Che effetto avrebbe fatto vedere Novak Djokovic giocare con la maglia dell’Italia? A questa domanda non ci sarà mai risposta ma all’immaginazione e – per qualcuno anche ad un sogno – non si può metter freno.
Così come senza una risposta resterà anche un altro quesito simile: che effetto avrebbe fatto vedere Novak Djokovic scendere in campo con la maglia dell’Inghilterra? Ma, il tennista di Belgrado, alla fine è rimasto fedele alla sua nazione e la Serbia può sorridere.
La FIT ha sempre negato di aver ricevuto una richiesta per la “naturalizzazione” di Novak Djokovic mentre è lo stesso tennista serbo a raccontare, in una recente intervista con Graham Bensinger, la possibilità di approdare alla corte di Sua Maestà.
“Quando i risultati nel circuito juniores hanno iniziato ad esser sempre più positivi ho iniziato ad attirare l’attenzione e gli interessi di alcuni agenti” spiega Novak Djokovic lanciandosi in un tuffo nel suo passato. Poi prosegue: “E così, io e la mia famiglia, abbiamo ricevuto un’offerta davvero interessante che ci avrebbe davvero risolto tanti problemi all’epoca. Avremmo potuto cambiare nazionalità da serba a britannica. Però, poi, non se ne è fatto più nulla”.
Tornando agli inizi, l’attuale numero 1 del mondo – le cui ultime dichiarazioni hanno fatto discutere e non poco – ricorda come è nata la sua passione per il tennis: “Lo sport ha sempre fatto parte della routine della mia famiglia quindi non era strano iniziare a praticare qualche disciplina. A fare più scalpore è stato che io abbia scelto il tennis e non lo sci con i miei zii che già avevano ottenuto buoni risultati”.
Giocare a tennis però, in un paese costantemente colpito dalla guerra e quando i tuoi genitori non navigano nell’oro, non è una cosa semplice. E questo Novak Djokovic non può dimenticarlo. Nella sua mente è ben impressa una scena che, forse, solo negli anni ha potuto comprendere appieno: “I mei genitori avevano un ristorante e ogni fine giornata tiravano le somme. Un giorno mio papà ci riunì intorno al tavolo tirando fuori una banconota da 10 marchi tedeschi. Era tutto quello che avevamo”.
Un’immagine forte ma, anche la mamma del campione serbo, che nella sua personalissima bacheca può contare 17 titoli del Grande Slam, 34 tornei Master 100, la Coppa Davis, la Coppa ATP conquistata proprio con la sua Serbia oltre ad una medaglia olimpica, il bronzo conquistato a Pechino 2008, non ha mai nascosto i sacrifici fatti per permettere al piccolo Novak di coronare i suoi sogni sportivi.
E, adesso che Novak Djokovic è considerato uno dei tennisti migliori del mondo, così come sognava da bambino, sembrerebbe che tutti gli sforzi fatti siano stati ripagati. Un ex campione, Andre Agassi, non ha dubbi: “Sarà riconosciuto come il migliore dei Fab Three”.