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Rafael Nadal: tra gli infortuni e la programmazione per quest’anno

Dopo la sconfitta di ieri con Anderson, Rafael Nadal ha deciso di non disputare la finale per il terzo e quarto posto contro Karen Khachanov: il motivo sono i dolori che appaiono di nuovo alla caviglia, anche se lo spagnolo stesso sdrammatizza, affermando che siano parte del naturale rientro post infortunio.
“E’ stato un match duro, era da molto che non giocavo dei set completi. Mi prenderò qualche giorno di pausa: per me anche solo essere qua era un obiettivo. E’ normale che i dolori ricompaiano quando si gioca poco dopo l’operazione, io la ho avuta poco più di un mese fa. A dirla tutta, sono soddisfatto di come sto giocando, e anche della tenuta del mio corpo: ovviamente per me l’obiettivo attuale è arrivare pronto per gli Australian Open, ma data la mia situazione, non posso permettermi alcun rischio“.

Ad esprimersi sulla programmazione dei tornei del 17 volte campione slam è stato anche lo zio Toni, che afferma come il nipote dovrebbe disputare 16 tornei quest’anno: “Lo scorso anno non ha potuto giocare molto per gli infortuni, ma, se riesce a stare bene fisicamente, penso che 16 sia il numero giusto di eventi a cui partecipare, e penso che Rafa possa farcela benissimo“.
Toni Nadal ha smesso di allenare il proprio pupillo a fine 2017 per dedicarsi totalmente alla sua accademia: “Continuo a fare quello che mi piace, ossia allenare. Sono davvero grato di tutto quello che ho vissuto con mio nipote, ma adesso sono totalmente preso dall’insegnare a questi giovani talenti che vengono all’accademia. Mi manca viaggiare, andare in Australia e in molti altri paesi che mi piacciono, ma ci si abitua a stare fermi: di sicuro qua il lavoro non manca”.

A parlare del gioco del mancino di Manacor è stato invece Carlos Moya, suo attuale allenatore, che ha affermato di aver “copiato” qualcosa al gioco di Federer: “So che Rafa non sarà mai un giocatore come Roger, Raonic o Berdych, che prediligono scambi di due colpi, ma abbiamo lavorato durante tutta l’offseason per portarlo verso questo tipo di gioco senza però snaturarlo del tutto. Cerchiamo di farlo lavorare su questi schemi per dargli maggiore fiducia, in modo che possa inserire queste tecniche nel suo gioco”.
Moya ha però trovato delle difficoltà nel suo lavoro: “Non è assolutamente lo stile che Rafa predilige, ma stiamo cercando un modo per farlo rientrare nella sua comfort zone, in modo che diventi ancora più aggressivo di quanto non lo sia stato durante tutta la sua carriera”.

Fonti: tennis365.com; tennisworldusa.org; express.co.uk

Jonathan Zucchetti

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