Son passati ben 22 anni da quando il ceco Radek Stepanek ha fatto il suo debutto nel circuito. Era il 1995 e si giocava il challenger di Praga ei Il primo turno era contro Hicham Arazi. Non proprio uno qualsiasi, sarebbe diventato numero 22 pochi anni dopo. Il risultato è impietoso: due set e solo tre game raccolti, ma era solo la prima tappa. La carriera del ceco avrebbe riservato ben altre soddisfazioni, in singolare, in doppio e anche sul profilo amoroso.
COMBATTENTE – La scorsa settimana invece Stepanek, che ha compiuto ben 38 anni lo scorso, ha ricominciato più motivato che mai la stagione: ha raggiunto un buon quarto di finale a Doha partendo dalle qualificazioni. Ottimo inizio, vista la sua attuale posizione di poco fuori dai top 100. Quattro partite vinte tra (tra cui una buona vittoria contro uno Baghdatis non troppo in condizione) fino all’inevitabile sconfitta contro Djokovic, non male come inizio anno per un quasi 40enne. Subito dopo il ceco ha preso l’aereo in direzione Melbourne, dove ha guidato le qualificazioni al primo Slam dell’anno forte della testa di serie numero 1. L’obiettivo del tabellone principale è stato raggiunto: dopo aver superato Bangoura e Kavcic in due partite terminate entrambe al terzo set. L’ultimo atto lo ha visto superare agilmente l’australiano Smith in due set.
RECORDMAN – E al ritiro? Radek non ci pensa nemmeno. Anzi, come ha dichiarato a sport360.com, c’è ancora un obiettivo prestigioso da raggiungere: «penso che combatterò ancora un po’ con Jimmy Connors». Già, perché Jimbo è stato il il più anziano giocatore a vincere una partita in un torneo dello Slam (precisamente nel 1992, a 40 anni). Ad oggi Stepanek è il secondo in graduatoria, ma a quanto pare il secondo gradino del podio non basta in questa speciale classifica. Sicuramente i fasti di un tempo sono lontani (in singolare si registrano due finali Master 1000 a Parigy Bercy e ad Amburgo, perse da Safin e da Robredo), e il posizionamento in classifica adesso mira ad una stabilità dentro i 100, mentre un tempo era stabilmente dentro i primi 30 sia in singolare che in doppio. Ma il rimpianto è un ricordo: «So cosa significa aver pazienza. Ho messo piede nei primi 100 abbastanza tardi e so che vuol dire combattere. L’ho saputo quando scendevo oltre la 400esima posizione a causa di infortuni e l’ho saputo quando ero nei top 10. La capacità di conoscere gli estremi mi ha reso mentalmente molto forte, ed è un passo in avanti quando si tratta di lavorare. Giusto peccato perché, quando sono stato n.8 nel 2006, non ho potuto approfittarne a causa di un infortunio. Ma prendo la vita per quello che è».
RITIRO? NO GRAZIE – La pazienza è sempre stata la sua miglior arma, e sicuramente lo sta aiutando ancor di più adesso, quando la metodicità e una certa predisposizione al sacrificio sono necessarie se vuoi portare la carriera fino alla soglia degli anta. La paura di arrivare a quell’età non si vede neanche lontanamente: «Non mi sembra di vedere per niente il traguardo. Di solito lo percepisci quando il corpo non reagisce oppure se la mattina al risveglio non ti va di andare al campo di allenamento. Io al momento queste sensazioni non le ho. Quando arriveranno, inizierò a pormi il problema. Peraltro ci sono altri grandi atleti che son ancora più grandi di me e giocano alla grande, penso a Nestor e Paes, che sono ben oltre i 40, e continuano a grandi livelli in doppio». Lo stesso Stepanek, pur avendo subito a causa di infortuni una brutta discesa nella classifica del singolare (oggi è n.102), nel doppio continua ad essere stabile in ottima posizione (n.36). Non solo un’età avanzata, ma anche doppi tornei a settimana. Sicuramente una specialità da cui il ceco difficilmente si potrà ritirare, nonostante dichiarazioni in merito, è quella del flirt: tra le vittime della sua attività di rubacuori Martina Hingis, Nicole Vaidisova e Petra Kvitova che, diciamolo francamente, sono decisamente più belle di lui.
FUTURO COACH – Ha innescato un’enorme curiosità nella stampa recentemente l’amicizia che Stepanek ha stretto con il bad boy del tennis Nick Kyrgios. L’australiano infatti non pare essere uno proprio incline a ricevere consigli, eppure quelli del ceco, che ha quasi il doppio dei suoi anni, pare siano particolarmente apprezzati: «Quando eravamo in campo a Miami, ho scambiato due parole con lui, perché durante l’allenamento rompeva racchette e scagliava palle fuori dal campo. Gli ho chiesto cosa avesse e gli ho indicato un aereo, dicendo di prenderlo e di andare a giocare a basket. Da lì abbiamo cominciato a parlare di più». E infatti pare che sul tavolo ci possa essere la proposta di essere il futuro allenatore del tennista australiano: «Avverto il suo interesse. Ha detto alla stampa che vorrebbe avermi come coach e questo non può che farmi piacere, ma è ancora presto. Adesso io sono uno che sta dall’altra parte del campo e voglio vincere. Ma abbiamo un ottimo rapporto». Insomma, la fine della carriera ancora non si vede, ma già si intuisce cosa potrebbe esserci dopo. Ci si vede nei prossimi slam, Radek.