Djokovic 10: Un torneo pressoché perfetto, suggellato da una finale di altissimo livello sia tennistico sia mentale. Sapeva come mettere in difficoltà Medvedev e c’è riuscito facendo tutto ciò che aveva preparato nel pre-match.
C’è poco altro da dire, in Australia Novak riesce a toccare picchi di tennis unici, simili a quelli di Nadal al Roland Garros. Nove vittorie a Melbourne e diciottesimo Slam in carriera vinto non certo da sfavorito ma neanche da stra-favorito come successo spesso in passato. Unico piccolo neo del torneo rimane quel match contro Taylor Fritz, nel quale non si è ben capito quanto grave fosse il problema fisico e quanto vi fosse realmente il tentativo del serbo di spezzare un po’ il ritmo dell’americano per risalire da una situazione di difficoltà. Appurato questo non si può che fare i complimenti a questo tennista che non sarà il più amato dal pubblico ma è senza ombra di dubbio il protagonista principale degli ultimi anni di questo sport.
Karatsev 9: A parte Djokovic è lui il vero personaggio di questi quindici giorni australiani. Partita praticamente un mese fa nelle qualifiche di Doha, la sua corsa si è interrotta solo in semifinale e soltanto per mano del numero 1 al mondo. Il ventisettenne russo si è presentato al torneo da numero 113 del mondo e lo lascia diventando il primo debuttante nell’era Open ad aver raggiunto la semifinale. Nel suo percorso ha eliminato tra gli altri Schwartzman (8), Auger-Aliassime (20), Dimitrov (18). Davvero niente male.
Medvedev 8: Non merita il 9 soltanto per come ha giocato la finale di ieri. Per il resto il torneo di Daniil Medvedev è stato di altissimo livello. Un rullo compressore che ha schiacciato con la sua morsa fatta di un tennis poco spettacolare, a tratti sgraziato, ma terribilmente efficace, tutti i suoi avversari (tranne uno). Medvedev sembrava essere riuscito a mettere da parte anche il suo più grande avversario, se stesso, quando ha portato a casa il match di terzo turno contro FIlip Krajinovic (match che in passato avrebbe probabilmente perso). Il russo adesso è numero 3 del mondo e dallo scorso autunno ha portato a casa 20 vittorie e una sconfitta, inutile ricordare che sarà uno dei protagonisti del 2021. Rimane anche per lui un neo, una finale lasciata a Djokovic veramente troppo in fretta dopo quanto visto nel corso del torneo e un atteggiamento mentale non proprio impeccabile soprattutto se si considera come ha affrontato il secondo e il terzo set.
Tsitsipas 7: Gradito rintrono tra i primi della classe per il tennista greco dopo un 2020 tutt’altro che esaltante. A Melbourne Tsitsipas ha ritrovato in parte quel tennis efficace e affascinante che lo aveva portato ad ottenere grandi risultati nel corso del 2019. Il match nei quarti con Nadal, recuperato da due set a zero, rimane probabilmente il più bello ed emozionante del torneo. Mezzo voto in meno per come ha lasciato la semifinale a Medvedev.
Berrettini 7: Torneo bello quanto sfortunato per Matteo Berrettini che stava confermando quanto visto di buono nell’ATP Cup. Primi tre turni insidiosi superati in scioltezza prima dello sfortunato infortunio all’addome che lo ha costretto a non scendere neanche in campo contro Tsitsipas. Peccato, era probabilmente l’italiano più in forma. Resta in top 10.
Fognini 6,5: Discorso analogo a quello fatto per Berrettini, con mezzo punto in meno per la bandiera bianca alzata contro Nadal. Nonostante questo un torneo positivo con la bella vittoria contro il beniamino di casa Alex DeMinaur.
Nadal 5: Si sa che l’Australian Open non è il suo torneo preferito, una sola vittoria in carriera ottenuta una vita fa, quando di rivali ne aveva veramente pochi. Ma il modo in cui esce dal torneo, facendosi rimontare due set da Tsitsipas gli costa la sufficienza.
Sinner 5: Difficile analizzare il torneo di Jannik Sinner. Si presenta a Melbourne poche ore dopo aver vinto il Master 250 di Adelaide nella finale tutta italiana con Stefano Travaglia e paga pesantemente la stanchezza e un sorteggio al primo turno non proprio fortunato (Shapovalov). Detto questo era probabilmente una scelta precisa del ragazzo e del suo team quella di affrontare il torneo di Adelaide subito prima dello Slam e in quanto tale va rispettata, soprattutto visto i risultati ottenuti.
Certo è che c’è delusione per come andato l’appuntamento con il primo Slam dell’anno.
Thiem 4: Sicuramente la più grossa delusione degli Australian Open 2021. Dominic si presentava a Melbourne dopo la finale persa lo scorso anno con Djokovic, finale che gridava vendetta per come maturata contro il solito campione serbo. Invece la corsa di Thiem si è interrotta bruscamente (e malamente) agli ottavi di finale contro Dimitrov che lo ha spazzato via appena due ore di gioco. Si attende reazione.