Novak Djokovic e Rafael Nadal tornati ad esprimere il loro miglior tennis, assieme a Roger Federer ancora competitivo ai massimi livelli, hanno contrassegnato il secondo quarto della stagione ATP 2019.
Il tennista serbo, saldamente al comando della classifica mondiale, ha appena difeso il titolo a Wimbledon, conquistando il trofeo all’All England Club per la quinta volta in carriera, al termine di una finale-thriller vinta contro Federer per 13-12 al quinto set, e che rimarrà alla storia come la finale più lunga, ma anche una delle più belle e avvincenti, della storia dello Slam londinese.
Rafael Nadal si è fermato in semifinale (battuto in quattro set da Federer) sull’erba londinese, ma si è confermato ancora dominatore della stagione su terra rossa, anche se quest’anno iniziata un po’ in sordina. Il maiorchino ha infatti dovuto attendere fino al 19 Maggio per mettere le mani sul primo trofeo di stagione (non accadeva dal 2004), imponendosi in finale a Roma contro Djokovic e poi andando a conquistare il suo dodicesimo titolo al Roland Garros (finale contro Thiem). Ricordiamo che Nadal si era ritirato, in Marzo, dalla semifinale del Masters 1000 di Indian Wells (dove lo attendeva Federer) e poi dal successivo Masters 1000 di Miami, a causa di un infortunio.
Anche Djokovic aveva terminato il primo quarto di stagione sottotono: dopo la vittoria agli Australian Open, il serbo aveva fallito l’ingresso nei quarti di finale nei successivi Masters 1000. Ma nel secondo quarto, il 32enne di Belgrado si è decisamente rifatto, conquistando il suo titolo Masters 1000 numero 33 a Madrid (contro Tsitsipas), la finale a Roma (persa contro Nadal)e le semifinali nello Slam parigino (sconfitto da Thiem), prima del suo trionfo a Wimbledon.
Veniamo a Roger Federer. Lo svizzero si è aggiudicato per la decima volta il torneo ATP 500 di Halle, ed ha superato 100 titoli ATP in carriera, primo a riuscirci dopo Connors. Tornato a competere su terra rossa dopo ben tre anni, ha raggiunto i quarti di finale (non disputati per ritiro) a Roma e la semifinale al Roland Garros (sconfitto da Nadal). Ed è stato ad un punto dal conquistare il suo nono titolo a Wimbledon e a diventare il più anziano vincitore Slam della storia: sicuramente una grande occasione mancata, ma anche un gioco espresso che la dice lunga sul livello che, a quasi 38 anni, The King è ancora in grado di esprimere.
Dopo aver parlato dei Fab 3, veniamo agli altri highlights. In zona Next Gen hanno tutti un po’ deluso, e l’unico in grado di ottenere risultati di un certo livello è stato Tsitsipas, n.6 del mondo, che ha vinto il suo primo titolo ATP sulla terra ad Estoril e ha raggiunto per la seconda volta in carriera la finale di un Masters 1000 a Madrid.
Anche l’austriaco Dominic Thiem, n.4 del ranking, ha avuto una buona stagione sulla terra: ha vinto l’ATP 500 di Barcellona battendo Nadal lungo il cammino verso la vittoria, ha raggiunto la semifinale a Madrid (battuto da Djokovic) e, per il secondo anno di fila, la finale al Roland Garros, battuto da Nadal ma a cui ha anche strappato un set.
Per Sascha Zverev, n.5 del ranking, un titolo in un ATP 250 a Ginevra e il secondo quarto di finale Slam in carriera, a Parigi.
Gli altri highlights del secondo quarto del 2019 includono certamente lo storico (per i nostri colori) primo titolo Masters 1000 vinto da Fabio Fognini a Montecarlo (battuti Zverev, Coric e Nadal en route verso il trionfo) ed il conseguente ingresso dell’azzurro nei top 10 per la prima volta in carriera. Così come per la prima volta in carriera hanno fatto il loro ingresso fra i 10 migliori tennisti del mondo i due giovani russi Karen Khachanov e Daniil Medvedev.
Un periodo da incorniciare anche per il nostro attuale n.2, Matteo Berrettini: per lui questo secondo quarto di 2019 ha portato due titoli, uno su terra (Budapest) e uno su erba (Stoccarda), una finale a Monaco, la semifinale ad Halle e gli ottavi raggiunti a Wimbledon, nonchè il meritatissimo ingresso nei top 20 per il tennista romano.
Questo Q2 del 2019 ha anche registrato il primo titolo ATP per il cileno Christian Garin (Houston e Monaco), per Adrian Mannarino (den Bosch), per il nostro Lorenzo Sonego (Antalya) e per Taylor Fritz (Eastbourne).
Aspettando lo swing su cemento che culminerà con gli U.S. Open, siamo sicuri che questo 2019 avrà ancora molto da mostrare!
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