A distanza di una settimana dall’ultimo atto di Wimbledon, sono giunti a conclusione i tornei sulla terra battuta che quest’anno per molti fungono da preparazione alle incombenti Olimpiadi di Parigi, che si disputeranno sui campi del Roland Garros. Nella finale dell’ATP 250 di Gstaad, in Svizzera, si sono tuttavia fronteggiati due tennisti che non avranno l’onore di competere per il proprio Stato e tentare la conquista delle prestigiose medaglie: a nove anni di distanza dall’unico precedente in un ITF in Toscana, Matteo Berrettini e Quentin Halys sono stati i protagonisti di un match dal considerevole valore per entrambi.
L’azzurro ha raggiunto la sua terza finale in Svizzera e quindicesima complessivamente in carriera, confermando il suo ottimo stato di forma con i successi contro Auger-Aliassime e Tsitsipas; il francese invece, numero 192 del ranking ma nei primi 70 un anno fa, è partito dalle qualificazioni e il suo percorso è culminato con l’eliminazione di Struff in semifinale.
Il servizio dei finalisti ha dettato legge nella parte iniziale del primo set, a cui ha fatto seguito la fase più rilevante. Nel sesto game, Matteo ha rimontato da 0-40 ottenendo cinque punti consecutivi, e nel successivo turno di risposta è arrivato il break in favore dell’italiano, che ha rapidamente consolidato il vantaggio salendo 5-3. Dopo il primo punto del nono game, l’incontro è stato interrotto per pioggia, che ha reso complicato il rientro di Halys il quale ha ceduto ben sei game di fila.
Nel secondo set, infatti, si è verificato un crollo sotto tutti i punti di vista del francese, non agevolato anche dalla solidità di Berrettini che si è portato sul 5-0 senza perdere un punto. Con un perentorio 6-3 6-1 in poco meno di un’ora, il tennista romano ha potuto celebrare il secondo titolo del 2024, conseguito senza perdere un set. Si tratta del nono trofeo in carriera, che gli consente di tornare tra i primi cinquanta del ranking e di acquisire sempre più fiducia per una nuova ascesa che va costruita con un rendimento costante e la qualità del suo tennis devastante.