In occasione dell’evento “Charlas del futuro” organizzato da Banco Sabadell, di cui Rafael Nadal è ambasciatore, il tennista maiorchino ha rilasciato una lunga e interessante intervista. Non sono mancate le domande sulla finale persa agli Australian Open, sulla sua condizione fisica attuale e su quello che sarà il suo futuro.
“Cos’è successo contro Novak in finale? Semplicemente ho trovato un avversario più forte di me in quel momento, e quando questo succede non puoi far altro che stringergli la mano, congratularti e continuare a lavorare per essere pronto per il prossimo match. Sono stato il secondo classificato in un tabellone da 128 giocatori e venivo da un periodo complicato, quindi va bene così. Non ho avuto la possibilità di rientrare nel match contro Djokovic, ho sempre avuto la sensazione di non poter fare niente. Quell’incontro probabilmente è arrivato troppo presto, avevo bisogno di una preparazione fisica che in quel momento non avevo, ma penso di stare bene e di essere pronto a competere ad alto livelli. Non ero preparato per una finale di sei ore come quella del 2012. A livello personale, preferisco avere perso così, pensando al futuro, ma a livello emotivo preferisco perdere un match lottato sapendo di aver dato tutto.”
“Nel corso degli anni, l’unico modo per restare ad alto livelli è mantenere la passione per quello che si fa e accettare le cose così come sono. Penso di essere stato un “buon perdente”, ovviamente le sconfitte hanno avuto un grande impatto su di me ma oggi sono ancora qui, ad allenarmi e sperando nel meglio per il futuro.
Bisogna dar valore a tutto quello di positivo che succede, quello che abbiamo e quello a cui ci dedichiamo, nel mio caso il tennis, che è il mio hobby sin dall’infanzia. La natura mi ha dato un dono per fare quello che faccio oggi, circondato da persone giuste, dopodiché è il lavoro che permetterà di mantenerti ad alti livelli.”
“Le cose non sono eterne, gli anni passano e sono arrivato alle ultime stagioni della mia carriera anche se spero di avere ancora abbastanza tempo.
Spero di rimanere competitivo a lungo e di potermi godere questo sport il più possibile. Non posso dire quando la mia carriera finirà ma non ho timore. Sono stato e sono felice giocando a tennis, ma lo sarò anche senza.”
Riguardo la programmazione del suo 2019, Nadal non ha ancora le idee a causa delle sue condizioni fisiche precarie: “Nel tennis è difficile parlare di programmazioni. Nel calcio sai quando giocherai, ma nel tennis non si può prevedere cosa succederà. Il calendario si adatta in base alle necessità del momento. Adesso voglio solo essere in forma per Acapulco e Indian Wells, che lo scorso anno non ho potuto giocare.”
Nadal dà ancora una volta prova di grande umiltà, non reputando i suoi risultati fuori dalla norma: “Mi considero una persona normale, se ci sono riuscito io perché non dovrebbero riuscirci altri? Nel futuro arriverà qualcuno e lo farà, anche se è difficile e dipende da molti fattori.
In Australia mi sono infortunato 5 volte, ma al Roland Garros è successo solo una volta. È importante che in quelle due settimane tutto vada perfettamente e che succeda per più anni.”
Non potevano mancare le domande sulla Coppa Davis, dato che proprio Madrid sarà la sede della finale: “La Coppa Davis è un nuovo evento e bisogna darle un’opportunità. La vecchia Davis mi piaceva però non si può negare che non si adatta ai nuovi tempi. Col vecchio formati i migliori non giocavano quasi mai: il mio obiettivo è esserci quest’anno, anche se mancano ancora molto mesi.
Chi vorrà giocare lo farà, ma è evidente che giocatori come Federer, Djokovic o me, che abbiamo una certa età, abbiamo un’idea del calendario ma poi succedono cose che ci portano a cambiare decisioni.
Se avessi 18 anni direi già che giocherei, ma al giorno d’oggi bisogna aspettare per dirlo con assoluta certezza.”
“Mi sono perso i Giochi Olimpici di Londra per i problemi al ginocchio, ma ho partecipato a quelli di Pechino e Rio. So che le Olimpiadi di Tokyo saranno spettacolari quindi tenterò di esserci.
Sono un esempio? No, alla fine l’unica cosa che faccio è giocare a tennis, non ho inventato nulla.”
23 comments
No Rafa
Pensando “…. E quel qualcuno sono io”
È già difficilissimo giocarne 11 di Roland Garros, figurarsi vincere 77 partite
Ridurranno il numero di partite e si giocherà due volte l’anno, la seconda su har-tru
Ah ecco
Con l’har-tru mi sarei divertito tanto a occhio e croce, le altre due fazioni penso di meno
Sei tremendo
Quando giocavo a calcio o a basket ero una furia agonistica, non a caso il mio idolo dei cartoni era Mark Lenders (anche se di gialli neanche l’ombra)
Io invece per tutti ero “Tremendo” poi arrivava mio fratello ( più grande di me) a prendermi per le orecchie e a rimettere le cose a posto
Jimbo style
Vedi che tutto torna
Probabilmente si riferisce a Cecchinato.
Erede di Nadal… 😉
Luca Yaya Castagnola
Non credo proprio che si possa ripetere !! 11 RG sono pazzeschi e Rafa non ha ancora finito!!
Gianni Proli la modestia e l’umiltà di questa ragazzo sono encomiabili
Esattamente Andrea!!
Grande Rafa
Max Pica
Oltre a essere un grande campione è un esempio per le giovani leve. Dedizione duro lavoro passione divertimento e rispetto per gli avversari, saper accettare le sconfitte come gioire per le vittorie, sono le cose che consentono di raggiungere grandi obiettivi e di essere un grande campione! Grazie Rafa per le emozioni che ci fai vivere quando scendi in campo!
Un professionista a 360° e un gran signore
Un signore
Niente programmi di tennis. C’è da pensare al matrimonio. Lo dico con grande dispiacere perché per me Rafa è tutto❤