Nonostante la sua proverbiale riservatezza, anche Rafael Nadal ogni tanto utilizza Instagram per aggiornare tifosi e curiosi sui risvolti della sua privata. L’ultimo avvistamento presso le Isole Bahamas ritrae il tennista spagnolo rilassato, accanto alla madre Ana Maria e alla sorella Maria Isabel. Il padre Sebastian si conferma ancora più refrattario alla notorietà del figlio, restando nell’anonimato dello splendido catamarano usato per impreziosire una vacanza, ancora più meritata, nelle splendide acque caraibiche. Rafa quest’anno, diciamocela tutta, ne ha passate tante.
Dopo un 2017 stratosferico, culminato col riaggancio della prima posizione in classifica, mantenuta per oltre un anno e interrotta solo per otto settimane dal rientro di Roger Federer, la continuità agonistica di Nadal è stata profondamente vincolata da una serie di infortuni che di certo non sono nuovi nella sua carriera, ma che obiettivamente hanno funto da stop ad un dominio che avrebbe potuto essere molto più pesante, in questo 2018 tinto di rosso e nero. A Gennaio, dopo aver recuperato da un lieve infortunio al ginocchio che gli aveva impedito di completare il cammino alle ATP Finals, è stato costretto ai box per tre mesi dopo il ritiro, a match in corso, a Melbourne contro Marin Cilic. La zona interessata quella volta era il muscolo PSOAS, per la quale inizialmente sembrava sufficiente un riposo di un mese; ma il campione slam ha preferito rinunciare a tutti tornei prima della terra battuta, per risparmiare energie e integrità fisica in vista della futura stagione sul clay. Ad Aprile quindi riprende a giocare ed infila record su record. 11 volte campione a Montecarlo, Barcellona e ai French Open, con l’intermezzo dell’ottavo sigillo a Roma, che segna la fine di un digiuno durato 5 anni dall’ultima coppa sollevata nell’Urbe. Successivamente si presenta a Wimbledon in gran forma e vince un match epico ai quarti contro Juan Martin Del Potro, che gli regala una semifinale di lusso opposto a Novak Djokovic. La perderà di un soffio, in favore di un giocatore che sull’erba londinese rinascerà come l’araba fenice; ma se avesse vinto non ci sono dubbi che avrebbe inanellato il terzo titolo a Church Road e il diciottesimo slam della carriera.
Sul cemento di Montreal disputa un torneo in chiaro-scuro, nel senso che pur non giocando benissimo arriva in finale e gli basta essere solido per un set e mezzo per avere ragione di Stefanos Tsitsipas, avversario predestinato ma non ancora maturo per poterle suonare al campione di Manacor. Gli US Open, di cui detiene il titolo, fungono da spartiacque per un Nadal che inizia a dare segni di cedimento dal punto di vista fisico, complici le lunghe e pesanti partite che è costretto a portare a casa onde dissipare l’alta posta in palio, considerato che Nole Djokovic sta macinando terreno e fiducia, dopo il colpaccio messo a segno a Cincinnati. A New York resiste prima alle bordate di Khachanov, poi a quelle di Basilashvili, in seguito alle accelerazioni snervanti di Dominic Thiem, per arrendersi ad un passo dalla finale al cospetto di Juan Martin Del Potro. Ma anche in questa occasione la causa è un ritiro, indice preoccupante che in questo 2018 il cemento outdoor ricusa la presenza di Rafael Nadal. Stavolta l’arto interessato è nuovamente il ginocchio. Nadal glissa, afferma che non è nulla di particolarmente serio e che ad Ottobre si presenterà a Bercy per difendere la prima piazza. A Parigi oggettivamente ci va, scambia qualche colpo con Grigor Dimitrov, ma poco prima del match inaugurale alza bandiera bianca e fa le valigie, consegnando la prima posizione mondiale a Djokovic e dirigendosi direttamente a Barcellona, dove verrà operato alla caviglia destra. Una foto lo ritrae all’ingresso dell’aeroporto in stampelle, pronto per tornare a casa. L’operazione è riuscita ma quando il gigante della terra battuta sarà effettivamente pronto per tornare sui campi da Tennis? Dalle ultime info trapela che sarà presente in Arabia Saudita in occasione del Mubadala Wolrd Tennis Championsip e che con lui ci sarà anche il numero uno del mondo Novak Djokovic. Nel frattempo, poche settimane dopo l’intervento, una bella vacanza ai Caraibi lo ritrae in compagnia di tutta la famiglia, Francisca esclusa, ma non c’è da stupirsi data la loro rinomata lontananza dai riflettori. Nadal alle Bahamas è apparso rilassato e abbronzato, oltre che ben in salute dato che, a guardare attentamente le foto, sembra aver preso un paio di chili, il che è assolutamente normale dopo uno stop così lungo con tanto di operazione inclusa. Oltre a ciò, l’unica conferma sicura è la partecipazione all’ATP 500 di Barcellona, il torneo che lo ha visto 11 volte accaparrarsi il titolo e per il quale alcune voci di corridoio sembrano sostenere la possibilità del ritorno di Roger Federer sulla terra battuta catalana. Nell’attesa di ricevere conferme più certe, va sottolineato come la stagione di Rafael Nadal non vada assolutamente considerata sottotono, anzi tutt’altro. Avendo preso parte ad appena 9 eventi (pochi per un atleta come lui che ha sempre giocato mediamente tra i 15 e i 18 tornei, in assenza di malanni fisici), il maiorchino ha aggiunto in bacheca 5 titoli importanti di cui 1 slam, 3 Masters 1000 e 1 ATP 500, tenendo in pugno per altre 55 settimane la vetta del ranking. In più ha chiuso l’anno nella top 10 per il quattordicesimo anno consecutivo raggiungendo Roger Federer, entrambi secondi solo a Jimmy Connors (16 anni di fila). È inoltre la decima volta che conclude la stagione tra i primi due; solamente l’elvetico ha fatto meglio di lui nel circuito (11 volte).
Il rammarico più grande per il campione restano, senza alcun dubbio, gli infortuni incorsi durante i due slam sul cemento outdoor (AO e US Open) che non gli hanno consentito di difendere quei punti preziosi che lo avrebbero tenuto a galla almeno fino alle Finals di Londra, torneo mai vinto dal tennista iberico e che potrebbe restare il cruccio più pesante di una carriera costellata di successi ovunque, tranne che sul cemento indoor. Un altro rimpianto potrebbe essere il non aver raggiunto per un pelo le 200 settimane in vetta alla classifica, altro record che lo avrebbe posto quasi sullo stesso piano di Novak Djokovic e Pete Sampras, in termini di permanenza sul podio. Fatto sta che l’annata dello spagnolo può e deve essere necessariamente considerata come positiva, soprattutto perché una volta arrivato in finale si conferma pressoché imbattibile, anche sotto nel punteggio come accaduto a Roma, e perché, nonostante le ultime edizioni deludenti, ha stupito tutti raggiungendo le semifinali di Wimbledon, esprimendo un gran Tennis anche in attacco e stravolgendo le previsioni di chi, sull’erba, sosteneva che non avesse più nulla da dire. In ultimo, se si aggiungono le 32 primavere firmate a Giugno, età in cui molti suoi predecessori o coetanei hanno già appeso la racchetta al chiodo, il cerchio si chiude totalmente a suo favore.
Il 2019, allo stato dell’arte, resta un’incognita fino all’avvento della terra battuta, perché se il recupero dell’infortunio sarà completo, di rivali, laggiù, che possono batterlo ce ne sono davvero pochi.