Paolo Bertolucci è sicuro: “Sinner metterà tutti a tacere”

L’ascesa inarrestabile del tennis italiano

Dal 2018 ad oggi, il tennis italiano ha conosciuto una crescita straordinaria, trasformandosi da comparsa a protagonista nel panorama internazionale. Un’evoluzione iniziata con Marco Cecchinato, semifinalista a sorpresa al Roland Garros dopo aver eliminato Novak Djokovic, e proseguita con il trionfo di Fabio Fognini a Montecarlo nel 2019. Poi, l’exploit di Matteo Berrettini, capace di raggiungere la finale di Wimbledon e salire fino al numero 6 del ranking mondiale. Oggi, a guidare questa generazione dorata c’è Jannik Sinner, attuale numero 1 del mondo e simbolo di un movimento rinato.

Secondo Paolo Bertolucci, in un’analisi affidata alle righe della Gazzetta dello Sport, l’Italia ha compiuto una vera rivoluzione tennistica, costruita su basi solide. Le ragioni di questo successo risiedono in una profonda ristrutturazione federale, nel proliferare di team privati di alto livello e in un cambiamento radicale di mentalità. I giovani italiani hanno abbandonato atteggiamenti provinciali, abbracciando un approccio internazionale fatto di adattamento, disciplina e ambizione.

Non si tratta più di singole eccezioni, evidenzia l’ex tennista: l’Italia oggi vanta dieci giocatori tra i primi 100 e sette tra i primi 50, un dato che conferma la profondità del talento nazionale. Da Lorenzo Musetti a Lorenzo Sonego, passando per Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e Luciano Darderi, il tennis azzurro si presenta con un’armata competitiva in ogni grande torneo. L’ultima domenica, ad esempio, ha visto trionfare Darderi a Marrakech e Cobolli a Bucarest, mentre Arnaldi e Musetti erano protagonisti a Montecarlo. Un tempo impensabile, oggi realtà consolidata.

Il ruolo trainante di Jannik Sinner

In questo scenario brillante, Jannik Sinner rappresenta il vertice della piramide. Il suo percorso, la sua serietà e la sua dedizione stanno facendo da esempio per l’intero movimento. Paolo Bertolucci, oggi stimato opinionista, ha sottolineato come Sinner stia alzando l’asticella per tutti: “Quando tornerà, riprenderà il ruolo di leader attraverso vittorie, comportamenti e dedizione, imponendo agli altri di aumentare il ritmo per evitare che la forbice si allarghi”.

Attualmente fermo per recuperare la forma fisica, il numero 1 del mondo non sembra comunque destinato a cedere facilmente il trono. Bertolucci è stato chiaro: “Siamo ancora tutti qua in attesa, anche se manca ancora un mese al ritorno di Sinner, che secondo me metterà tutti a tacere”. Un’affermazione che sintetizza la fiducia attorno all’altoatesino, considerato capace non solo di restare al vertice, ma di consolidare il proprio dominio.

Paolo Bertolucci fa polemica e difende Jannik Sinner sui social

La sfida con Zverev e il futuro del ranking

La corsa al numero 1 del ranking ATP vede tra i contendenti anche Alexander Zverev, attuale numero 2. Il tedesco si è recentemente autoproclamato parte del ristretto club dei tennisti in grado di raggiungere il vertice “in qualsiasi momento”, insieme a Djokovic, Alcaraz e Sinner. Un’uscita che ha lasciato perplesso Bertolucci: “Mi ha meravigliato la sua dichiarazione. Ha avuto 6-7 tornei e ha raccolto solo le briciole. Mi sembra stranissimo, visti i punti che lo dividono da Sinner”.

Per scalzare l’italiano, Zverev dovrebbe vincere praticamente tutto sulla terra: Montecarlo, Barcellona, Madrid. Un’impresa che appare tutt’altro che semplice. Come ha evidenziato ancora Bertolucci, “Dopo Roma, Zverev dovrà lasciare sul piatto 1000 punti, mentre Jannik 0. Lì non avrebbe più possibilità”.

Un movimento maturo e destinato a durare

Il successo del tennis italiano non si ferma a un singolo campione. È una cordata, come l’ha definita Bertolucci, in cui ogni atleta spinge l’altro verso l’alto. La competitività interna, lo spirito di emulazione e la crescente esperienza internazionale stanno creando un ecosistema vincente.

Se un tempo era dominio assoluto di francesi e spagnoli, oggi l’Italia si è presa la scena. E con una generazione giovane, motivata e già vincente, il futuro appare ancora più luminoso.

Non si tratta più di fiammate isolate. Il tennis italiano è qui per restare.

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