Continuiamo ad affrontare un tema delicato e difficile da interpretare: la continuità. Abbiamo visto giocatori far bene in singoli tornei per poi sparire di colpo, con la capacità di non riuscire ad addomesticare la pressione e credere in se stessi. Andiamo a vedere alcuni casi che abbiamo visto negli ultimi anni nel mondo del tennis, dove molti tennisti sono spariti dal nulla o sono rimasti nel silenzio più assoluto per molto tempo. Colpa della forma fisica o c’è di più? Vediamo se vi ricordate alcuni di loro e le loro imprese titaniche che han fatto parlare di loro per molto tempo.
GULBIS, SEMIFINALE AL ROLAND GARROS, POI?- Ve lo ricordate? Il lettone che nel 2014 si impose anche su Roger Federer in 5 set, sconfitto solo da Djokovic in semifinale dopo una cavalcata pazzesca? Di quelle 2 settimane non è rimasto nulla di Ernest Gulbis, neanche i soldi sono rimasti di quel torneo, dato che se li giocò tutti al casinò, perdendoli malamente. Per caso è stato il gioco d’azzardo il problema di questo talentuoso lettone? Vedendo la sua carriera, dopo quella semifinale e best ranking 10, ottenne solo delusioni e sconfitte in primi turni in quasi tutti i tornei, mostrando il lato più oscuro di questo giocatore, che dopo quella semifinale ottenne solamente 28 vittorie! Cosa poteva diventare il lettone non lo sapremo mai, anche se ha solamente 28 anni e potrebbe ancora dire la sua, nonostante i grossi rimpianti che avremo per sempre.
VASEK POSPISIL E QUELLA LENTA DISCESA IN CLASSIFICA- Quando nel 2014 riuscì ad arrivare ai quarti di finale di Wimbledon, si pensava già che avremmo avuto un nuovo top 10. Vasek non ha mostrato quella continuità che serve per rimanere ai piani alti del tennis mondiale, dopo un 2014 da ricordare con anche una finale persa per mano di Raonic in un ATP 500, il giocatore canadese ha avuto una lenta discesa, fino a finire oltre la 100 posizione. Lo abbiamo rivisto in azione in una buona forma fisica ed essendo anche decisivo in Coppa Davis agli ottavi contro Edmund, mostrando quella forza fisica e mentalità che lo aveva contraddistinto nella sua prima parte della sua carriera. Il ragazzo ha ancora 26 anni(anno 1990), riuscirà a ritrovare quella consapevolezza nei mezzi che lo renderà di nuovo un giocatore da almeno top 30?
JANOWICZ, COLPA DEL GINOCCHIO? O FORSE NO…- Molti di voi si saranno chiesti: che fine ha fatto Janowicz? Il gigante polacco, che raggiunse una finale a Parigi Bercy e una semifinale di Wimbledon, sparì dal tennis che conta, complice anche del ginocchio che fece crack. Ma in Janowicz c’è molto di più. Nel 2014, anno in cui doveva consacrarsi ed entrare nella top 10(arrivato massimo numero 13 al mondo), il polacco giocò poco e male, con 24 vittorie in 50 partite e mostrando una discontinuità da un giocatore che sentiva troppo la pressione, messa anche da noi tifosi e addetti ai lavori, “ distruggendo” il giocatore che noi tutti a Roma lo ricorderemo quando a Roma, dopo un match, per la felicità si strappò la maglia(stile hulk). Ma di quella rabbia e felicità, non è rimasto molto….
BAUTISTA AGUT, DAL SOGNO MASTER 1000 AD UNA DISCESA– Il caso preso in esamine è recente. Roberto Bautista Agut non sta dimostrando un declino, ma ci ha dimostrato come i tennisti nei momenti importanti di riconferma(dopo ad esempio una finale) al torneo successivo perdono al 1 turno. Lo spagnolo infatti, dopo il torneo di Shangai dove arrivò in finale e perse solamente da un super Murray, ha perso al 1 turno a Mosca,Vienna e Parigi Bercy, contro giocatore da un potenziale inferiore rispetto al tennista spagnolo. Il tutto è dovuto a una maggiore pressione che ha sentito sulle spalle o magari a un calo fisico? In questo caso potremmo rispondere positiva alla seconda ipotesi, ovvero che Bautista Agut ha avuto un netto calo fisico, dato che dopo una settimana di partite, Bautista Agut ritornò in campo dopo solamente 4 giorni, non smaltendo lo sforzo fisico. Ma sono molti i casi da prendere in considerazione, testimonianza che essere sempre al top della forma fisica e mentale è difficile e solo i campioni veri possono farlo, mostrando a tutti che l’ingrediente segreto per la vittoria è….la continuità!