Ogni anno che si rispetti inizia con dei buoni propositi, con dei traguardi da raggiungere e degli obiettivi da centrare. L’anno dei tennisti, invece, inizia sempre e comunque con dei punti da difendere, guadagnati con fatica nell’anno precedente.
In particolare, l’inizio della nuova stagione a cui ha dato il via l’ATP CUP e che avrà negli Australian Open la sua tappa più importante ci consegna due tennisti che più di tutti hanno molto da perdere a difesa dei loro punti: parliamo di Rafa Nadal (1200 punti) e Novak Djokovic (2090 punti), ovvero i due finalisti della scorsa edizione degli Australian Open, vinti dal tennista serbo, nonché il numero uno e due del ranking. In realtà, buttando lo sguardo più in avanti, sono anche i due tennisti che hanno più “da perdere” in tutto il 2020 (entrambi nel 2019 hanno all’attivo 2 Slam vinti ed entrambi hanno almeno due semifinali negli altri 2 Slam che non hanno portato a casa): con le ambizioni del terzo dei Big 3 (“vorrei vincere ancora uno Slam”) e dei NextGen capitanati da Stefanos Tsitsipas, difendere il proprio castello dal loro assalto sarà un’impresa tutt’altro che agevole per entrambi.
Tornando ad un orizzonte temporale più ristretto, per come è terminata la scorsa stagione di Nadal (vittoria degli US Open e vittoria della Coppa Davis “da solo”, stile Maradona con l’Argentina nel 1986) è difficile immaginare un avvicendamento al numero uno già al termine del primo Slam dell’anno. Difficile, ma per nulla impossibile, ed è forse anche per questo che Djokovic ha deciso di iniziare la sua stagione giocando l’ATP CUP e di partecipare al torneo di Adelaide: l’obiettivo non dichiarato è mettere pressione al tennista spagnolo.
Scendendo di un gradino, Roger Federer ha la possibilità sicuramente di fare meglio rispetto agli ottavi di finale dello scorso anno (dove difende solo 180 punti), su un campo quello degli Australian Open che dal 2004 lo ha visto sempre almeno in semifinale (tranne appunto nel 2019 e quel terzo turno del 2015 che noi italiani, su tutti Andreas Seppi, ricordiamo molto bene). Sì, avete letto bene, dal 2004.
Il terzo gradino del podio del tennista svizzero però non è per nulla al sicuro, considerando che poco dietro ci sono Thiem e Medvedev che partono con il vento in poppa per il finale di stagione del 2019 e per i relativamente pochi punti che difendono (su tutti l’austriaco che ne difende appena 10).
Rimanendo infine in top-20 saltano subito all’occhio alcuni tennisti che hanno molto da perdere e altri molto da guadagnare.
Nel primo gruppo, oltre Kei Nishikori ai box causa infortunio al gomito che lo perseguita da Flushing Meadows e che avrebbe dovuto difendere il titolo di Brisbane e i quarti a Melbourne (610 punti). troviamo il fresco vincitore delle ATP Finals, il D’Artagnan del tennis greco Stefanos Tsitsipas, che l’hanno scorso si arrampicò fino in semifinale a Melbourne dopo aver estromesso dalla corsa al titolo proprio il suo idolo Roger Federer e che difende la bellezza di 765 punti (frutto anche di un quarto di finale a Sydney).
Gli esponenti principali del secondo gruppo, invece, sono Denis Shapovalov (90 punti da difendere) e il nostro Matteo Berrettini (30 punti). Il tennista canadese ha dimostrato ultimamente, più del suo amico e connazionale Auger-Aliassime, di essere in grandissima forma e di avere tutte le carte in regola per andare avanti nei tornei che contano. Allo stesso modo, Berrettini in questo inizio di stagione ha tanto da guadagnare se guardiamo esclusivamente ai punti, anche se paradossalmente ha molto da perdere in termini di fiducia ed autostima se prendiamo come punto di riferimento lo storico traguardo delle ATP Finals dello scorso novembre e soprattutto il livello di gioco e di solidità mentale raggiunto.
Insomma, se non ve ne siete accorti è partita la caccia ai punti o, nel caso vogliate rovesciare la medaglia, la loro difesa. E forse a tutti i protagonisti converrebbe strizzare l’occhio al proverbio “la miglior difesa è l’attacco”.