Con l’assegnazione dell’ultimo torneo dell’anno, va definitivamente in archivio la stagione tennistica, che ha visto tornare al vertice, dopo un paio di anni di dominio di Novak Djokovic, lo spagnolo Rafael Nadal, resosi protagonista di una grandissima annata, al rientro dall’infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per oltre otto mesi, conquistando Roland Garros e Us Open, aggiungendo il trittico dei Masters 1000 americani e altrettanti successi in Europa. La stessa stagione, ha visto un Novak Djokovic in leggero calo nella parte centrale, ma in crescendo alla fine, con la conquista del Master di Londra, al quale va aggiunto l’Australian Open di inizio anno, oltre alla finale di Wimbledon, sconfitto da Andy Murray, il quale ha sorpreso e, finalmente, è riuscito a riportare in patria il titolo più prestigioso.
Tra gli altri, si segnala la solidità di Ferrer, il ritorno a grandi livelli di Del Potro e la solita mancanza di personalità di Berdych, oltre purtroppo alla caduta del Dio del tennis, Roger Federer, il quale anche a causa di numerosi problemi alla schiena è scivolato fino alla settima posizione in classifica, tallonato dal sorprendente Wawrinka, qualificatosi per la prima volta in carriera per le Finali. Ora, andiamo ad analizzare con le pagelle di fine anno, le prestazioni dei singoli:
Rafael Nadal 9. Vince, tanto anche. Probabilmente la sua miglior stagione questa, niente da dire, ritorna, vince, anzi – stravince – e convince, ma per il 10 serve altro. Non è possibile che un numero uno del mondo rifiuti nella maniera più categorica una superficie come l’erba, eliminato al primo turno da Darcis, non uno qualsiasi, addirittura fuori dai primi 100 del mondo, nonostante fosse dato tra i favoriti per la vittoria finale. Deve migliorare sotto questo aspetto, oltre che su quello della simpatia, almeno con molti tifosi, i quali tendono ad odiare più lo zio che lui, anche se qui si parla di extra tennis. In campo, numero uno meritato. Bravo lui, ma un pochino incostante. Per fortuna!
Novak Djokovic 9.5. Come è possibile dare un voto più alto a lui che a Nadal? Semplice, nel tennis non c’è solo la componente dei risultati, ma anche quella che riguarda l’attaccamento alla propria nazione. Nole può vantare una grandissima dote, tenere alla sua nazione come a nessuna altra cosa. Ed è tantissimo. Tennisticamente parlando, Djokovic è stato più costante di Nadal, ma meno vincente, nonostante una forma che dagli US Open compresi è migliore di quella del suo avversario. Tuttavia, grande stagione ancora una volta la sua, l’anno prossimo punta a riprendersi lo scettro… E, parere mio, ci riuscirà.
Andy Murray 7.5. Vince Wimbledon e solo per questo è un eroe nazionale. Però continua a non convincere, anche a causa dell’infortunio subito, ma troppo incostante sulla terra rossa, che costituisce gran parte dei tornei, per essere considerato un possibile rivale in classifica per quei due mostri davanti. Il buon Andy ora deve sbloccarsi, un primo (grande) passo è riuscito, ora manca il resto e forse, chissà, Murray potrebbe puntare in alto, molto in alto.
David Ferrer, Juan Martin Del Potro e Stanislas Wawrinka 8. Se dallo spagnolo arrivano conferme su quanto costante sia, l’argentino stupisce e torna a giocare un grande tennis, a distanza di qualche anno. La finale al Roland Garos per Ferrer è l’apoteosi personale, mentre per il sudamericano è in grandissimo piacere già solo il torno vinto a Basilea. Per quanto concerne lo svizzero invece, riesce finalmente a levarsi l’ombra del più quotata compagno di Davis, entrando per la prima volta nei dieci in classifica. Bravi tutti e tre.
Tomas Berdych 5. E’ vero, vince la Coppa Davis, ma se lo fa è merito, al 95% del suo compagno di squadra, Radek Stepanek, che lo prende per mano e lo trascina al successo. Tecnicamente ineccepibile, non ottiene quanto potrebbe ottenere per i mezzi di cui è dotato. Sprecato.
Roger Federer 6. Quella dello svizzero è la stagione peggiore della sua carriera, ma l’ultima parte dell’anno, con la semifinale al Masters, fa sperare bene per il futuro, augurandoci una volta per tutte che abbia messo a posto i problemi alla schiena e possa tornare a vincere qualcosa di importante. Ora o mai più.
Fabio Fognini 6+. Sarebbe una stagione da incorniciare la sua, se non fosse che si trova ad un passo dall’entrare nella storia e puntualmente, decide di uscirne. Ancora acerbo dal punto di vista mentale, Fognini gioca una stagione terrificante all’inizio dell’anno, per poi ingranare ad agosto, prima di tornare nel limbo dei mediocri. Dr. Jekyll e Mr. Hyde, l’anno prossimo dirà la verità.
Bernard Tomic, Grigor Dimitrov e Jerzy Janowicz 4. Il futuro probabilmente sarà loro, ma al momento ne hanno ancora di polenta da mangiare. A tratti fenomenali, a tratti addirittura irritanti, i primi due sono considerati i due fenomeni del circuito mondiale per il futuro, ma ancora non hanno dimostrato nulla, se non di essere abbastanza inclini al finire sulle copertine dei giornali, preferibilmente scandalistici. Dal polacco invece ci si aspettava un ulteriore salto di qualità rispetto all’anno precedente, che però non arriva, anzi, dopo l’exploit con la semifinale di Wimbledon, sparisce completamente. Da rivedere.
Vasek Pospisil 8. Comincia l’anno da sconosciuto fuori dai 100, lo chiude da outsider per i tornei importanti e mina vagante in un qualsiasi tabellone. La stagione del giovane canadese è da incorniciare, grazie alle stupende prestazioni ottenute dalla metà in poi. Pospisil si presenta ora come uno spauracchio per chiunque, dal gioco molto completo e con un servizio che può spaventare anche i più forti al mondo. Se continua così, nei 10 dal prossimo anno.