi quello decisivo in favore del maiorchino nel quinto gioco. Ancora 6-4, due pari. Si va al quinto.
È palese che non siamo più di fronte ad una partita di tennis, colpi, statistiche, tattiche contano poco. Si gioca su un altro terreno,  testa e cuore, quello dove Nadal è maestro. Nel quinto set lo spagnolo va avanti nel quinto game togliendo ancora la battuta a Medvedev che cerca però di calarsi nella parte dimostrando di poterci stare su questo piano della lotta e sul 5-4 servizio Nadal trova il contro-break rimettendo tutto in pari e quindi in discussione. I colpi di scena non sono però finiti perché nel turno di battuta successivo Medvedev subisce di nuovo il break dando la seconda occasione della vita a Rafa che stavolta non lascia scampo: 7-5, gioco, partita, incontro (e storia).
Nadal vince il suo secondo Australian Open, a tredici anni di distanza dal primo, dopo un anno difficile dove ha più volte pensato al ritiro, ma soprattuto entra nella storia vera con il ventunesimo Slam conquistato.
Medevedev ha molto da rimproverarsi per quel terzo set, non tanto a livello tecnico-tattico ma per aver ridato fiducia ad un Nadal che sembrava finito. Oggi la differenza è stata tutta qui. Come spesso accade in questo sport i colpi ti portano fino ad un certo punto, la componente mentale fa il resto e ti fa superare anche i limiti umani, ed oggi nonostante a fine match Nadal sembrava il più fresco dei due un buon 60% lo ha fatto la testa. Non è stata la partita più bella giocata da Nadal in carriera (una delle più emozionanti si) ma è riuscito a portarla a casa perché i campioni come lui hanno quel qualcosa in più. Al momento Medvedev è un grande tennista, probabilmente il più forte, ma per fare quello che ha fatto Nadal serve anche dell’altro.

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