José Perlas si è separato da Fabio Fognini, ma non è questa la notizia. L’allenatore spagnolo si è reso protagonista di un’intervista ai microfoni del portale PuntoDeBreak, in cui ha elogiato Fabio Fognini e ricordato come il loro rapporto fosse andato oltre il campo. I risultati poi non sono mancati, visto il best ranking al numero 13 ottenuto qualche anno fa: “Diventare un giocatore top 20 era l’obiettivo che si era fissato e che abbiamo ampiamente realizzato, e ciò mi dà grande soddisfazione. Il problema non era la top 20, era fare il passo successivo. Lì si è vista la vera difficoltà, fargli vedere che valeva la pena impegnarsi tanto per fare il salto. È stato capace di battere tutti i top player eccetto Djokovic e Ferrer, anche se ha portato entrambi al terzo set.”
IL RIMPIANTO – “Però sì, il fatto di non aver dato continuità a momenti di grande livello rimane una spina nel fianco… è un po’ particolare il mio percorso con lui. Normalmente quando ottieni grandi risultati, vuoi sempre ripeterli o anche migliorarli. Con lui è stato un po’ strano perché non è riuscito a mantenere quella carica necessaria per fare il passo successivo ed è lì che mi arrabbio: ci è mancato fare il salto per entrare in top 10, che è un obiettivo che mi pongo con tutti i giocatori che alleno. Potrebbe farcela nel 2017 migliorando i risultati nei Masters 1000 e nei Grand Slam. Prima però bisogna salire in classifica, a Mosca ha dimostrato di poter essere in top 20. È questa la sfida che propongo, quella che mi sono sempre posto con lui.”
LA SEPARAZIONE – Perlas ha inoltre raccontato della loro separazione, nata per alcune necessità di Fabio, tra cui la volontà di cercare nuovi stimoli: “A fine stagione si fanno sempre queste conversazioni, nel nostro caso dopo lo US Open. Fabio mi chiede cosa ho in mente per l’anno prossimo e la risposta è chiara: rinnovare l’impegno con lo stesso entusiasmo di sempre e con le stesse settimane di lavoro. Lui ci pensa per un paio di settimane e mi dice che non ha le sufficienti energie per questo impegno che io chiedo, quindi decide di cercare nuovi stimoli per una nuova avventura. Questo lo abbiamo deciso a Shanghai e abbiamo continuato bene fino alla fine, con totale comprensione e professionalità. Il rapporto è stupendo, meglio di così non poteva essere. Sarei andato in capo al mondo con lui, come fatto nei primi tre anni in cui abbiamo rinnovato l’impegno.”
Niente rancore in un rapporto che da entrambe le parti si è rivelato molto forte: “Quando mi sono diviso da lui e dalla sua famiglia le mie sensazioni erano simili. Tutti mi hanno fatto sentire parte della famiglia e anch’io ho trattato Fabio come un secondo figlio. In questi cinque anni ho passato molto più tempo con lui che con mio figlio.”