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Rafael Nadal: “Federer non è mio amico, ma un buon compagno”

Avere il privilegio di sedersi a parlare animatamente con un’icona sportiva del calibro di Rafael Nadal non è una cosa da tutti. Lo hanno avuto gli alunni della Rafa Nadal Academy, attraverso una serie di domande e risposte moderate da Michael Robinson. Si è parlato di tutto, dagli infortuni, alle storie meno conosciute, fino a temi più profondi quali paura ed amicizia.

INFANZIA – Lo spagnolo ha risposto ad alcune domande molto interessanti, quali quella riguardante il suo rovescio: “Io da piccolo giocavo praticamente con due rovesci, colpivo a due mani sia il dritto che il rovescio. Il momento di prendere una decisione è arrivato quando avevo 10 o 11 anni e mi è venuto naturale colpire con la sinistra. Sono destro in tutto tranne che nel tennis e nel calcio“, ha confessato il maiorchino prima di un divertente aneddoto: “Il mio regalo dell’Epifania preferito è stato quando avevo 8 anni: mi regalarono 12 palloni da calcio. A quell’epoca la mia ossessione era allenarmi con i miei zii e i miei amici. Ammetto che mi piaceva più il calcio del tennis.

COME AFFRONTARE LE SCONFITTE – Per essere una leggenda di uno sport individuale hai bisogno di affrontare le cose che arrivano con filosofia, senza esagerare: “In questo sport bisogna cercare di evitare l’euforia di vincere e il catastrofismo quando si perde, perché il giorno dopo quasi sempre devi rigiocare un’altra partita e per altri obiettivi. Io ho sempre detto che la felicità la conquisti giorno dopo giorno. Un grande trionfo ti dà adrenalina e la soddisfazione di aver conquistato qualcosa, ma alla lunga, ciò che è importante è il lavoro quotidiano. Bisogna imparare dalle sconfitte. Se arriva un momento in cui non ti importa di perdere, significa che hai perso la passione e lo stai facendo solo per lavoro. A me questo non è mai passato per la testa“. Un’importante lezione ai più giovani.

AMICIZIA – In uno dei momenti cruciali dell’intervista Robinson ha chiesto a Rafa dei suoi rivali diretti e Rafa si è preso qualche secondo per pensare prima di rispondere: “Il concetto di amico per me ha molto significato ed è qualcosa di grandissimo. Per me, la lingua è una barriera che mi impedisce di stabilire un vincolo tanto forte con una persona. Per esempio con Roger Federer è così, siamo anche rivali e abbiamo abitudini di vita molto differenti. Non ho amici, ma compagni molto importanti.

INFORTUNI – Molto interessante è sapere con quale forza di volontà Rafa affronta situazioni frustranti come quelle che ha avuto di frequente in carriera: “Non ho dubbi, la cosa peggiore della mia carriera sono stati gli infortuni. Ne ho avuti molti, che mi hanno obbligato a non giocare. Vedere che non puoi competere è frustrante, specialmente nell’ultimo anno e mezzo è stata durissima. Ora mi sento bene, sulla terra non ho bisogno di sentirmi al 100% in ogni momento, devo solo trovare il ritmo per una parte della stagione molto importante.

PAURA E FORTUNA – “Non credo nella fortuna nel tennis“. Categorico Nadal su questa domanda: “Una partita di tennis non può essere determinata dalla fortuna. Alla fine, la fortuna va sempre a chi lavora di più, a chi sta meglio. Non ho mai pensato ‘che fortuna il mio avversario’ o ‘che fortuna ho avuto’. Semplicemente, mi concentro sul risolvere i problemi che sono emersi. Paura? Non ne ho mai avuta, ma a volte ho sentito di non riuscire a dominare i miei nervi. Non avere il controllo in uno sport come il tennis è qualcosa che si avvicina alla paura“.

Riflessioni molto interessanti di Rafael Nadal, che affronta con sguardo sognante il tour sulla terra rossa. L’ATP Masters 1000 di Monte-Carlo sta aspettando un uomo in grado di vincere ben 11 volte nel Principato, ancora in grado di riflettere con umiltà sulle questioni più importanti e di godersi la felicità dell’essere competitivo.

Filippo Gallino

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