Dopo essere stato eliminato in semifinale del Rio Open, Rafael Nadal ha cercato di analizzare la sua sconfitta in conferenza stampa. Si tratta di un’eliminazione che non può non destare stupore: era infatti da ben 12 anni che Rafa, in un torneo su terra rossa, non perdeva in semifinale.
Va detto che le condizioni fisiche del maiorchino non erano certo al top, ma dopo un primo set senza storia, conquistato dal n. 3 del mondo con il punteggio di 6-1 in appena 35 minuti, nessuno si aspettava il lento declino di Rafael. Va dato sicuramente merito a un buonissimo Fognini che ha saputo incalzarlo con un gioco sempre più incisivo, ma non si possono non citare anche i demeriti del maiorchino. Rafael deve lavorare ancora tanto se vuole confermare il suo dominio sulla terra e conquistare il suo decimo Roland Garros.
“Ho giocato bene il primo set“, ha dichiarato il maiorchino. “Mi manca la continuità in generale, alterno momenti buoni a momenti cattivi, anche dal punto di vista fisico. Mi manca la continuità fisica, e non capisco bene perché”.”Ho perso, il mio avversario ha giocato meglio e mi congratulo con lui. Ho avuto le mie occasioni, ma non le ho sapute sfruttare. Nel secondo lui ha iniziato a dominare la partita, mentre io ho avuto un grande crollo fisico. Nel terzo ho avuto un passaggio a vuoto su 5 pari e 40-40. Era un momento molto delicato, e lui è stato più bravo ad approfittarne”.
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Il tennista spagnolo ha quindi parlato più in dettaglio del suo stato di forma: “Non mi sono sentito molto bene fisicamente a partire dal secondo set. E’ vero che fa un sacco di umidità, tutto quello che volete, ma purtroppo ho notato che mi stanco molto prima del solito. Non avevo problemi all’inguine, ma ho avuto dei crampi in più punti del mio corpo. E’ strano, perchè nella mia carriera non ho mai avuto crampi, sono davvero sorpreso…“.
“Sto lavorando bene, con l’atteggiamento giusto. Penso di essere sulla buona strada e ho ancora un mese a disposizione per trovare il mio gioco e il livello a cui punto”, ha concluso il tennista spagnolo.