[tps_title]SETTEMBRE – Le notti magiche di Matteo Berrettini[/tps_title]
Il 2 di settembre, Berrettini gioca il secondo ottavo di finale in un Grand Slam. Dal primo, contro Federer sul Centre Court di Wimbledon, dimostra dal primo quindici di aver imparato moltissimo. Per importanza della partita, per avversario e per punteggio, forse è la miglior partita della carriera del romano fino ad oggi. È uno show a senza unico a cui Rublev partecipa solo a sprazzi. Finisce 6-1 6-4 7-6(6), e per il 23enne allievo di Vincenzo Santopadre sembra il punto più alto possibile allo Us Open. Nulla di più sbagliato: due giorni più tardi, dopo un primo set poco convincente, Berrettini accende il pubblico dell’Arthur Ashe contro Gael Monfils. Sfrutta la grande passività del francese e prende a dominare il campo, fino a portarsi due set a uno. Nel quarto spreca tante chance e cade nella trappola di Monfils, che col suo solito linguaggio del corpo indecifrabile rimanda tutto al quinto set. Berrettini sta meglio, ha più armi di Monfils, ma il braccio al momento di chiudere spesso trema. C’è bisogno del tie-break decisivo e di tre ore 56 per raggiungere la prima semifinale in un Major. Anche il primo set contro Nadal, al venerdì, è magnifico. Il sogno finisce sui due set point mancati nel tie-break. Ma al risveglio la realtà è comunque bellissima, Matteo non s’è più fermato (e speriamo non si fermi).