[tps_title]3. Re dei quattro grandi[/tps_title]
Questo è quello grande. Se prendiamo i testa a testa come uno dei principali indicatori per il GOAT, allora Novak è l’indiscusso numero 1. Per essere il migliore, devi sicuramente essere in grado di battere i tuoi avversari. E Djokovic dopo la vittoria in quattro set dell’altro giorno è in testa a questa speciale classifica. Il testa a testa Djokovic 23-22 Federer, Djokovic 24-23 Nadal, Djokovic 21-9 Murray, Djokovic 68-54 Federer, Nadal, Murray. Inoltre, da quando Novak ha ingranato la marcia nel 2011, ha recuperato da 6-13 contro Roger, vincendo sei degli ultimi otto incontri, e non ha mai perso contro di lui in uno Slam da Wimbledon 2012. E’ ampiamente riconosciuto che l’era dei big-four è quella più forte di tutta la storia del tennis, e se Djokovic si trova in cima a questo quartetto, allora, significa che lui il GOAT!
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Se è per questo, c’è anche la finale con Fernando Gonzalez. Ed è vero che invece il povero Nole le finali le ha giocate contro grandi campioni. Però, per essere un aspirante GOAT, ne ha perse forse troppe. Ad esempio contro Rafa Nadal ne ha perse quattro su sette. Purtroppo i sei anni di differenza rispetto a Roger Federer limitano il periodo in cui i contendenti possono essere considerati entrambi nel pieno fulgore, e in questo periodo, che si potrebbe far andare dal primo scontro diretto vinto dal serbo in uno slam (in Australia nel 2008, quando Nole non aveva ancora ventun anni) all’ultimo vinto dallo svizzero (a Wimbledon nel 2012, quando Roger aveva quasi trentun anni) sfortunatamente non si è disputata nessuna delle quattro finali tra i due. Ma se consideriamo i testa a testa negli slam di questo periodo il bilancio è solo di cinque a quattro per Djokovic e bisogna considerare la straordinaria assiduità dell’elvetico nel raggiungere almeno le semifinali dei tornei maggiori (16 su 19 in questo periodo), anche se non in perfetta forma: questa ai fini dei testa-a-testa è una disdetta rispetto ad una precoce eliminazione che evita il consegnarsi all’avversario più in palla. Questo spiega anche perché nei primi anni di rivalità con Rafa Nadal, pur dominando tre slam su quattro, il povero Roger ha ugualmente accumulato un passivo negli scontri diretti: lui in finale al Roland Garros (o nella semifinale del 2005) ci arrivava sempre; era Rafa che negli altri tornei si faceva eliminare dai vari Muller, Blake, Youzhny, Gonzalez (prima della suddetta finale), Ferrer (non ancora top ten). Infatti il citato 3 a 9 nelle finali di Roger Federer contro i, più giovani, grandi avversari sono per un 2 a 6 merito del maiorchino e le tre sconfitte con Novak Djokovic sono quelle delle stagioni ’14 e ’15, maturate ad una età in cui è difficile aspettarsi la vittoria di uno slam (nell’era open tanto longeve ci sono state solo le vittorie dell’highlander Ken Rosewall). Forse è più giusto trascurarle, come la vittoria del Basilese contro un Djokovic poco più che ventenne (anche se, come detto, solo quattro mesi dopo vincerà il primo major). E se sono discutibili questi scarti, figuriamoci quello di un incontro su un totale di 45. La verità è che il belgradese dopo la mirabolante stagione 2011 aveva dato l’impressione di potere porre una ben più autorevole candidatura al titolo di GOAT. Se avesse mantenuto il passo di tre slam a stagione, come in quella magica annata (magari portandosi a casa almeno un Roland Garros), oggi avrebbe raggiunto il grande rivale sul piano quantitativo, potendo dire di avere conquistato la gran parte dei successi in un epoca in cui Roger Federer non potesse essere considerato ancora troppo vecchio, Rafa Nadal non fosse ancora precocemente invecchiato e Andy Murray avesse raggiunto la piena maturità agonistica. Invece le tre stagioni dal 2012 al 2014 lo hanno sì visto concludere gli anni al primo posto, ma come primus inter pares dato che nel 2012 e nel 2014 gli slam sono andati a quattro differenti giocatori e nel 2013 è stato il mancino di Manacor a svettare con due successi, risultando il più vincente del triennio. Certo, ora che la concorrenza è molto meno agguerrita (anche grazie ad un buco generazionale che potrebbe diventare il più grande di sempre: a oggi il giocatore più giovane che detenga almeno uno slam è Marin Cilic, 27 anni e quattro mesi, situazione mai verificatasi prima), Novak ha senz’altro la possibilità di diventare il più vincente di ogni epoca (anche se il record di slam vinti dopo i 29 anni è di soli cinque ed è detenuto da Rod Laver e André Agassi), ma dopo avere accumulato la maggior parte dei titoli in un epoca in cui la mancanza di degni avversari appare non inferiore a quella da voi descritta riguardo al periodo dei primi dodici slam vinti da Roger. Quindi potrebbe aggiudicarsi il titolo di GOAT in un contesto puramente quantitativo, prescindendo da considerazioni tecniche. Ma forse la verità ultima è che il concetto di GOAT sia una pura astrazione, il che non ci ha impedito, né ci impedirà, di divertirci scrivendone.
Grazie caro Cecco, per la lucidissima e ben scritta analisi, che condividiamo. Un saluto!
Ma chi l’ha scritto questo articolo? un bambino di 3 anni?!
Federer 2006 meno concorrenza di Djokovic 2015
Basta solo un dato…
Djokovic nel 2015 aveva come rivale Federer 33/34 per quasi tutta la stagione!
Federer nel 2006 aveva come rivale almeno un terra un certo Nadal che oggi dominerebbe ancora tranquillamente tutta la stagione su terra, Djokovic compreso!
Ma almeno fare scrivere gli articoli a gente che ha vissuto quegli anni…
Cioè per voi la concorrenza di Djokovic oggi è Federer e Nadal solo per il nome?! ma li avete almeno visto giocare qualche annetto fa… altro che il Serbo!
Oggi il livello non è basso di più… per non parlare di una intera generazione se non 2, di completi falliti!
Basti pensare che ad oggi non ha ancora vinto NESSUNO nato dal 1990 nemmeno uno Slam… ma un M1000 e questa sarebbe una generazione di alto livello… quella fatta di vecchietti?!
I primi 4 sono praticamente gli stessi di quasi OTTO ANNI FA!!!