Nick Kyrgios: “Vi presento il mio team”

Torna il consueto appuntamento con la rubrica “PlayersVoice”, in cui il giovane australiano Nick Kyrgios racconta la sua vita dentro e fuori dal campo.

Con alcuni ho legami di sangue, altri li ho incontrati lungo il viaggio.

Tutti insieme sono la mia famiglia.

In concomitanza con l’inizio dell’Australian Open, volevo prendermi qualche minuto per presentarvi le sette persone che formano il mio team in giro per il mondo e spiegarvi perché sono così importanti per me.

Fanno qualsiasi cosa per me e io farei qualsiasi cosa per loro.

Ci sono altre persone nella mia vita che amo e stimo, come Ajla (Tomljanovic ndr), ma quelle che vado a presentarvi sono le persone che hanno dedicato la loro carriera ad aiutarmi.

Ci sono alcune cose che mi piace fare da solo, come trovare sparring partner e definire il mio allenamento.

Mi piace allenarmi con i ragazzi australiani più giovani, come Alex De Minaur e altri, perché mi fa ricordare quando, qualche anno fa, mi allenavo con Lleyton.

Cercavo di innalzare il mio livello di gioco perché non volevo che Lleyton pensasse che non fossi in grado di tenere il suo ritmo. Quando gioco con questi ragazzi giovani e forti mi accorgo che provano a dare il 100% contro di me, il che è utile e positivo sia per me che per loro. Ci spingiamo a migliorare a vicenda.

Ma ci sono così tanti altri fattori nella vita del tour che non potrei assolutamente gestire da solo.

Il nostro team magari non si comporta nello stesso modo delle altre squadre, ma funziona. Ci sono voluti alcuni anni ma tutti abbiamo imparato i nostri ruoli e abbiamo capito cosa era necessario dentro e fuori dal campo.

Non riesco a ringraziarli abbastanza.

2017 Miami Open - Day 11

MATT REID

Matt rappresenta così tante cose per me: in parte compagno di doppio, in parte allenatore e in parte compagno di allenamento.

Ha cinque anni più di me e scherza sul fatto che lui ha praticamente lanciato la mia carriera, visto che l’ho battuto in finale per il mio primo titolo Challenger a Sidney nel 2013.

Mi ha anche messo nei guai quando, da junior, ha portato alcune birre nel camp e siamo stati beccati. Hanno addirittura ritirato il mio invito alla cerimonia della Newcombe Medal per quella bravata!

Ma oggi mi tiene sulla retta via.

Matt non è il miglior compagno per uscire la sera. È molto concentrato sul tennis. L’anno scorso è stato il primo anno in cui ha viaggiato con me per tutta la stagione; ho imparato molto da lui.

Giochiamo insieme il doppio in molti tornei, come a Brisbane la scorsa settimana. Matt è classificato tra i primi 100 in doppio e, se non riusciamo a giocare insieme nello stesso torneo, solitamente fa coppia con ragazzi come Jordan Thompson o John-Patrick Smith.

È un ottimo sparring partner, sa colpire la palla molto forte e la mette ovunque io gli chieda.

Ma soprattutto è un buon amico. Mi dice la verità. Se non gli piace qualcosa che ho fatto, me lo dice in faccia. “Amico, è una stupidaggine” o qualcosa del genere.

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MIA MAMMA, NORLAILA

Sono un disastro con la posta elettronica. Mamma pulisce la mia casella di posta. È inutile cercare di tenere qualcosa segreto tra le mail perché tanto mia madre lo scoprirà subito.

La scorsa settimana, durante il torneo di Brisbane, ha trovato una mail della polizia del Queensland. Al telefono è andata subito dritta al punto: “Nick! Hai fatto qualche cavolata nel Queensland?”

Sì. L’ho fatta. Ho preso una multa con la macchina. Non aveva senso cercare di negarlo.

Alla mamma non sfugge nulla.

Il nostro programma è piuttosto complesso, il che è comprensibile se si pensa a quanti ingranaggi devono muoversi tutti insieme. Ha circa sei o sette colonne e si trova su un foglio di calcolo di Excel. Mia madre e John Morris (del quale vi parlerò tra un minuto) lo preparano e lo aggiornano costantemente così tutti noi conosciamo i nostri impegni e i nostri spostamenti.

Se ho bisogno di sapere qualcosa vado sempre prima da mia mamma. Se lei non mi sa rispondere, mi indirizzerà sicuramente dalla persona giusta.

Capta tutte le informazioni che circondano il team.

Lei sa chi sta facendo cosa e li paga di conseguenza. Lei negozia tariffe, bonus e incentivi con tutto il team. John e mamma detestano fregare le persone. Mamma è stata fregata così tante volte nella sua vita…non ci piace assolutamente farlo agli altri.

Mia madre chiede sempre a John quali tornei seguirà. Potrebbe esserci un torneo in cui lei non può essere presente, perciò si assicura che ci sia almeno uno tra John e Christos, sa bene quanto io odi viaggiare da solo.

Va negli uffici dei tornei per assicurarsi che i premi siano accreditati senza intoppi.

E lei sa sempre dove sono. La WADA (associazione antidoping ndr) vuole sapere dove mi trovo in una determinata ora ogni giorno. Mia madre si assicura sempre che questo avvenga. È sempre al mio inseguimento per capire dove sarò e quando.

La mamma è anche la mia massaggiatrice. Mi massaggia quando sono al telefono o davanti all’Xbox.

Non mi piace portare i vestiti sporchi alla lavanderia del torneo perché si restringono e mi restano appiccicati. Quindi la mamma si occupa anche di quello. Lava i miei indumenti nel lavello della sua stanza d’albergo e li appende per tutta la camera. Sembra una lavanderia! Lo fa da anni ormai.

Mio padre era lì a Brisbane. Mamma l’ha costretto a strizzare i miei vestiti visto che ha le mani più grandi e poi ha cominciato ad asciugarli con l’asciugacapelli.

Mia madre non si sente a suo agio nel darmi consigli sul tennis o sul mio programma di allenamento. Rimane fuori da questo tipo di cose, a meno che non sia costretta a farlo. Ma è una grande consigliera e mi chiede sempre cosa c’è che non va se mi vede triste.

Mi piace tenere le cose per me e a volte lei deve tirarmele fuori. Sto migliorando man mano che divento più grande.

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MIO FRATELLO, CHRISTOS

La mia fondazione è così importante per me e non avrebbe assolutamente preso vita se non fosse stato per Christos e per il lavoro che ha svolto.

C’è così tanto lavoro e gioco di squadra dietro e così tante persone con cui collaborare. Identificare un sito. Costruzione. Permessi. È un’impresa enorme e Christos sta facendo un ottimo lavoro nel far coesistere tutto questo con la sua attività di lifestyle fitness coach, Ally’s Angels.

È sempre al telefono e nostra madre non manca mai di sottolinearlo. Gli dice: “Hai bisogno di un po’ di tempo con il telefono spento”. Ma non sembra cambiare molto!

Christos è molto protettivo nei miei confronti, come io lo sono nei suoi. Ma quando faccio qualcosa di stupido, emotivamente ne è molto coinvolto e si scalda. È così che funziona nelle famiglie, no? Alla mamma non piace quando succede, infatti può capitare che andiamo avanti per una settimana o due senza parlarci.

Ma non dura mai a lungo. Sappiamo sempre che ci guardiamo le spalle a vicenda.

Eravamo molto competitivi da piccoli. Lo siamo ancora. Stiamo facendo un paio di campionati a Fantasy NBA insieme a Thanasi Kokkinakis, Jack Sock e ad alcuni amici del gruppo di Canberra. Diventa piuttosto movimentato. C’è molta collusione. Ti tengo d’occhio, Matt Vozella.

La mia squadra – 99ProblemsButFantasyAintOne – è in testa a uno dei campionati e Christhos è secondo, nell’altro campionato Christos è in testa e io sono secondo.

Christos è anche un esperto di nutrizione, insieme alla sua fidanzata Alicia. Hanno fatto migliaia di ricerche e istruiscono centinaia di clienti in tutto il mondo circa le aree di nutrizione, la ricomposizione corporea e il fitness modelling. Alicia è l’attuale campionessa del mondo di fitness WBFF.

Ho sperimentato una dieta vegana alla fine dell’anno scorso – anche durante il mio viaggio in Argentina, il che vuol dire che John si è perso tutte le steakhouse locali! – e Christos mi ha fornito tutte le informazioni e i consigli sulla transizione e il mantenimento.

Ha aiutato anche la mamma con tutte le ricette vegane.

Sono tornato alla mia dieta normale poco prima di Natale e Christos era di nuovo al mio fianco per consigliarmi. Siamo molto legati. Penso che entrambi abbiamo avuto una grande influenza l’uno sull’altro.

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JOHN MORRIS

Avevo appena vinto il doppio junior al Roland Garros e John mi si avvicinò per scambiare due chiacchiere. Disse a mio padre e a mia madre: “Sono due anni che cerco di parlare con vostro figlio”.

Mi aveva scritto molte volte sulla posta elettronica, ma non me ne ero mai accorto. Come ho detto prima, controllo raramente le mail.

Mamma non riusciva a capire, non ne aveva la minima idea.

Così John disse: “Possiamo incontrarci?”

Decisero di incontrarsi a Wimbledon, ma non sapevamo il motivo di questa riunione.

John disse di incontrarsi al bar dei giocatori. Mamma e papà non credevano che ci fosse concesso entrare. C’era un addetto alla sicurezza all’entrata e io ero solo un tennista junior. Quando sei junior non sai come funzionano le cose.

Così finirono per aspettare seduti al sole per 45 minuti.

Poi John chiamò: “Dove siete ragazzi?”

La mamma disse: “Siamo qui. Di fronte al bar. Non riusciamo a vederti. È un sacco di tempo che aspettiamo. Non possiamo entrare perché è riservato ai giocatori”.

John disse: “Umm, no, potete entrare”.

John fece sedere i miei genitori e disse loro di essere interessato a diventare il mio manager. Disse che c’era un grande potenziale in me. Fu il primo agente ad avvicinarsi a noi.

All’epoca ero un po’ lento, un po’ più pesante. Ma ero forte, mi piacevano i colpi difficili e prendevo dei rischi.

Adoravo colpire le linee. Nei junior non hai guardalinee, occhi di falco o cose del genere.

La gente chiamava i miei colpi fuori anche se la palla toccava appena la riga. La mamma mi diceva: “Non continuare a cercare le righe, gioca semplice!”.

Ma era così che volevo giocare. A John è piaciuto. Ha capito cosa stavo cercando di fare. Non avevo un manager. Non molte persone pensavano che sarei diventato qualcuno. Il mio gioco era forte, ma acerbo. È stata l’unica persona all’infuori della mia famiglia ad aver creduto in me sin dall’inizio.

La nostra famiglia si fida ciecamente di lui. Se qualcuno crede in te quando non sei ancora arrivato al successo è una cosa speciale. È ben diverso da chi sale sul carro quando stai vincendo.

È un consulente. È un manager. È un fratello maggiore. Aiuta anche Chritos. È parte della famiglia.

Parliamo di qualsiasi cosa che riguardi il campo o meno.

Mi rimprovera quando è necessario. Non è una di quelle persone che ti dice “Va tutto bene” se hai combinato un casino.

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MIO PADRE, GIORGOS

Mio padre è più tranquillo di molti altri componenti della squadra. E non mi segue moltissimo nei tornei. Sta ancora lavorando e non vuole smettere.

Papà è un imbianchino a Canberra ed è sempre impegnato perché è estremamente meticoloso nel suo lavoro. I costruttori lo adorano perché i clienti amano il fatto che non lasci nulla al caso. Tutto deve essere perfetto per mio padre.

La mamma gli dice quando deve prendersi della pause dal lavoro. Ama Wimbledon, per cui mia madre blocca tutti gli appuntamenti in quel periodo. È lo stesso per Brisbane e per gli Australian Open. È bravissimo con i massaggi quando è nei paraggi (e questo evita un problema a mamma).

Papà è anche l’uomo della racchetta. Si prende cura di tutto. Si assicura che le mie racchette siano nuove, controlla che la tensione delle corde sia giusta e lo ricontrolla con l’incordatore, si occupa anche di togliere e mettere i grip.

A volte deve badare alla casa che abbiamo comprato alle Bahamas e mamma gli organizza tutto. Non uscirebbe di casa se mia madre non gli mettesse fisicamente in mano il biglietto aereo!

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CARLOS FLEMING

L’agenzia di John era piuttosto piccola, così ha siglato un accordo con il gruppo WME/IMG.

Ha iniziato a collaborare con Carlos Fleming. È un pezzo grosso alla IMG e una persona adorabile. È diventato il mio agente e un caro amico per tutti noi.

È americano, ama il basket, gestisce Cam Newton e altri grand atleti negli Stati Uniti. Carlos può presentarmi a chiunque e farmi sedere a bordo campo.

Mi ha portato nel backstage di Drake una volta e ho incontrato Dj Khaled in un’altra occasione. È stato assurdo.

Christos diventa un po’ geloso se non è lì con me.

Se vado a vedere una partita su invito di Carlos, Christos mi dice: “Chi hai incontrato questa volta?”.

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WILL MAHER

Will è il mio fisioterapista ed è fantastico. Quest’anno non viaggerà molto visto che ha iniziato un nuovo percorso, ora ci stiamo guardando intorno per trovare un nuovo fisioterapista.

Will è solito seguirmi in tutti gli Slam per assicurarsi che il mio corpo sia a posto. Solitamente arriva una settimana prima e poi passa con noi tutti i quindici giorni dello Slam.

Ora è qui con me all’Australian Open e mi seguirà per altre quattro settimane durante il passaggio dalla terra all’erba. Quello è il momento più duro dell’anno per il corpo. È un grande cambiamento da assimilare.

A volte per lui è stata dura, sempre in viaggio lontano da sua moglie e dai suoi figli.

Gli sarò sempre grato per il lavoro che ha svolto torneo dopo torneo.

Nick Kyrgios

Traduzione integrale del testo originale, clicca qui per leggerlo.

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