Pericolo incendi a Melbourne: gli Australian Open sono a rischio posticipazione?

Gli incendi in Australia di questi giorni hanno avvolto la metropoli di Sydney in una nuvola di fumo e non solo: anche Melbourne, sede degli Australian Open è stata colpita. Se la situazione non migliorasse in fretta, pare possa avvenire la decisione, da parte degli organizzatori, di posticipare l’inizio dello Slam per via degli incendi boschivi che stanno inquinando la qualità dell’aria.

Di quest’idea è Novak Djokovic, preoccupato per la salute dei giocatori e non solo e non sarebbe saggio esibirsi a Melbourne Park nel caso la qualità dell’aria continui a peggiorare: “La posticipazione di un torneo si attua per casi estremi. Qui è davvero da prendere in considerazione, si tratta della salute dei giocatori” dice Nole, che spiega come possa essere a rischio la salute dei partecipanti. Ci sono stati contatti con Graig Tiley, CEO degli Australian Open, che si sta occupando della qualità dell’aria in quel di Melbourne e Sidney, dove sarà prevista la futura finale dell’ATP Cup: “Abbiamo parlato con Graig Tiley, si stanno occupando di monitorare questa situazione giorno dopo giorno. Penso proprio che se continuerà su questa linea gli Australian Open potrebbero essere posticipati” dichiara il serbo, affidandosi all’alta figura dello Slam australiano: “Ciò comunque è difficile, il calendario deve essere rispettato e ci sono tante altre cose da tenere in considerazione. Ma qui si parla della salute di noi giocatori e non solo” continua Djokovic, molto preoccupato di ciò che sta accadendo.

Esperienze simili per i giocatori furono vissute in Cina, dove la qualità dell’aria non è certamente il massimo, ma qui in Australia si viene a creare uno scenario senza precedenti: “In Cina la qualità dell’aria non è buona. Qui però è diverso. Esperienze di questo tipo non mi sono mai capitate. Discuteremo assieme all’Atp di tutto ciò a giorni” conclude Djokovic. Anche Kevin Anderson, membro dell’ATP Player Council, dice la sua: “E’ triste ciò che sta succedendo, spero non diventi un vero problema e nel caso contrario dovremmo riunirci per decidere cosa fare”, queste le parole di Anderson, aspettando quindi l’evoluzione di ciò che accadrà in Australia con possibili sorprese all’orizzonte.

Lorenzo Marini

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