I tennisti si dividono in due macro categorie: quelli che sanno maneggiare i tornei dello Slam, reggendone tensioni e impatto mediatico, e quelli che ne subiscono il peso e l’importanza, finendo col rimanerne schiacciati.
Fernando Verdasco fa senza dubbio parte della prima. Talento purissimo e colpi che ne garantirebbero la fissa dimora nei top 10. Virtù che però vengono completamente dissipate negli appuntamenti minori, sopraffatte dalla persistente indolenza e dalla svogliatezza derivante dalla mancanza di visibilità.
Il vitellone madrileno quindi, nei ritagli di tempo tra un flirt e l’altro, ama gratificare il proprio narcisismo esibendosi in tutto il suo splendore solo quando è impegnato contro i più forti giocatori al mondo, negli appuntamenti più importanti della stagione.
Djokovic quindi sa bene quante insidie riservi questo terzo turno, approcciandolo così in modo meno serafico rispetto ai turni precedenti. Fernando cerca di spiazzare Nole fin dal riscaldamento, sfoggiando una vestaglia trafugata dal guardaroba di Marina Ripa di Meana. L’ingegnoso espediente però non regala i frutti sperati.
Il serbo tiene la battuta con irrisoria facilità, mentre lo spagnolo è costretto ad affrontare coppie di palle break in tre differenti turni di servizio. Le prime due sul 1-1, grazie a due risolute accelerazioni di dritto e ad un servizio esterno completato da un rovescio a campo sguarnito. Sul 4-3 e 15-40 in favore del nr.1, Nando scende per pochi minuti dalla passerella per indossare la divisa da operatore ecologico, raccattando ogni palla possibile, somministrando a Nole l’amara medicina con cui di solito il serbo tramortisce gli avversari. Le ultime palle break del set si manifestano nel nono gioco, lo spagnolo le polverizza con un ace e un servizio vincente.
Si giunge così sul 6-6 con un parziale di 24 punti a 4 in favore di Djokovic sul proprio servizio, a cui vanno sommate le succitate 6 palle break annullate da Verdasco. Con queste premesse il tie break si profila come una scontata formalità per Nole.
L’iberico invece incamera repentinamente due mini break di vantaggio, corroborato dalla crescente imprecisione da parte del serbo. Sul 5-3 Verdasco si nega la possibilità di giungere al triplice set point con un doppio fallo fantozziano, basti dire che la seconda di servizio di NERDasco si accascia ancora prima di raggiungere la rete. Djoker però non sembra voler apprezzare questo slancio filantropico, giocando il punto successivo con colpevole remissività, lo spagnolo non ne approfitta permettendo cosi al serbo di risolvere lo scambio a proprio favore. Con un ace Novak si procura il set point, neutralizzato dal madrileno con un servizio vincente. Nole ritrova il fedele rovescio, assente ingiustificato fino ad allora, con cui conduce lo scambio che lo porta sul 8-7, seconda palla set cancellata da Verdasco grazie al servizio, tradito a sua volta dal rovescio sul 8-8 dopo essersi spalancato il campo. Il terzo set point è quello giusto, il primo parziale va a Djokovic.
La partita in pratica si chiude qui, la modica autonomia di Nando è oramai agli sgoccioli, fiaccata dal beffardo epilogo del primo set. La prima testa di serie si limita al compitino, piazzando i break dirimenti all’inizio del primo e del secondo set, non concedendo alcuna palla break al rivale.
Verdasco ha ancora il tempo di guadagnare qualche scatto fotografico esibendo frammenti della propria classe, a contesa ampiamente chiusa. Per Nole il prossimo impegno è con Gilles Muller, suo avversario negli ottavi di finale. Per Verdasco invece il prossimo appuntamento è con la biondina seduta in quarta fila, in attesa del prossimo Slam.
Novak Djokovic b. Fernando Verdasco 7-6(8) 6-4 6-3